Da tempo compaiono sulla stampa main-stream articoli secondo i quali la Cina avrebbe vinto la “guerra con l’America per le nuove tecnologie”.
Internet è piena di allarmi, fra i quali segnaliamo quello di un Ufficiale del Pentagono, già responsabile dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, dimessosi perché ritiene la battaglia con la Cina pressoché perduta.
Ovvero, che siano necessari 15 – 20 anni per recuperare il terreno, ma solo se ci si muovesse in fretta.
In effetti, la Cina ha recentemente testato un missile ipersonico nucleare che, prima di accelerare verso l’obiettivo, è in grado di fare il giro del mondo, dimostrando una tale avanzata capacità spaziale da cogliere di sorpresa i Servizi Segreti statunitensi.
Il missile ha mancato il suo obiettivo di una ventina di miglia, secondo quanto riferito dalle principali agenzie.
Fonti dell’Intelligence statunitense hanno detto che la Cina ha fatto progressi davvero sorprendenti sulle armi ipersoniche — e che è tecnologicamente molto più avanzata di quanto si fossero rese conto.
Il test solleva nuove domande sul perché gli Stati Uniti abbiano spesso sottovalutato la modernizzazione militare cinese.
Stati Uniti, Russia e Cina stanno tutte sviluppando armi ipersoniche, compresi i “veicoli a planata” (una sorta di aliante) che vengono lanciati nello spazio su un razzo, per poi orbitare intorno alla Terra grazie allo slancio.
Sono in grado di volare a cinque volte la velocità del suono e, quindi, sono più lenti di un missile balistico. Tuttavia, non seguono una traiettoria parabolica fissa. Sono manovrabili e, quindi, più difficili da tracciare.
Esperti del settore sostengono che un “veicolo a planata ipersonico”, dotato di testata nucleare, potrebbe superare i sistemi di difesa missilistica degli Stati Uniti, che sono progettati per distruggere i missili balistici a traiettoria fissa.
Un professore del Massachusetts Institute of Technology ha autorevolmente confermato, sostenendo che “I veicoli a propulsione ipersonica volano a traiettorie più basse e possono manovrare in volo, il che li rende difficili da tracciare e da distruggere”.
Sullo sfondo, Pechino continua a rinforzare le “forze militari convenzionali”, impegnandosi in attività militari sempre più aggressive nei confronti di Taiwan.
Le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina sono aumentate fortemente da quando l’Amministrazione Biden ha preso una posizione dura nei confronti di Pechino (in continuità con la politica dell’Amministrazione Trump) che, a sua volta, accusa Washington di essere eccessivamente ostile.
I Funzionari Militari statunitensi, negli ultimi mesi, hanno lanciato l’allarme sulle crescenti capacità nucleari cinesi, in particolare dopo la pubblicazione di alcune immagini satellitari che hanno provato la costruzione di più di 200 silos di “missili intercontinentali”.
La Cina non è vincolata ad alcun accordo sul controllo delle armi e non vuole coinvolgere gli Stati Uniti in colloqui relativi al suo arsenale nucleare e alla sua politica militare.
Frank Kendall (Segretario della US Air Force), nel suo “The return of Mao: a new threat to China’s politics”, pubblicato lo scorso mese, aveva lasciato intendere che Pechino stava sviluppando una nuova arma.
Ha detto che la Cina aveva fatto progressi enormi, raggiungendo il “potenziale per attacchi globali effettuati dallo spazio”.
Ha rifiutato di fornire dettagli, ma ha suggerito che la Cina stesse sviluppando qualcosa di simile al “Fractional Orbital Bombardment System” che l’URSS aveva utilizzato per una parte della Guerra Fredda, prima di abbandonarlo (chissà, forse un segnale su chi potrebbe esserci dietro quest’improvviso sviluppo).
Ad agosto, il Generale Glen VanHerck, Capo del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America (NORAD), lo aveva anticipato sostenendo, in una conferenza, che la Cina aveva recentemente dimostrato “capacità molto avanzate sui veicoli ipersonici a planata”.
Per poi aggiungere che la minaccia cinese avrebbe “portato sfide significative alla capacità del Norad di valutare e anticipare gli attacchi missilistici”.
Quest’arma, in effetti, potrebbe anche volare sopra il Polo Sud … e questa sarebbe una grande sfida per l’Esercito Statunitense perché, i suoi “sistemi di difesa missilistica”, sono concentrati sulla rotta polare settentrionale.
La rivelazione è arrivata mentre l’Amministrazione Biden stava lanciando la “Nuclear Posture Review” (un’analisi sulla politica e sulle capacità militari statunitensi), commissionata dal Congresso, che ha visto la contrapposizione fra i sostenitori del “controllo degli armamenti” e quelli che credono che gli Stati Uniti debbano fare di più per modernizzare il loro arsenale nucleare, per rispondere alle minacce soprattutto cinesi.
Il Pentagono non ha rilasciato alcun commento sul report congressuale, ma ha espresso preoccupazione soprattutto verso la Cina: “Abbiamo chiarito le nostre preoccupazioni sulle capacità militari che la Cina continua a perseguire, aumentando le tensioni non solo in quella regione”.
Il nuovo test, quindi, “… è uno dei motivi per cui riteniamo che la Cina sia la nostra sfida numero uno”.
L’Ambasciata Cinese ha rifiutato qualsiasi commento, ma il portavoce Liu Pengyu ha detto che la Cina ha sempre perseguito una politica militare “di natura difensiva”, senza prendere di mira alcun Paese in particolare:
“A differenza degli Stati Uniti, non abbiamo una strategia globale e piani per operazioni militari. Non siamo affatto interessati ad una corsa agli armamenti con altri Paesi.
Al contrario, gli Stati Uniti negli ultimi anni hanno usato pretesti artificiosi, come ad esempio ‘la minaccia cinese’, per giustificare l’espansione degli armamenti e lo sviluppo di armi ipersoniche. Tutto questo ha intensificato la corsa agli armamenti e ha gravemente minato la stabilità strategica globale”.
In questo caso, però, la Cina (che di solito annuncia il lancio dei razzi Long March, usati per lanciare in orbita veicoli ipersonici) ha vistosamente (forse anche ingenuamente) nascosto il lancio di agosto, annunciando il 77° e il 79° lancio, ma non quello d’interesse, il 78°.
Un Funzionario della Sicurezza americano, esperto dell’Esercito Popolare di Liberazione, ha detto che l’arma è stata sviluppata dalla China Academy of Aerospace Aerodynamics (CAAA).
Si tratta di un Istituto di Ricerca sottoposto all’autorità della “China Aerospace Science and Technology Corporation”, la principale azienda statale che produce sistemi missilistici per il programma spaziale cinese.
Cosa concludere?
Sarebbe davvero destabilizzante se la Cina sviluppasse e distribuisse un’arma del genere, potenzialmente in grado di dare il via a una nuova specifica “corsa agli armamenti”, di cui dovrebbe oltretutto sostenere i costi.
Per gli Stati Uniti si tratta, in effetti, di una “sveglia” assai brusca ma, a differenza della tendenza mediatica (orchestrata palesemente perché il Pentagono ottenga più fondi), non credo a un ritardo tecnologico ventennale degli Stati Uniti, non fosse altro perché le maggiori società globali dello high-tech sono americane.
Il nuovo vettore nucleare sarebbe davvero fondamentale se fosse in grado di portare un “first strike” così forte da impedire il “second strike”, ovvero la risposta del Paese colpito.
Ma non è questo il caso. Resterebbe comunque (pressoché) intatta la capacità di reazione.
La deterrenza nucleare (che poi è il senso ultimo delle armi nucleari, nei rapporti fra le tre grandi potenze), quindi, continuerà a fare il suo (sporco) lavoro.
Franco