Impressionante distopia finalizzata a non far capire in EU e soprattutto in Italia l’essenza dei fatti, di questi tempi. Ad esempio, durante il COVID e soprattutto nel post COVID, penso di non aver mai sentito in vita una quantità così smisurata di propaganda interessata nei media, negando troppo spesso la realtà (…).
Nel contesto virus, c’è voluto il prof. Frajese, uno dei virologi più titolati d’Italia, che, in un video ritengo farà storia nelle aule giudiziarie del mondo occidentale fra qualche anno, quando ha reso ufficialmente erudita la politica romana – il Senato – dei rischi che si corre a far vaccinare in massa la popolazione italiana con un vaccino non adeguatamente testato, in forma canonica, dall’EMA. Ed anzi, vaccino ancora sperimentale. Ossia facendo correre alla popolazione gli stessi precisi, identici rischi che si materializzarono nei bambini focomelici a seguito dell’utilizzo della talidomide.
Sulla focomelia il 25.6.2015 Gian Antonio Stella sul Corrriere della Sera scriveva (LINK):
“«Di 688 nati malformati nel 1961, nel nostro Paese, ne sono rimasti vivi circa 125. Molti sono finiti al Cottolengo e poi deceduti…». Sono passati cinquantatré anni, da quell’estate del ‘62. Eppure le migliaia di vittime del talidomide ancora rivendicano quel risarcimento che la Germania non ha mai concesso.”
“Anzi, qui lo sappiamo chi fu il demonio: chi produsse quel farmaco spacciato per un tranquillante senza controllare gli effetti sui feti. Effetti che, come avrebbero dimostrato le analisi successive (e tardive) su conigli, ratti, pulcini, pesciolini, erano catastrofici.”
Vedremo che succederà col vaccino COVID, visto che all’inizio la talidomide non si sapeva se facesse danni o meno a chi la utilizzava.
Al link: https://youtu.be/hb-gvAPxD5Q
Men che meno si erano collegati ai tempi i bambini focomelici a tale medicamento; solo molto dopo si scoprì la correlazione (immaginate se le miocarditi verranno collegate a tali vaccinazioni massive, da qui a qualche tempo…).
Ovvero, per poter inquisire ufficialmente i policy makers, ossia lo stato, rendendo nel caso responsabili penalmente e civilmente (anche e soprattutto a livello personale) i politici coinvolti nelle decisioni nel caso nefaste, bisogna dimostrare che loro erano consci dei rischi. Bene, la relazione ufficiale del prof. Frajese al Senato ha raggiunto tale importantissimo scopo, il passo che mancava, ora c’è tutto (…)(vedasi sopra).
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Precisamente in tale contesto siamo qui a discutere se festeggiare o meno il 20. anniversario dell’euro…
Ossia la moneta che – secondo Bloomberg – ha reso in media e pure in mediana gli italiani assai più poveri che ai tempi della lira.
Naturalmente tale report, dettagliato, non ha avuto alcun eco in Italia; dove le notizie importanti, che possono mettere a soqquadro gli interessi incrociati e paralleli del cadreghisti romani vengono accuratamente silenziate.
Nel caso dell’euro la faccenda però è anche più complessa.
A parte che la maggioranza del nord Italia aveva sposato Salvini nel 2018 per sfidare l’euro, ovvero per al limite anche per uscirne; solo per ricavarne un sonoro tradimento, alla pari dei tradimenti sull’argomento dell’ex presidente della fondazione Eurexit, Francesca Donato, leghista anche lei (oggi impegnatissima come anti-vax, verrebbe da dire che morto un tema se ne sposa un altro pro-cadrega, “scurdammoce ‘o passato” e via dicendo), Antonio Maria Rinaldi del lato B del Piano B (“Mai detto che volevo uscire dall’euro“), Alberto Bagnai (“anti-tuttosubista” , in procinto di tornare a fare il professore associato), Claudio Borghi (travet politico, nulla più, tutta gente che ci ha illuso e poi non ha fatto nulla per sfidare l’EU), siamo qui a fare alcune brevi considerazioni sul fallimento dell’euro per l’Italia.
In fondo, la verità è che le elites padane, le stesse che oggi sposano il vaccino obbligatorio ed i provvedimenti liberticidi, gli stessi che hanno gestito – lato nord – l’epidemia con epicentro Pontida del COVID nel 2020, non hanno mai avuto alcuna intenzione di uscire dalla moneta unica. Ossia, lo 0,1-1% contrario all’ITALEXIT vs. il 99,9-99% a favore della rinegoziazione dei parametri dell’euro ha portato alla sconfitta della stragrande maggioranza dei votanti. Il motivo? Chi teneva le leve del potere era ricco di risparmi che non si voleva riconvertire in lire (…).
Il risultato oggi sono che tali pro-€ sono in larga parte vaccinati, loro e le relative famiglie. E facilmente la loro industrietta padana è in crisi o quasi, aspettate la prima bolletta dell’energia di quest’anno. E l’inflazione seppur negata in arrivo, pur con l’euro. E l’eccesso di anziani improduttivi. E l’INPS quasi al fallimento…
Non so se è stato un affare, rimanere nell’euro con tali conseguenze, sinceramente….
Su quanto sopra bisognerebbe dunque ragionare, in Italia. Ovvero meditando se veramente l’Italia sia stata una democrazia, quanto meno da Tangentopoli in avanti.
L’altro aspetto da meditare è come la stampa italiana sia bravissima a tacere selezionate notizie: sfido chiunque a trovare, in lingua italiana, la “rivelazione” di cui al presente intervento (stile scoperta dell’acqua calda), di seguito. Ossia che l’euro è stato assai deleterio per l’Italia, altro che successo!
In tale contesto va rilevato come gli stessi soggetti che hanno fatto da barriera, nel settentrione, alla rinegoziazione dei parametri dell’euro, ossia senza assolutamente minacciarne l’uscita pur avendo preso i voti per farlo, siano in gran parte contigui famigliarmente a coloro che ai tempi facevano parte della famigerata R.S.I., lo stato fantoccio tedesco (…).
In larga parte i leghisti, anzi, sono pavlovianamente rivolti verso il Gottardo; gente che – lato Lombardo – mai è stata uno Stato ma sempre e solo una provincia, una vacca da mungere insomma; ricca si, ma solo quello. Almeno da fine 1500, come ben descritto da Carlo Maria Lomartire ne “Gli ultimi Duchi di Milano” (Ludovico il Moro si rifugiò in cerca di protezione proprio in Austria, poi furono dominazioni su dominazioni, ndr).
Resta il fatto che oggi siamo qui a rimpiangere la lira, visto che l’euro ha portato disastri. E che fra qualche tempo porterà, ritengo relativamente a breve, fatti salvi macro-eventi globali, anche a tragiche a ricette greche.
Già nel 2017 lo stato francese ha studiato come implementare una patrimoniale immobiliare (differita) sulle case degli italiani, non è uno scherzo, trattasi di un documento ufficiale dello Stato francese….
Salvo l’innegabile ed anzi certo tentativo lato francese di fare il sacco dell’Italia, illudendo di slegare la Penisola dall’euro. Solo per legarla all’euro CFA di nuova fattura con baricentro Parigi, dove i paesi africani verrebbero sostituiti dall’Italia come colonia (…).
Fatto salvo, ritengo, in caso di fallimento di tale indirizzo diciamo economico, cercare di rifarsi sui territori del nord ovest italiano, anche militarmente se necessario (magari invocando o la sicurezza dei confini, o un debito in euro non pagato, o entrambi).
Resta la fattualità di quanto riportato di seguito, ossia che il Paese che ha avuto maggiori danni dall’euro è stata molto probabilmente l’Italia. Mentre invece il blocco che ne ha ricavato più vantaggi è stato quello tedesco.
Lo diciamo da anni, chi ci segue lo sa.
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Riprendiamo dunque un bell’articolo della stampa svizzera italofona, sotto (al LINK). Citiamo solo un passaggio saliente. Il resto ve lo lasciamo da leggere e meditare.
“Nel 2019, il Bloomberg Economics provò a stilare una classifica dei Paesi che maggiormente avevano beneficiato dell’euro e, al primo posto, si classificò la Germania, capace di accrescere la propria competitività, seguita dall’Austria e dalla Finlandia. Tra i fanalini di coda, si piazzarono invece la Francia, l’Italia e la Spagna, dove la produttività ed il costo del lavoro avevano subito un peggioramento a causa della crisi economica del 2008.”
Resta il fatto che, dati alla mano, gli italiani oggi siano MEDIAMENTE ben più poveri/con meno benessere diffuso di quando avevano la lira.
MD