Dovevano essere passate almeno due generazioni da quando volevano resettare l’umanità.
A dire il vero il reset c’era stato, nel senso che alla fine l’umanità aveva resettato il sistema.
Ero fra i primi viaggiatori immobili, insieme ad altri amici sperimentavamo la macchina del tempo, questa volta ero appena tornato da un viaggio nell’anno 1980, in Italia.
Pronipote di un Italiano sapevo parlare quello che per me era solo un dialetto, nel mondo nuovo avevamo acquisito molte verità, in fondo le lingue erano state pensate diverse per dividerci in gruppi etnici.
In questi viaggi portavo sempre con me i diari di mio padre Matteo, studiavo la storia ed era molto utile confrontare la testimonianza diretta percorrendo il tempo in cui erano stati scritti.
Ah! Non vi ho detto che il viaggio nel tempo non è quello che potete immaginare voi.
Si è effettivamente immersi nella realtà passata, ma i loro abitanti non vi possono vedere ne voi interagire con loro, il viaggio nel tempo non è che una visione degli echi del passato che sono rimasti nello spazio.
Una specie di rappresentazione con una fase diversa della materia, il tempo appena passato è facilmente visibile, mentre quello remoto è parzialmente svuotato dai contenuti ormai troppo deboli per essere visti e rappresentati dalla nostra tecnologia, tuttavia rimangono gli eventi più grandi.
Non fatevi illusioni, nel futuro non ci si può andare, quindi niente lotterie e schedine, del resto adesso lo sport si fa per il gusto di farlo e non esiste nemmeno la pubblicità.
Il mio lavoro era ben considerato nella nuova società, avevamo capito che molte cose acquisite di recente, erano già state inventate in passato e nascoste per questioni di potere e interessi.
Ad esempio l’energia abbondante e pulita, Matteo mio padre si occupava proprio di quello.
Matteo aveva visto la transazione, così chiamavamo il tempo in cui la vecchia società implose perché ormai malata di una perversione, una specie di malattia che portava l’organizzazione a dover controllare ogni minimo afflato del singolo.
Quando questo successe lui era un bambino, suo padre invece gestiva il laboratorio di metallurgia della sua piccola comunità.
La transizione fu un periodo molto interessante, avevo già visto dei filmati fatti da altri viaggiatori, sarebbe stato il mio prossimo compito da studioso e per esercizio avevo iniziato la lettura dei diari di famiglia.
3 Febbraio 2029, All’inizio sembrava che una pandemia improvvisa avesse aggredito il pianeta, ma dopo un momento di smarrimento le istituzioni ci informavano che era questioni di pochi mesi e si sarebbe risolto tutto.
Ma i mesi come si sa non finiscono mai, ed uno dopo l’altro il traguardo di un ritorno alla normalità a quell’ordine “secolare” che aveva permeato l’occidente e la sua cultura sembrava sempre più lontano.
Le nuove regole imposte dai governi sembravano sempre meno logiche, va da se che in natura non conta ciò che sembra, ma ciò che è.
Non puoi ingannare il progetto archetipo della natura, ci saranno dei danni, ma il progetto prosegue il suo corso, dietro di se ha la spinta di una massa che è tutto, letteralmente.
Pensare di imbrigliare questa forza e piegarla ai propri voleri è come mettersi la giacca di Dio, e qualsiasi taglia voi portiate non vi calzerà mai a pennello.
Al massimo potete aspirare a un posto da diavolo.
Nel passato alcuni filosofi avevano esaltato la potenza della ragione, certamente la neocorteccia ci apriva grandi spazi e conoscenze, ma l’architetto naturale di questa nuova formazione, qualsiasi sia il tuo credo o la tua gnosi, è sicuramente una lega avanti a te.
Come dicevo la società ormai viveva in un incubo, fatto di divieti, finanche per andare a mangiare.
L’umanità divisa in lasciapassare, separata da zone colorate, ovviamente per il bene della specie umana stessa, almeno questo era il verbo.
Ma la natura non si adatta certo alle leggi degli uomini, e lentamente le persone iniziavano a rifiutare questo nuovo ordine, come in natura quando un territorio non offre più cibo e benessere alla fauna locale, la stessa inizia a spostarsi verso luoghi più confortevoli.
All’inizio pochi villaggi di coraggiosi iniziarono a separarsi, gente che era arrivata perlopiù dalle città dove la vita sociale era abbruttita dalla rabbia e dal dolore di un modello transumano.
Poi i villaggi nelle campagne si fecero più numerosi, infine si formarono altri villaggi adiacenti ai primi.
In quel periodo il vecchio ordinamento forniva la maggior parte delle cose materiali e molti pensatori già intravedevano la necessità di sviluppare in proprio le tecnologie necessarie alla sussistenza minima dei villaggi.
Più le leggi diventarono stringenti e più la gente lasciava gli agglomerati urbani, il cosiddetto lavoro, per unirsi a comunità esistenti o fondandone di nuove.
Tecnicamente le persone stavano abdicando dal modello economico esistente per crearne un’altro.
Insomma era scattato quel meccanismo naturale, indicava che la sopravvivenza in quei luoghi “costava” troppo e bisognava trovare soluzioni più facili ed a misura d’uomo.
All’inizio i poteri cercarono di contrastare questi esodi, queste dimissioni di cittadinanza, ma sempre più l’azione centrale diventava inefficace.
Era buffo ascoltare i dettagli dai vari uffici: oggi siamo al 50% di organico, pattugliare il territorio è impossibile!
Ma sono in mutua? Solo un 5%.
Si sono licenziati? Non risulta, semplicemente non ci sono.
Si è rotto il ponte radio sul monte Beigua, fai uscire una squadra.
Non ho più una squadra completa e tra l’altro non ho più carburante nei mezzi perché i due manutentori si sono licenziati.
Ma si sono licenziati tutti? No solo alcuni, ma gli altri non ci sono comunque.
Rischiano il posto di lavoro sono ammattiti?
Non saprei, probabilmente il lavoro non interessa più.
Mezza Liguria sarà senza TV…. Già, non so cosa fare, chiedo ad altre sedi se ci possono dare una mano.
Il crollo più verticale della vecchia società fu quando gli operatori dell’energia elettrica iniziarono a scarseggiare, le centrali si fermarono, per un po’ sopperirono comprando energia da altri paesi, ma alla fine la rete non mantenuta iniziò a non funzionare più, inoltre anche nelle altre nazioni stavano accadendo cose analoghe.
Poco dopo cadde internet, ed il reset fu grande, nel senso che il recinto si dissolse, nessun controllo, nessun teatrino sui social, le finestre di Overton si ruppero e i loro spazi furono progressivamente riempiti dalla natura che si riappropriava del proprio essere, quello si, veramente globale.
E’ lì che si maturò l’idea del grande reset, di coloro che volevano imporlo e che invece l’avevano subito, ineluttabile e fatale come la morte.
I miei avi dicevano che chi semina vento raccoglie tempesta, il risultato era stato scritto nelle pieghe del tempo passato, ma solo ora si era disvelato a tutti.
E puntualmente la tempesta arrivò, senza energia le stesse macchine, gli stessi sistemi di controllo e propaganda che servivano a mantenere la sinarchia, ormai giunta a livelli di delirio mistico, non funzionavano più.
Il loro spegnimento segnò anche la dissoluzione della sinarchia stessa, nulla di quel mondo aveva più valore perché semplicemente le genti non lo accettavano più.
Non erano interessate a quel modello, il denaro non aveva più senso.
L’avidità era nuovamente nuda, malattia di un esagerato istinto di sopravvivenza.
Il popolo era guarito, si era risvegliato ed aveva capito che si poteva vivere tutti con serenità.
Matteo (referente energia villaggio “Epiphanius”)
Matteo era figlio di Giacomo, che la transazione la visse da adulto fondando con altri uno dei primi villaggi.
Al tempo Giacomo elaborò l’idea di recuperare le sapienze di famiglia, per il villaggio era necessario preparare una serie di attrezzature di base per essere autonomi ed eventualmente scambiare quei prodotti con materie prime.
Si mise a studiare la metallurgia, come suo nonno, e la insegnò ai giovani del villaggio, dal laboratorio scuola uscirono tanti attrezzi utili alla cucina, ma anche per le arti mediche.
Io stesso uso ancora un coltellino dal manico in legno fatto dal suo laboratorio, sul manico è inciso un simbolo, una macina ed un quaderno, non so bene cosa significhi, ma sembra essere di buon auspicio.
Seduto sul bordo della macchina del tempo guardavo gli scoiattoli fuori dalla finestra, il coltello era fondamentale per il formaggio che avevo nella bisaccia.
Lo fa la mia compagna con il suo gruppo, buonissimo.
Certe cose sono perfette così, non bisogna cercare di migliorarle, sarebbe un eccesso morale, un affronto verso il grande architetto, ammesso che ci sia.
Io ero sono propenso a dire che il creato è frutto di una possibilità, ma non disdegno la fede altrui, in fondo sono qui per portare equilibrio, come gli altri del resto.
Voi no?
R.Z.
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