Come sapete, da tempo sosteniamo l’operato del giudice Giorgianni, che per certi versi assimiliamo a Giovanni Falcone: a noi piace la magistratura con la schiena dritta, lontana dai casi Palamara, che non teme di mettere in pericolo la propria carriera per quello che ritiene giusto. Avete letto tutti del ministro Cartabia, che ha aperto un fascicolo su Giorgianni. Non ci stupiamo dell’operato del ministro vicino a Comunione e Liberazione, sezione di Milano: chissà cosa direbbe Don Giussani, ora che la Compagnia delle Opere è di fatto diretta in Italia dal tedesco Bernhard Scholz. Lo stesso che avallò Mario Draghi a Palazzo Chigi a fine 2019, come presidente del Meeting di Rimini, un tedesco anche lì. Solo per vedere assecondati i propri desiderata giusto alcuni mesi dopo…
Ovvero, era abbastanza inevitabile che accadesse, l’apertura di una procedura contro Angelo Giorganni (…).
Per il discorso di Angelo Giorgianni su youtube, vedasi LINK, LINK
In tale contesto, riteniamo che mettere in fila i fatti ed i dati possa essere oltremodo utile per capire l’importanza di una figura come il giudice succitato, senza scadere nella tifoseria; solo per provare – lato nostro – da dove derivi il nostro supporto per l’operato di un giudice onorato (giudice che, per inciso, vedremmo bene al Quirinale, tempo al tempo).
Capirete in breve che la Lombardia, dove risiede gran parte dell’Intelligentia pro-Green Pass (soprattutto, rileviamo, basata a nord del Po), è centrale, non solo nell’attualità ma direi più nella genesi dello status quo emergenzial-sanitario.
Dunque, il COVID iniziò a colpire a Wuhan, sappiamo tutti con quanti dubbi al riguardo (…). Invece in EU, anzi direi nel mondo Occidentale, l’epidemia partì proprio dall’Italia, sembra incredibile ma è così, andate a verificare. Anzi in particolare dalla Lombardia.
Vi ricordate Codogno? Appunto, che sta in Lombardia, vicino a Lodi. Il paziente zero, là, fu un iraniano arrivato dal sud Germania, che giunse in Lombardia, contagiò, torno da dove era partito e si volatilizzò, letteralmente, non se ne ebbe più traccia. Strano eh?
Ma le stranezze non finiscono qui: la moria di persone lombarde fu concentrata attorno a Pontida, come epicentro (come ben sapete), nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona, Crema soprattutto. La moria in particolare fu nelle RSA, dopo che la Regione Lombardia, con un documento ufficiale assai controverso e unico nel suo genere (al mondo), dispose che i malati COVID andavano ricoverati nelle RSA per anziani, senza nemmeno bisogno all’inizio di mascherina di protezione, causando appunto un’ecatombe. Questo fu un folle unicuum, quello lombardo intendo, malati COVID in RSA, per inciso.
Ma le stranezze sono solo all’inizio: i contagi di COVID in Lombardia furono talmente preponderanti che, senza la Lombardia, non si sarebbe potuto parlare di COVID in Italia, primo paese EU dove esplose la malattia.
Nel febbraio 2020 l’ISS, che come sappiamo deve confermare finalmente i contagi di COVID con doppia analisi, produsse una circolare in cui richiamava le regioni a mandare il campione per la controprova a Roma; tale richiamo era soprattutto mirato alla Lombardia, rammentando che dei circa 8000 casi, solo 1300 erano stati confermati dalle controanalisi. Tutti atti ufficiale facilmente riscontrabili.
Da tale richiamo derivò uno stallo dei contagi, fino all’esplosione dei casi del 10 di marzo 2020, evidentemente a seguito di un ingorgo dei test mandati a Roma per conferma, forse prima non così copiosi.
Ben ricordando che i morti di COVID ai tempi erano tantissimi ai tempi semplicemente perchè si sbagliavano le terapie in ospedale: chi andava in ventilazione forzata di fatto moriva, personalmente ho perso un paio di amici così (poi si scoprì che il mix eparina e cortisone, quasi un antidoto per la trombosi disseminata causata dal COVID, era il salvavita, ndr).
Rammentando che le autopsie dei morti COVID erano ai tempi vietate; solo grazie ad un eroico medico di Bergamo – che c’è mancato poco venisse radiato dall’ordine per non aver seguito i regolamenti -, il quale se ne fregò delle direttive, il mondo sembrò scoprire che le cure sbagliate nella prima fase del contagio erano la principale causa di morte (…).
In tale contesto il presidente dell’Ordine dei Biologi, D’Anna, una volta arrivati copiosi i campioni per le controanalisi a Roma, a seguito della circolare ISS di cui sopra, annunciò al mondo che il ceppo COVID di Codogno era in realtà un ceppo autoctono, locale, o che sembrava derivare dal sud della Germania come paziente zero. Dunque, senza alcuna attinenza col ceppo cinese! Un dilemma ancora oggi su come sia potuto succedere questo (…).
Cominciate a intravedere gli intrecci, COVID-Lombardia-Germania (…).
Dal 6 di marzo 2020, il governatore lombardo Fontana decise di non pubblicare più i morti per provincia (lombarda), ma solo i dati aggregati regionali; evidentemente era chiaro che, se fossero stati pubblicati i morti, con il dettaglio, il problema era praticamente solo delle due province di Bergamo e Brescia; per altro il cuore del feudo Leghista. E parzialmente Crema, parte di Cremona, la zona a confine con Bergamo e Brescia, di fatto.
Precisamente in tale contesto venne delineata dal vice di Fontana, Sala, non il sindaco di Milano ma il vice del governatore leghista, la necessità di una zona rossa economica per la Lombardia e per certe selezionate aree del nord Italia. L’idea era di trattenere il residuo fiscale in Lombardia, suppostamente per combattere il COVID (rilevo solo che tale ipotetico atto, trattenere il residuo fiscale, è da sempre il sogno leghista, primo passo per secessionare il ricco nord; stesso sogno – e stessa metodica – sognata della Catalogna in Spagna, il cui presidente è riparato casualmente in Germania per evitare il carcere, ndr).
L’ “odiato” primo ministro Conte (odiato da coloro che avrebbero poi portato Draghi, quello dei Green Pass forzosi, a Palazzo Chigi, prima erano solo penalmente sterili DPCM, ndr), ai tempi, si rifiutò di fare quanto proposto dalla Lombardia leghista. Ed anzi, per la travolgenza mediatica degli eventi, decise che era meglio la zona rossa per tutta Italia. Dunque si andò tutti in Lockdown (…).
Parallelamente, precisamente in quelle ore, scoppiarono stranissime e concomitanti rivolte in circa 40 carceri italiane, tanto che dovette intervenire l’esercito, con le forze speciali dei Carabinieri: a Modena fu una carneficina. A Palermo venne esplosa, si dice, una cannonata all’Ucciardone, con i mezzi blindati del gen. Farina, ex capo NATO/Brunssum in Europa. Chiaramente, con cotanto dispiegamento di forze, le rivolte vennero sedate.
Nelle stesse ore, l’ “odiato” Conte (dai leghisti in particolare) mandò i blindati dei Carabinieri nei capoluoghi delle regioni del nord, gli stessi stimatissimi Carabinieri che oggi si tengono fuori dalle sfide di piazza coi “no Green Pass“; non si sa per quale motivo di cotanto dispiegamento di forze, ai tempi, ma temiamo qualcuno possa immaginare “il peggio“.
Qui mi fermo.
*****
Come capite, oggi che il virus non fa praticamente più morti, ma dove il Green Pass viene imposto a forza a tutti i lavoratori, caso praticamente unico al mondo (solo Tajikistan e Turkmenistan, due dittature o semidittature islamiche impongono a tutti il vaccino – anche l’Indonesia permette, pagando, esenzioni –), in Italia resta molto che non torna.
Direi davvero tantissimo, che non torna.
In tale contesto un giudice come Angelo Giorgianni è preziosissimo, in quanto – in punta di diritto – è in grado di evidenziare la follia della situazione. E sapendo come affrontare il problema, visto che fu sottosegretario all’Interno, vicino ai servizi segreti dei tempi (…).
Fate conto che, quando – solo alcune settimane fa – si rammentava che la Gran Bretagna non aveva il Green Pass, ci veniva detto via TV che era solo perchè là c’era un alto livello di vaccinazioni.
Ora che le percentuali di vaccinati sono più alte in Italia che in UK, resta la follia di un Green Pass che è imposto per legge in Italia – a costo di sconti di piazza e di crollo economico – ma continua a non esistere in UK (…).
Precisamente in tale contesto è emerso – fatto innegabile, per altro – che la Costituzione Italiana risulti fare acqua nelle parti più importanti: come lo Statuto Albertino fu una versione riduttiva come documento Costituzionale a livello di diritti concessi al popolo dal sovrano, così la Costituzione italiana attuale non permette ad esempio che i privati cittadini si appellino direttamente ai principi della suprema Carta, ossia alla Consulta, per far valere i propri diritti fondamentali.
Nel caso del Green Pass – infatti – lo Stato (attuale) se ne guarda bene dal verificare, per conto dei cittadini, la validità Costituzionale dei propri provvedimenti, forse onde evitare di venire cassati nelle proprie scelte. E magari, vista la gravità della situazione, di passare per golpisti, sebbene nel caso “bianchi“.
Ben sapendo che – tra gli altri – sarebbero proprio i giudici a dover sollevare eccezione di Costituzionalità sulle leggi; mentre sul Green Pass nessuno lo sta facendo, incastrati tra mille procedure e carriere particolari (…). Dunque, un giudice onesto come Giorgianni, che mette in risalto l’assurdità della situazione attuale relativamente al COVID, resta per noi di importanza capitale.
Oggi soprattutto.
Chiaramente, visto che una persona così è – chiaramente – assai pericolosa per il sistema marcio che purtroppo sembra circondarci, fanno sì che dimetta; grazie ad un provvedimento ministeriale che lo costringe in tal senso, onde ovviare a guai maggiori.
Da parte di un ministro davvero vicino a quell’asse meneghino-lombardo-tedesco che, rileviamo, è stato davvero intimamente intrecciato allo sviluppo del COVID in Italia negli ultimi due anni circa.
Visto che è stato proprio Draghi – sostenuto dalla Lega ed auspicato a Palazzo Chigi in tempi non sospetti da Bernhard Scholz, a capo anche della milanesissima Compagnia delle Opere, quasi a ripercorrere le orme del filo tedesco Cardinale Schuster 75 anni fa – a spingere per le parti più controverse e forzose della legge sui Green Pass. Meglio detta, in Lombardia, visto che senza i casi lombardi l’emergenza COVID in Italia non sarebbe esistita.
*****
Come capite, ho pensato bene come affrontare il discorso su Giorgianni e l’attacco ricevuto secondo noi dalle Istituzioni. Di Giorgianni, onde evitare di essere considerato partigiano, ho parlato poco, sia qui che in questi giorni. Nel contesto, preferiamo lasciare parlare i fatti, per farvi comprendere la perdita.
Immagino vi abbiano fatto nascere qualche dubbio.
Forse il COVID, in Italia, non è proprio come ve l’hanno dipinto. Dunque, le persone come Giorgianni, che evidentemente sanno cosa c’è dietro, ma che forse non lo possono dire, sono pericolosissime. Rischiando egli stesso di fare la fine di Giovanni Falcone.
Anche per questo noi stiamo con i giudici con la schiena dritta come Angelo, pochi ma per fortuna ce ne sono.
Domani sappiate che ce ne sarà uno in meno.
MD