di Spectator
DIO LI BENEDISSE …
“e disse loro:
Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate sui pesci dei mari
e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”.
E così gli uomini (più o meno) obbedienti al comando di Colui che è, si moltiplicarono, riempirono la terra, la soggiogarono con i tesori che conteneva e dominarono sui pesci dei mari, sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra.
E il dominio generò in loro l’orgoglio del dominio.
Fu così che gli inquilini si ritennero i padroni e scacciarono il Padrone.
E sfruttarono la Terra come meretrice. Perché il bello non compreso, abbandonato agli spiriti romantici, lasciasse il posto all’utile perseguito dagli spiriti pratici.
Ma presto trovarono insipido il dominio sulla terra, gli uccelli del cielo e gli animali che strisciano sulla terra.
… Perché all’uomo, intriso suo malgrado di spirito, è poca cosa il mero dominio sulle cose.
Occorreva loro, per potersi confrontare con Colui che è, e appagare uno spirito divenuto titanico e intriso di volontà di potenza, rendersi padroni dell’Uomo.
Magnificarono, allora, la Scienza, da sempre espressione del desiderio umano di colmare la propria pochezza; … ma era solo un paravento creato dalla malizia per ornare di nobili orpelli la cupidigia sottesa a Techné.
… perchè era questo ciò che realmente essi volevano per appagare la sete di dominio! Questo volevano per poter trasformare il mondo in grande macchina. …
… Trascurarono che la Scienza apre l’intelletto all’infinito e alla percezione del limite insito nell’uomo, mentre la Tecnica lo riempie solo di orgoglio illudendolo della sua onnipotenza.
E trascurarono pure di rammentare … che il divino Fabbro è zoppo!
… Perché ciò che, organico e vita, può essere osservato e, in parte compreso in una dimensione razionale … è cosa “altra” rispetto alla formula che pretende di racchiuderlo!
Ma non era Sapienza ciò che cercavano. Era Potere e Dominio.
E per dominare occorre prima uccidere la verità e la giustizia.
Poi la bellezza, che è anche unicità delle cose e infinita varietà del mondo.
E’ ciò che fecero. Sostituendo il “vero” con l’utile, ciò che è “giusto” con ciò che è comodo e il bello con ciò che funziona.
Poi si dedicarono alla distruzione della varietà del mondo e dell’unicità delle cose. E, come accade allo zoo, rappresentarono il mondo, … sottraendolo alla vita.
Ma l’uomo continuava a provare “nostalgia”, perché il bello e il vero dormono nella sua profondità. E il possesso dei beni del mondo, che alimenta la sua cupidigia, non colma il vuoto del cielo perduto.
E, allora, fu necessario “curare” questa nostalgia proiettandone l’appagamento in un futuro sempre un po’ più in là. Fu così che inventarono il “Progresso”.
E, intanto, perché l’Uomo non si avvedesse dell’inganno e non scoprisse cosa muoveva la sua nostalgia nel fondo dell’animo, lo addestrarono a commuoversi per le cose dappoco, dettandogli ciò che doveva pensare relativamente a tutte le altre.
Da allora, il grado di civiltà dell’uomo venne misurato dalla sua disponibilità ad adottare il pensiero che gli veniva imposto. Tutto ciò era pratico perché dispensava dalla fatica di pensare e di farsi una propria opinione delle cose.
L’Uomo si specchia nell’Uomo. Questo è il motivo per cui forma una comunità. E lo specchio, restituendogli la sua immagine, gli consente di pesare il proprio animo. E questo è male! Perché nell’Altro l’Uomo può leggere la propria vanità e l’insostenibile leggerezza del suo essere.
E’ male perché, misurata la propria pochezza, l’Uomo puo’ pensare di trovar riscatto alla miseria della sua condizione riconoscendola. E riconoscendo nell’altro il fratello che la condivide, tendendogli la mano quando cade.
Questo era male. Molto male! E quindi si doveva evitarlo, separando l’Uomo dall’Uomo. Dopo aver suggerito all’Uomo … che l’Uomo è lupo all’Uomo.
Tutto sembrava andare a gonfie vele. Ovvero, nella direzione di una definitiva dolcissima e assentita liquidazione dell’Uomo.
Ma il tempo appartiene a Dio! E a “loro” venne improvvisamente a mancare.
Sicché divenne necessario scuotere l’Uomo da questo dolce torpore preagonico e prenderlo brutalmente per il bavero. Era necessario far cadere la maschera della benevola indulgenza a qualunque facile compiacimento dell’ego.
Era necessario imporre, ordinare, a suon di minacce, ricatti, terrorismi.
Occorreva liquidare, nel minor tempo possibile, tutti i residui di Uomo ancora presenti in qualche Uomo.
Ma l’Uomo ancora presente, è un Uomo dannatamente forte.
Perché sopravvissuto a tutti i secolari tentativi di provocarne l’estinzione.
Perché il suo sguardo è ancora disponibile ad annegarsi nella volta del cielo.
Perché egli ha dalla sua parte l’intelligenza e la saggezza antica di madre terra.
… Perché sa che al Male, il Tempo è misurato.
Photo by Alessio Ferretti on Unsplash