Ieri la Stampa di Torino, pietra angolare italiana del potere mediatico diciamo globalista con sede ideologica nella ex capitale sabauda, ha pubblicato un interessante articolo: strani malori tra i giovani in una regione del Canada, il New Brunswick.
Noi, lontani, possiamo solo osservare gli eventi. Ed analizzare i fatti. Oltre a cercare qualche correlazione: ad es. quando un male si diffonde in modo così geograficamente indirizzato e colpendo sono una classe specifica di persone, è chiaro che debba/possa ragionevolmente esistere un certo qual fattore ambientale a causare il fenomeno, soprattutto se estemporaneo ovvero se prima era inesistente (…).
Un messaggio interessante, quello de La Stampa, di certo!
Siamo infatti tutti a leggere in rete di supposti effetti collaterali dei vaccini COVID, possibilmente – nel caso – un co-fattore da tenere d’occhio nei prossimi anni, non fosse altro per l’analisi del famoso prof. Frajese presentata in Senato in cui è stato chiarito senza tema di smentita che tali vaccini COVID sono di fatti sperimentali. E tale sperimentazione è oggi in corso, fino a fine 2023 almeno; ovvero anche i test di sicurezza se volete, non sono ad oggi terminati (LINK). Questo è quanto è stato riportato, ai Senatori che deliberano le leggi italiche quanto meno (…).
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Dunque, quasi per curiosità abbiamo cercato la % di vaccinati in tale provincia canadese: abbiamo rilevato essere percentuali elevatissime, tra i giovani locali; proprio quelli colpiti dalla strana malattia descritta da La Stampa di Torino.
Dunque, forse – ripeto, forse – abbiamo sembra trovato una (interessante) prima correlazione, giusto un punto di partenza.
Fonte: 17.11.2021, al LINK
Memori di un vecchio articolo di terzi (LINK), sul ns. sito, che metteva in risalto la possibilità di correlazioni tra uso di 5G e COVID (…), abbiamo verificato quasi per scherzo se nella zona incriminata ci fossero antenne 5G: abbiamo scoperto che proprio tale regione del New Brunswick è stata tra i pioniei nell’uso delle reti 5G in Canada. Ben ricordando che tali reti 5G funzionano con una incredibile immissione di energia, ossia con frequenze altissime, ovvero con onde anche simil-millimetrtiche, dunque ad alta energia, fino a 40-50 GHz (rete Verizon, in USA; memento che un forno a micro-onde funziona a circa 1/50 di tale frequenza, sebbene con potenze elevate; ben ricordando la correlazione diretta: frequenza <=>energia di trasmissione, ndr).
In poche parole, un campo elettromagnetico indotto dalle 5G su tessuti organici – tra gli altri possibili effetti – tende a “scaldare” più o meno localmente tali tessuti, fatto risaputo. Tanto che, oltre alla frequenza 5G “elevata” (c’è un “basso 5G”, un “medio 5G”, un “alto 5G” (fino a 50 GHz), ed un altissimo 5G, da 50 Ghz fino a 300); poi si passa direttamente al campo infrarosso, che per definizione è il campo di frequenze che “scalda” (discorso spiegato molto semplicemente, solo per farvi capire, ndr).
L’altro aspetto è l’effetto elettromagnetico sulla base dei EMF campi che i 5G inducono, come naturale conseguenza, reazioni locali: ad esempio tali elementi (tessuti?) tendono ad essere diciamo influenzati, ingenerando – diciamo semplicisticamente – delle simil-vibrazioni (meglio, risonanza) della loro struttura molecolare 2D (tipico del grafene ad esempio), caso quasi unico a livello scientifico; vibrazione/risonanza tanto sensibile negli effetti indotti all’ambiente ospitante quanto più la struttura dell’elemento, indotti nel caso dal campo EMF esterno. Struttura, nel caso, …, bidimensionale (…, …, …).
Nel contesto di cui al titolo abbiamo dunque trovato un’altra interessante correlazione, la terza, dopo quella sui vaccini e lo strano “anziano” articolo di collegamento 5G-COVID; visto che la cd. “vaccinazione”, sebbene con vettore mRNA (…), induce nel caso un effetto diciamo che “mima” il COVID (spike protein, induced), per rendere meno sensibili agli effetti del virus, (…).
Fino qui solo fatti ed un minimo di osservazione su notizie pubbliche.
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Non resta che andare a verificare cosa scrisse in tempi davvero non sospetti, ossia più di un anno fa, un interessante articolo che aveva solleticato in passato (LINK), ripeto, oltre un anno fa, la nostra curiosità per gli interrogativi che poneva nelle correlazioni 5G-COVID.
Visto che lo stesso autore specificava bene che era – appunto – mera osservazione, nulla più, tutto da verificare. Ossia, nulla di conclusivo dunque, nello specifico, anzi il contrario (…).
Visto che il metodo scientifico, da Galileo in avanti, è basato sugli interrogativi, noi siamo qui ad interrogarci. E ad osservare, comunque.
Si noti che non abbiamo assolutamente l’intenzione di spingerci, oggi, su questo sito, a riprendere analisi esterne (anche se elaborate da gente che comunque fa parte a tutto tondo della scienza, essendo scienziati abilitati e riconosciuti, alias “La Quinta Columna”, sito spagnolo), in cui sembrerebbe (da analisi dettagliate microscopiche proposte) che ipoteticamente dentro le iniezioni di vaccino COVID ci potrebbe essere addirittura grafene e/o nano-processori (…).
Fatto – questo – difficile da credere, per chiunque; anche per gli scienziati che hanno fatto l’analisi, rileviamo dal loro video (LINK)
Anche nel presente caso siamo qui ad osservare le ricerche/papers altrui; ed anzi chiediamo un’analisi più approfondita in riguardo, alle autorità competenti. Senza concludere assolutamente che quanto “La Quinta Columna” afferma possa essere vero, direi anzi il contrario: c’è infatti bisogno di verifiche urgenti vista la gravità delle affermazioni fatte (…).
Quello che ci preoccupa, invero, è quanto capitato nella Regione canadese sopra citata: infatti gli effetti che leggiamo essere presenti, là, nei giovani, citati sulla testata torinese, intendo i sintomi, sembrano davvero coerenti con l’articolo pubblicato un anno prima sopra citato (LINK), articolo che sembrava stranamente ben informato su dove guardare.
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Stranissimo per altro che il servizio di rete internet a cui felicemente aderiamo, di proprietà di un famoso colosso USA di internet, abbia reiteratamente chiesto la cancellazione di detto articolo dal nostro sito (…), pur avendo precauzionalmente ed anticipatamente noi già attuato la limitazione di diffusione dello stesso, come richiesto dal servizio stesso.
Di più non aggiungiamo (…).
Lasciando il lettore a meditare.
Con – di principio – la preghiera del rispetto da parte di tutti, autorità in primis, della massima precauzione quando si tratta di salute pubblica, soprattutto se in presenza di dubbi concreti (vedasi relazione del prof. Frajese al Senato italiano) su danni potenziali da medicamento non testato adeguatamente.
E’ un atto dovuto, il nostro. Anzi, non solo, il nostro….
MD
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Image: thanks to National Cancer Institute, https://unsplash.com/photos/yg1Zayn0Few