Abbiamo una memoria di ferro: Trump aveva già proposto nel 2020 di piantare 1000 miliardi di alberi come misura pro-clima tutti lo attaccarono. Oggi la proposta del COP26 è meno aggressiva e tutti si applaudono. Ma che presa in giro è mai questa?
Chiaramente , i “Green” attuali, quelli di Glasgow, dimostrano di non avere alcuna idea concreta innovativa su come affrontare il cambiamento del Clima. Forse perchè non si tratta di una emergenza vera, ma solo fittizia? Sono solo interessi? Il tempo ci dirà.
Resta che la proposta di riforestazione di cui al COP26 attuale, proposta oggi osannata, è una proposta di Trump, che è stato copiato (male).
FATTI!
Ricordo infatti che nel discorso dello “State of the Nation” del 2020, è emersa la proposta di Trump di aderire al progetto di piantare 1000 miliardi di alberi. Piovvero critiche da tutto il globo, ricordo, vedasi CNN sopra….
Solo per far emergere, a meno di due anni di distanza, le contraddizioni dei globalsti che si danno giusto una mano di “verde“, dopo essere arrivati a frotte a Glasgow con inquinantissimi jet privati: sono disperati e dunque copiano le proposte altrui.
Peccato che solo poco tempo fa attaccavano Donald Trump – senza presentare contenuti adeguati, ma solo con l’insulto e la propaganda, vedasi le immagini proposte – per la sua adesione al progetto di riforestazione, senza rendersi conto che sia la FAO/ONU che la principale rivista scientifica mondiale di fatto supportano il progetto, definendolo addirittura risolutivo sotto certi termini.
Sono solo interessi cari miei!
E la buffonata andata in mondo visione da Glasgow lo dimostra. Ossia, lo scopo non è salvare il pianeta ma controllare il mondo. Dunque, per lo scopo “di potere”, Trump andava eliminato.
Punto e finito.
Diamo dunque a Cesare quel che è di Cesare. Ed a Donald quello che non solo è di Trump ma del popolo del mondo: la ragione “ambientale”, nel contesto specifico.
Parimenti, diamo dei truffatori a quelli che solo a parole parlano di Green, in realtà interessati a farvi indebitare per cambiare l’auto tradizionale con una aborto termodinamico, con le tecnologie attuali, sempre da loro prodotto, una sorta di batteria con 4 ruote attaccate (“aborto” quanto meno in comparazione al diesel e avendo in mente il pesante impatto ambientale dell’auto elettrica, ndr).
Concludendo, possiamo reiterare lo stesso messaggio di sempre: dietro all’auto elettrica NON sembra esserci la necessità di ridurre la CO2, i dati ed i fatti – oltre che i comportamenti – parlano chiaro. E tanto meno di combattere il riscaldamento climatico (basta guardare le fonti di CO2 per capire che l’autotrazione-trasporti privati sono una parte ridottissima parte dell’emissione di anidride carbonica terrestre globale in atmosfera, ndr). Soggiace invece un driver economico tento appositamente occulto – arricchire i gestori di tale nuova tecnologia – e geostrategico – spodestare gli USA dal dominio globale -.
Dunque, deriviamo che i nemici dell’America stanno sia all’estero che, sigh, dentro i confini USA.
In tale contesto, i partner storici di Washington, Italia in primis, sono destinati a soffrire più di tutti (si vede benissimo…).
MD