F. William Engdahl (sintesi)
Ogni volta che qualcuno usa il termine “sostenibile” dovremmo indagare su cosa ci sia dietro questa bella parola.
Nel caso dell’”Agenda 2030” con i suoi 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, quello per la creazione di un’“agricoltura sostenibile”, se guardato da vicino, è in grado di distruggere potenzialmente gran parte della produzione agricola dell’UE, portando i prezzi globali del cibo ancora più in alto.
La Commissione Europea, sostenuta dall’onnipresente World Economic Forum (WEF) di Klaus Schwab e dal suo Grande Reset, chiama il suo Green Deal per il cibo con il nome accattivante di “Farm to Fork”.
Tenete a mente che sostenibile, secondo la definizione dell’ONU e del WEF, significa raggiungere “zero emissioni” di carbonio entro il 2050 — nonostante non ci sia studio scientifico indipendente in grado di dimostrare che la CO2 stia mettendo in pericolo il nostro pianeta creando il riscaldamento globale.
Solo miriadi di modelli informatici, dubbi ma ben finanziati. La CO2, in effetti, è essenziale per tutta la vita umana, animale e vegetale.
Ora, la Commissione UE sta spingendo per un’agenda radicale imposta dall’alto, diretta al cuore agricolo del secondo produttore di cibo più importante del mondo (UE), come parte del suo mal concepito “EU Green Deal”.
Se attuato, com’è probabile che sia, causerebbe la drastica riduzione della produzione sia di colture che di proteine animali e, fatto ancor più pericoloso, un ribaltamento dell’attuale legge europea volta a regolare le nuove colture geneticamente modificate, ovvero le OGM 2.
Tutto questo avrebbe notevoli conseguenze a livello globale.
Dalla fattoria alla forchetta …
Nel maggio 2020 la Commissione Europea pubblicò la sua strategia Farm to Fork.
La retorica ufficiale la fa suonare come una specie di nirvana alimentare: “La strategia Farm to Fork è il cuore del ‘Green Deal europeo’ che mira a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente”.
Wow, sembra una cosa davvero super.
Poi, però, si arriva alla vera agenda: “Abbiamo bisogno di riprogettare i nostri sistemi alimentari che oggi rappresentano quasi un terzo delle emissioni globali di gas serra, consumano grandi quantità di risorse naturali, causano la perdita di biodiversità e impattano negativamente sulla salute …”.
Questo è un modo davvero intelligente per demonizzare gli agricoltori e la nostra produzione alimentare.
La soluzione? “… le nuove tecnologie e le scoperte scientifiche, combinate con l’aumento della consapevolezza pubblica e della domanda di cibo sostenibile, porteranno benefici a tutte le parti interessate”.
Come pensano i burocrati non eletti di Bruxelles di “ridisegnare i nostri sistemi alimentari” per eliminare un terzo delle emissioni globali di gas serra entro il 2050?
Costringendo gli agricoltori alla bancarotta, esigendo nuovi costosi input alla produzione e nuove brevettate piante geneticamente modificate, senza peraltro dimostrarne la sicurezza!
Soprattutto, hanno intenzione di revocare l’attuale divieto de facto alla loro coltivazione.
Per chi non lo sapesse, è la stessa rischiosa tecnologia usata nei vaccini Covid-19 della Pfizer e della Moderna — mRNA corretto geneticamente usando CRISPR.
Il Commissario Europeo per l’agricoltura, Janusz Wojciechowski, parlando di Farm to Fork, ha sostenuto che: “Gli agricoltori dovranno trasformare radicalmente i loro metodi di produzione e fare il miglior uso delle soluzioni tecnologiche, digitali e spaziali … per inaugurare la nuova transizione agricola“.
L’UE, quindi, sta pianificando una trasformazione radicale … e già questo suona minaccioso.
Portare la quota di agricoltura biologica senza pesticidi al 25% del totale dell’UE e, allo stesso tempo, ridurre l’uso di pesticidi chimici del 30% entro il 2030, suona bene solo per i disinformati.
L’UE sta usando questa storia come un’esca per introdurre il radicale cambiamento delle attuali e severe regole europee, consentendo l’approvazione di piante e animali geneticamente modificati in agricoltura.
Nel suo documento del maggio 2020 sul Green Deal, l’UE affermava che: “La Commissione sta conducendo uno studio che esaminerà il potenziale delle nuove tecniche genomiche per migliorare la sostenibilità, lungo tutta la catena di approvvigionamento alimentare”.
Questo significa modifica genetica, ovvero CRISPR/Cas9.
Nuove tecniche genomiche
Nell’aprile di quest’anno la Commissione UE ha pubblicato lo studio sulle “nuove tecniche genomiche” (NGT), attraverso le quali si stanno producendo piante e persino animali geneticamente modificati.
Il rapporto sostiene che le NGT “… hanno il potenziale per contribuire a un sistema alimentare più sostenibile, come parte degli obiettivi del ‘Green Deal europeo’ e della strategia Farm to Fork”.
Il rapporto chiede un “dibattito pubblico” per cambiare le severe leggi dell’UE sulle colture OGM, che richiedono test approfonditi e, soprattutto, la loro etichettatura.
Quella legge (del 2001) ha limitato con successo l’uso di OGM in tutta l’UE, in contrasto con gli Stati Uniti dove gli OGM non regolamentati sono dominanti in tutte le colture-chiave.
Nel 2018 la Corte di Giustizia Europea e il Tribunale dell’UE hanno stabilito che le colture geneticamente modificate dovrebbero essere soggette alle stesse norme rigorose degli OGM di prima generazione.
La chiave dell’agenda di Davos e dell’europeo Farm to Fork è la radicale riduzione dei pesticidi, da sostituire con colture geneticamente modificate presumibilmente in grado di sostituirli.
La Commissione UE, in combutta con la Bayer-Monsanto e con gli altri lobbisti dell’agribusiness degli OGM, sta lavorando duramente per rimuovere questa restrizione giudiziaria.
Il Commissario per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, ha dichiarato ad Aprile che: “Lo studio che oggi pubblichiamo conclude che le Nuove Tecniche Genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork”.
Nuove Tecniche Genomiche è l’eufemismo usato per “colture geneticamente modificate”.
Il Vicepresidente dell’UE e responsabile per il Green Deal, Franz Timmermans, ha promesso enormi tagli ai pesticidi, implicando che questi deriveranno dall’abolizione delle restrizioni sulla manipolazione genetica.
In una recente conferenza in occasione della Settimana Verde europea, ha detto che l’UE mira a dare agli agricoltori gli strumenti per adottare un’”agricoltura di precisione” e per sfruttare le scoperte scientifiche volte a ottimizzare i semi: “È così che limitiamo la nostra dipendenza dai pesticidi”.
L’”agricoltura di precisione” e le scoperte scientifiche per ottimizzare le sementi sono lo strumento di Bruxelles per l’introduzione massiccia della manipolazione genetica non regolamentata.
Ha poi continuato: “Passare all’agricoltura ecologica non significa che dobbiamo mangiare l’erba e vivere nelle caverne. Basteranno le ultime tecnologie”.
Ancora una volta, questo significa gene-editing CRISPR.
Tradotto in parole povere, il cuore di Farm to Fork è il ribaltamento della Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2018 che tratta le piante o gli animali geneticamente modificati (CRISPR) secondo le stesse severe regole del “principio di precauzione” usato per gli OGM di prima generazione .
Senza restrizioni, le aziende di gene-editing come la Bayer-Monsanto saranno libere d’introdurre piante e animali geneticamente modificati (sperimentali e non testati) nella nostra dieta, senza alcuna etichettatura.
Un tale regime esiste già negli Stati Uniti, dove l’USDA e i regolatori permettono l’olio di soia modificato con il gene CRISPR, funghi che non scuriscono, grano con più fibre, pomodori più grandi, olio di canola tollerante agli erbicidi e riso che, nel crescere, non assorbe l’inquinamento del suolo.
I progetti statunitensi di modificazione genetica su pesci e animali ne includono di discutibili, come ad esempio mucche che partoriscono solo vitelli maschi; maiali che non hanno bisogno di castrazione; mucche da latte senza corna e pesci-gatto con una crescita potenziata e con più cellule muscolari.
Decisamente, non fanno venire l’acquolina in bocca …
CRISPR: i rischi sono enormi, le ricompense no
La spinta maggiore per rimuovere i regolamenti dell’UE sulle colture e sugli animali geneticamente modificati viene dalla Bayer-Monsanto e dagli altri giganti dell’agribusiness OGM, fra i quali Syngenta, BASF e Corteva di DowDupont.
Nel novembre 2020 Liam Condon, Presidente della divisione “scienza delle colture” della Bayer-Monsanto, disse in una conferenza della “Bayer Future of Farming” che la società stava facendo pressioni “molto forti” per cambiare i “regolamenti OGM” dell’UE, esentando da questi l’editing genico.
Condon disse che: “Stiamo promuovendo molto fortemente il concetto che i regolamenti debbano mettersi al passo con il progresso tecnologico e consentire che questa tecnologia venga utilizzata, non solo a beneficio degli europei, ma di tutto il resto del mondo che, per i regolamenti, guarda all’Europa”.
Condon definì l’editing genico e la tecnologia CRISPR un “incredibile passo avanti” che avrebbe permesso all’agricoltura di essere più sostenibile.
Quello che non disse è che la deregolamentazione delle colture geneticamente modificate avrebbe permesso alla Bayer-Monsanto e ad altre grandi compagnie di OGM di far pagare agli agricoltori i loro semi “sostenibili”, ovviamente brevettati.
La modificazione genetica delle piante o degli animali non è affatto priva di rischi, come invece si è sostenuto.
Questa tecnologia non è affatto precisa e sotto controllo.
Spesso ha esiti imprevisti, come ad esempio l’alterazione genetica involontaria, o l’aggiunta involontaria nel genoma di organismi geneticamente modificati di DNA (o addirittura di interi geni) proveniente da altre specie
Si tratta di una nuova tecnologia ancora sperimentale. I suoi sostenitori sostengono che l’editing genico delle piante sia preciso. Ma le indagini affermano che si tratta di un’affermazione tutt’altro che provata.
In effetti, la dottoressa Allison K. Wilson, del “Bioscience Resource Project”, ha affermato che: “… i metodi di modificazione genetica delle piante tendono a introdurre UT (Unintended Traits, ovvero danni genetici). Nuove prove derivate dagli studi sugli animali e sulle piante indicano che lo stesso editing genico può provocare in sé mutazioni non volute. Queste includono l’inserimento di vettori, batteri e altri DNA superflui, come anche l’introduzione involontaria di grandi cancellazioni e riassetti del DNA”.
Questi non sono difetti minori che possano essere ignorati.
Per poi concludere che: “… i risultati della modificazione genetica sulle piante sono imprecisi e imprevedibili. A seconda della combinazione delle tecniche utilizzate, l’editing genico può essere altamente mutageno. Se in teoria potrebbe anche essere che un giorno sia possibile creare una coltura GM che soddisfi i requisiti generali dell’agricoltura sostenibile, in pratica è altamente improbabile che questo possa mai accadere”.
Secondo un’analisi della strategia Farm to Fork dell’UE da parte di Global Ag Media: “… l’effetto di queste strategie sarà una riduzione senza precedenti della capacità produttiva dell’UE e del reddito dei suoi agricoltori. Tutti i settori mostrano cali di produzione dal 5% al 15%, con il settore dell’allevamento ad essere più pesantemente colpito … Nel frattempo, qualunque sia lo scenario, i prezzi alla produzione mostrano un aumento netto di circa il 10%, con un impatto negativo per i redditi della maggior parte degli agricoltori. Il sindacato degli agricoltori dell’UE, il Copa-Cogeca, ha avvertito che questa politica si tradurrà in una riduzione senza precedenti della capacità agricola. E’ questo, in effetti, il vero intento dell'”agricoltura sostenibile”.
Davos e il Farm to Fork dell’UE
L’agenda radicale del Farm to Fork europeo trova la sua eco nel WEF di Davos che, già nel 2014, aveva promosso il suo “Enabling Trade: From Farm to Fork”.
In un rapporto del gennaio 2018 aveva affermato che: “Le tecnologie di gene-editing come CRISPR-Cas potrebbero fornire un modo per ottenere miglioramenti multi-trait, producendo un cambio di passo nella produttività e migliorando al contempo la resistenza alla siccità e il contenuto nutrizionale del cibo. Questo rapporto è stato fatto insieme alla McKinsey & Co come parte del ‘WEF Food Security and Agriculture Initiatives’ e del loro Grande Reset. I partner del Forum del WEF includono Bayer, Syngenta e BASF”.
Secondo il sito web ufficiale, “Il WEF, nell’incontro annuale del gennaio 2020, a Davos, ha riunito i leader dell’industria e del business con il Vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, per catalizzare il Green Deal europeo”.
Anche Liam Condon della Bayer era presente, così come i capi di Syngenta e BASF.
Se il settore agricolo dell’UE venisse aperto agli OGM 2 — e la sua produzione fosse di conseguenza radicalmente ridotta — si arriverebbe a una sempre maggiore scarsità di cibo in tutto il mondo.
E’ questo il piano eugenetico di Davos, insieme alla sua agenda Covid-19. Chiamarlo Farm to Fork lo fa sembrare una cosa innocua … ma chiaramente non lo è.
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Link: http://www.williamengdahl.com/englishNEO29Sept2021.php
Scelto e tradotto da Franco