Siamo sempre più convinti che gli Stati Uniti saranno la nazione che dovrà supportare l’Italia quando avverrà la ricostruzione del nostro amato paese.
Non è solo un dovere politico, ma un dovere morale.
Le due nazioni sono veramente molto vicine, la loro storia si intreccia prolificamente (nel bene e nel male) negli ultimi 70 anni.
Chi potrà rimettere in sesto questo Paese dopo i danni che sta subendo da questa classe politica collusa a poteri più ampi e semi-nascosti?
A chi si rivolgeranno gli americani? A Renzi? A Salvini? Alla Meloni? A chi?
Dobbiamo lavorare assiduamente al fine di preparare il terreno per una nuova Italia, un’Italia fondata su valori reali, su principii forti e onesti.
Dobbiamo ritornare ad essere l’interlocutore privilegiato degli USA, dobbiamo ritornare a essere il loro occhio nel Mediterraneo.
Ma per fare questo è necessario proporre le persone giuste al di là dell’oceano.
Credo che i lettori del nostro blog (almeno quelli più svegli) abbiano capito cosa stiamo facendo. Sappiamo non essere un compito facile. Ma se fosse facile probabilmente non ci interesserebbe. Se fossimo interessati alle cose facili, avremmo urlato e inveito contro il governo solo per far piacere a quella massa di cittadini che utilizzano internet come sfogo per le loro frustrazioni.
E così avremmo attirato visualizzazioni. Ma a noi questo non interessa. Noi siamo pragmatici. E guardiamo al futuro. Ma non a quello che c’è dietro l’angolo. Noi vogliamo essere parte attiva della ricostruzione di questo Paese.
Sappiamo che la politica è fondamentale, ma a noi non interessa. A noi interessa riprenderci il nostro Paese e fornire consigli e supporto a chi è interessato eventualmente a un discorso politico.
Anche se siamo consapevoli che chiunque si getterà nell’agone politico italiano debba prima riflettere sulla natura delle istituzioni che rappresenterà.
Perché è lì che sta il marcio. Nei corridoi delle Istituzioni, dove burocrati e funzionati svivacchiano e se ne fregano del Paese reale.
Ripensare il Paese, ecco cosa è necessario fare. E noi pensiamo che le persone che avete imparato a riconoscere nelle nostre interviste (almeno alcune di esse) siano quelle giuste: prima fra tutte il Giudice Angelo Giorgianni, per il quale nutriamo profonda stima.
L’intervista con Francis Boyle, avvocato per i diritti umani e professore di diritto internazionale presso l’Università dell’Illinois College of Law, è servita a mettere in contatto due poli importanti della nostra formazione, partendo dal presupposto che un avvocato del calibro di Francis Boyle sia estremamente importante per il successo di Angelo Giorgianni negli Stati Uniti.
Abbiamo numerose leggi e trattati internazionali a nostro favore da utilizzare contro i globalisti che vogliono imporre il Nuovo Ordine Mondiale attraverso il Great Reset.
Il Professor Boyle ha grande esperienza delle armi batteriologiche ed è stato uno dei primi, se non il primo ad affermare il 24 gennaio 2020 che il virus era “fuggito” dal laboratorio a livello di BLS-4 di Wuhan.
Da quel giorno i mainstream media si sono scatenati contro di lui, tacciandolo di complottismo.
Consiglio a tutti di leggere il libro del Professor Boyle sulla relazione tra le armi biologiche e il terrorismo:
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Ringraziamo Angelo Giorgianni e Francis Boyle per questa bellissima chiacchierata. Entrambi saranno sempre ospiti molto graditi sul nostro canale.
Come sapete YouTube è avaro di soddisfazioni e fa di tutto per ostacolare chi prova a riportare obiettivamente gli accadimenti di questo mondo. Per questo abbiamo pubblicato sul social di Google solo un estratto, un’anteprima dell’intera intervista:
Potrete seguire l’intera intervista su Rumble:
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l’Alessandrino