Solo la quota Roche in mano a Novartis vale circa 21 miliardi di dollari. Anche la Sandoz, nel portafoglio del colosso svizzero, da mettere fuori perimetro – vedremo come – potrebbe valerne una decina. Per un’azienda che capitalizza circa 190 miliardi di dollari equivalenti significa che l’elefante è entrato in cristalleria….
Quello che pochi intendono, oggi, è che il vaccino mRNA, tecnicamente un abuso per come è stato gestito durante la pandemia (quanto meno secondo l’opinione di chi scrive, senza test preventivi completati in forma canonica, seppur in presenza di una malattia che ormai uccide pochissimo, ndr), apre la porta a tutta una serie di nuove tecnologie che ridisegneranno BigPharma per sempre. Parimenti, anche parlare di ipotetica depopolazione mondiale farà – nel caso – male, più avanti, quanto meno alle grandi aziende farmaceutiche; i cui profitti dipendono dalla dimensione del bacino di utenza, chiaramente, meno anziani->meno profit...
Ad esempio, l’editing genetico: significa personalizzare la medicina. Chiaro, si potranno scoprire più cure, cure definitive, ma che faranno quelle tradizionali? Ecco dunque fare capolino una nuova industria, di fatto, come il nostro Franco Leaf ci ha ben spiegato stamane, per altro con grandi rischi potenziali Parimenti, vedremo sparire parte delle industrie esistenti.
Da qui la mossa di Novartis, che rischia di far tremare il mondo di BigPharma.
Si sa infatti che le aziende svizzere, al contrario di quelle tedesche o francesi, sono sempre preferite nelle acquisizioni. Il motivo è sempre lo stesso: i gruppi elvetici non rappresentano un potere diciamo proto-coloniale anche aziendale, essendo la Svizzera l’unico paese diventato davvero ricco negli ultimi 100 anno senza essersi attivamente speso all’estero per depredare i propri cd. partners.
Da qui il successo di Nestlè ad esempio, di fatto un fondo di aziende food che però non vengono trasferite o spostate di sede, o gestite da stranieri, magari per fare leva su benefici fiscali. No, di norma le aziende restano dove sono, il caso di Perugina o Buitoni in Italia è abbastanza simbolico visto che anche dopo decenni bene o male le cose poco sono cambiate.
Fate invece il paragone con aziende tedesche in Italia, che SEMPRE devono avere CEO e direttore finanziario teutonico; o peggio quelle francesi, che addirittura fanno emigrare francesi col nome semi italiano o con nonni italiani in Italia per lavorare nell’azienda acquisita, ossia per minare alla base la deterrenza imprenditoriale italica, rubando ad esempio il mestiere. Capite cosa intendo… (forse anche per preparare una futura calata a tutto tondo in Italia, soprattutto se si tratta di aziende del nord ovest? ndr). E per non parlare delle delocalizzazioni imposte poi alle imprese acquisite della Penisola, spesso comprate – soprattutto dagli Europei – giusto per eliminare un competitor…
Ecco dunque che Novartis che compra in grande diventa un’occasione per tutti, globalmente. E tutto può succedere.
Visto che a Novartis di norma quando fanno le mosse le fanno giuste, in molti attendono la Big Move svizzera nel Pharma del III. millennio. Ben sapendo che agli svizzeri, nel mondo Pharma, quasi tutto è concesso, vista la proverbiale competenza e diciamo inusuale rispetto per l’azienda target quando si compra.
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L’interrogativo però è ben più grande: a parte la sorte dei farmaci generici, forse segnata quanto meno nell’Occidente, quale sarà la branchia di futuro sviluppo che sceglierà il colosso svizzero? Si, perchè in funzione della direzione presa, si farà da trendsetter per un intero settore.
Intanto il titolo langue, da buon acquisitore seriale. Viceversa molte aziende competitor brillano, lasciando perdere gli scintillanti pesi massimi come Merck, Pfizer, Roche, Novo Nordisk, J&J ecc.
Non includo, come notate, Glaxo, ormai diventata “piccola”, ma comunque rappresentante di un paese come gli UK. Un paese che si rispetti infatti autorizza medicamenti di massa alla sua popolazione – ad esempio – solo attraverso proprie aziende sistemiche e nazionali; a meno di essere in Svizzera, dove si è riusciti a delegare la produzione del vaccino COVID Moderna al produttore locale Lonza.
L’Italia nel contesto vive un momento davvero peculiare, da paese da sempre oggetto di culto all’estero, venerato per le sue bellezze, obiettivo di appetiti mai sopiti di paesi vicini, dove gli italiani con il loro credito intrinseco verso lo Stato/INPS cominciano davvero a diventare ingombranti questa volta (…)(visto che potrebbero far terminare la moneta unica), dovrebbe fare molta attenzione: un vaccino sbagliato potrebbe porre fine alla difesa anche militare italica, ad esempio attaccando la salute delle forze armate italiane vaccinate, guerra batteriologica 3.1 insomma (come se non ce ne fossero mai state prima….).
Pensate ad una potenziale sostituzione etnica italica? Teoricamente possibile. Anzi, fatelo pure, pensare a ciò, non è vietato. E nemmeno imponderabile, tra le altre cose… Visto che l’Italia nel G8 è l’unico paese a non avere più – tutte vendute… – una rete di aziende farmaceutiche sistemiche nazionali di dimensioni proporzionate al Paese.
Per intanto restiamo ad osservare gli accadimenti prossimi venturi: dalla futura mossa di Novartis si capirà infatti non solo dove andrà il mercato e che fine faranno le BigPharma attuali, se e quali continueranno ad esistere per vita propria o verranno fagocitate. E soprattutto, dalla direi inevitabile acquisizione che verrà fatta dal gruppo Svizzero, capiremo quale sarà il prossimo trend medico/farmaceutico globale, forse quello più importante degli ultimi 100 anni.
Si, perchè tale nuovo trend starà alla Svizzera, come Davos sta al Grande Reset di Schwab (Davos sta in Svizzera…)
MD.
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Image: thanks to National Cancer Institute, https://unsplash.com/photos/O13g6-Gtb5o