Alla fine il percorso logico dell’autore di Bloomberg (Cockson) sull’argomento è cartesiano: sarà l’inflazione fuori controllo a scatenare la fine dell’euro. E sarà l’Italia il grilletto, col suo enorme debito. Dunque negare l’inflazione serve per salvare l’euro. In tale contesto capite – spero – la mia totale non accettazione che DEGLI ITALIANI facciano in modo, negando pubblicamente l’inflazione, di contribuire all’affossamento del loro stesso paese.
Chiaramente l’inflazione in eccesso nell’euro porta inevitabilmente a due epiloghi, in alternativa: (1.) erosione del risparmio ovvero del potere d’acquisto. O, (2.) tassi più alti per combattere l’aumento dei prezzi e sgonfiare le bolle finanziarie correlate, come canonicamente previsto dal “Manuale del buon banchiere centrale“, ossia dei governi, ovvero degli Stati a cui alla fin fine le banche centrali fanno riferimento.
Nel primo caso, i tedeschi non lo accetterebbero mai, basta solo capire quale è il limite inflattivo oltre il quale diranno basta (oltre il 5% è terra di nessuno, ndr).
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Nel secondo caso, aumentando i tassi salterebbero per aria i paesi eurodeboli molto indebitati. Ovvero salta per prima l’Italia. E dunque l’euro.
Ma, nel caso, tornando a che valuta?
La soluzione sembra dunque solo una, per tradurre meglio quello che Cockson non dice chiaramente quando implica l’ipotetico Italexit e la mutualizzazione del debito, in realtà due facce della stessa medaglia. Ossia, che l’euro dovrebbe dividersi in due,come di seguito indicato.
Un un euro del nord, con comando tedesco.
Ed uno CFA, del sud, con comando francese, in cui l’Italia prenda il posto dei paesi centro e nordafricani, visto che ultimamente Parigi sta perdendo tutte le di fatto colonie africane, in primis Mali e Niger.
Nel secondo caso, per la Francia avere l’Italia come in pratica colonia, sotto un euro apposito che dialoga strategicamente con l’euro del nord ma senza vincoli ferrei di debito, sarebbe l’unico modo di salvarsi da una nuova rivoluzione francese, visto che il welfare a cui i francesi sono abituati è insostenibile senza rubare risorse a paesi terzi.
Stante le considerazioni sopra, certamente cartesiane, possiamo dedurre alcune aspetti a latere:
1. senza l’euro a cui partecipino i paesi eurodeboli, la Germania rivaluterà il nuovo euro la sua nuova moneta, dicesi euro nord nel caso in specie, diciamo proto-marco, contro tutte le valute mondiali. Si parla addirittura di una rivalutazione teorica possibile di un ipotetico 15% anche sul franco svizzero, dalle poche frammentarie analisi ormai datate sull’argomento.
1a. ovvero, la competitività delle merci tedesche sui mercati internazionali andrebbe a farsi benedire
1b. dunque, per evitare che l’Italia ridiventi un problema per l’esportazione dall’Europa, bisogna NEL MENTRE/comunque annientare la sua macchina da export; ossia le sue aziende; ovvero le PMI, che sono poi da dove bisognerebbe partire (mi sembra che questa parte del cd piano sia in corso)
1c. gli USA avrebbero finalmente vinto la “guerra economica”, costringendo la Germania a rivalutare la sua moneta (notasi che la Cina, per combattere l’inflazione, lo sta già facendo)
2. l’Italia assieme alla Francia nell’euro CFA farebbe la fine delle colonie nordafricane di Parigi, terra di conquista
3. L’Italia che non dovesse accettare di andare con la Francia, ossia volesse un Italexit puro, scombussolerebbe i piani di fatto in elaborazione dalle cancellerie di Parigi e Berlino per salvare quel che resta, pochissimo in realtà, dell’euro (per l’Italia e per il sud Europa pochissimo; ma per Germania e Francia comunque tantissimo, anche con due euro separati, ndr); ovvero costringerebbe a soluzioni definitive, ad esempio rompere l’Italia in pezzi
3a. tale aspetto ben si concilierebbe per altro con gli strani limiti alla circolazione nei boschi piemontesi per i turisti e anche per i locali, al confine con la Francia, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca (…)
3b. l’unico soggetto in grado di negare tale deriva distruttiva per lo Stato Italiano sarebbero gli Stati Uniti, visto che dal Trattato di Cassibile hanno in mano l’Italia, anche in forza delle oltre 100 installazioni militari, di cui almeno 5 strategiche (e/o nucleari), nell’intera Penisola
3c. l’unica parte d’Italia “scoperta” dalla protezione USA resta fattualmente il nord-ovest, soprattutto a cavallo alpino con la Francia, dove ci sono le grandi centrali elettriche (le stesse che la Francia rubò letteralmente invadendo il Moncenisio a fine 2. guerra mondiale, senza mai restituire – come da patti – l’energia elettrica della centrale italiana ai tempi tra le più produttive d’Europa, ndr).
Ovvero, l’epilogo critico che potrebbe derivare da una situazione di deflagrazione incontrollata dell’euro potrebbe essere che l’EU, nelle sue varie anime, cerchi di rompere letteralmente l’Italia (magari a nord della linea Gotica, ndr). Approfittando lato milanese dei basisti ex R.S.I. a Milano e dintorni; e con la Francia a cercare il colpo di mano sul Piemonte e la Valle d’Aosta.
–>In tale contesto una balcanizzazione della Penisola, ad esempio facendo fluire dentro la stessa un numero incontrollato di migranti pronti ad ribellarsi a comando (cfr. marocchinate), o tramite effetti collaterali distruttivi a termine di una ipotetica vaccinazione “andata male“, potrebbero far parte dello schema geostrategico (potete dire anche depopolamento controllato se volete, ndr).
Infatti Cockson nel suo articolo citato, chiosa: “For the euro to survive, compromise of some sort will be needed“, quasi fosse necessario trovare una soluzione di compromesso (…).
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Un Premier come Draghi ci sentiamo di dire che, essendone anzi praticamente certi, non contrasterebbe tale deriva anti-Italiana purtroppo. Avendo dimostrato con atti e fatti di essere pavlonianamente e prioritariamente a favore di un super Stato Europeo.
Non faccio fatica a credere che ad alcuni tale ricostruzione possa sembrare eccessiva.
Purtroppo sembra vada proprio così: se Francia e Germania vedono l’euro saltare tornando obtorto collo rispettivamente al franco francese ed al marco tedesco, avranno anche la rivoluzione a casa propria; in quanto la ricchezza data dall’euro, ossia data dal poter sottrarre ricchezza ai paesi eurodeboli, terminerebbe. Per loro.
Dunque, per evitare di finire come Maria Antonietta, soprattutto i politici francesi sarebbero costretti al colpo di mano (si noti che per la gran parte della gente francese “non pieds noires” sarebbe altra cosa, visto che non vedono necessariamente l’Italia come “la vacca da mungere” per salvare la politica fallimentare delle elites parigine…).
Dunque per tali due blocchi, francese e tedesco, è fondamentale che l’euro in qualche forma rimanga, anche per questioni strategiche di difesa comune nucleare e di coalizione anti-USA (il vero avversario europeo, oggi, come lo era prima della WWI, ndr), con relazioni che potrebbero continuare a svilupparsi.
L’Italia in tale contesto resta il vaso di coccio.
Come ben sapete questo sito mai – MAI – è stato a favore di combattere contro lo Stato italiano da parte della cittadinanza; ossia le proteste dei cittadini devono SEMPRE essere pacifiche. Punto.
Completamente altra storia sarebbe se qualcuno attaccasse o cercasse l’invasione del Paese che ci ha dato i natali, intendo da parte di un paese terzo, magari anche solo fomentando un golpe interno: in tale contingenza potete stare certi che l’essere pacifici non avrebbe più alcun significato per le decine di milioni di oriundi italiani che, dall’estero, stanno osservando increduli e con le lacrime agli occhi il caos arrivare a grandi passi sulla Penisola…
MD
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