Redazione:
– se si prendono i costi di acquisto di un’auto elettrica e li si compara col diesel si scopre che l’elettrico costa circa il 30% in più.
– Se si va a vedere l’Autorità di Singapore, che NON ha aziende automobilistiche da difendere, si scopre che una Tesla viene paragonata circa ad un Ferrari per inquinamento, visto che consuma elettricità prodotta da energia fossile, ossia produce CO2, di fatto (ossia per tale Autorità non si tratta di veicolo ad emissione zero, anzi il contrario, ndr).
– Se si verificano i listini delle auto in EU, si scopre che i diesel puri stanno sparendo, sostituiti dalle ibride diesel (PHEV), che inquinano assai, vedasi punto successivo.
– E’ solo di qualche giorno fa la notizia per cui la Svizzera ha cancellato, dopo attentissima analisi super-referenziata, le sovvenzioni all’ibrido, in quanto inquina molto di più di quanto dichiarato. Pur avendo la Svizzera condizioni ottimali per rendere minimamente fruibile un PHEV, in quanto con abbondanti salite e discese, tipico di zone montagnose, dove il recupero dell’energia dai freni rende più appetibile tale forma di auto ibrida (in pianura, il vantaggio intrinseco dell’ibrido è molto minore, in quanto il recupero energetico dai freni è molto minore).
– In tale contesto l’aggiornamento dei prezzi delle ricariche tarda ad arrivare; mentre per l’energia elettrica a casa vostra è già stato pubblicato un aumento stratosferico: evidentemente le sovvenzioni incrociate si sprecano, verrebbe da dire. O anche il dumping, per favorire una tecnologia fallimentare in termini di costi, quella dell’auto elettrica. Fallimentare anche in termini termodinamici, aggiungo, vedasi fonte a seguire (non vi dico il disastro a livello ecologico, come dimostrato dalle scelta Svizzera di togliere gli incentivi “Green”).
– Anche senza aggiornamenti dei prezzi del chilowattora al 2022, il costo al chilometro di un’auto elettrica, che usa elettricità prodotta in larghissima parte da fonte fossile, costa al chilometro dal +30% a oltre il doppio di un’auto diesel, a seconda che si voglia attendere 30-40 minuti per una ricarica o “soli” 15-20 minuti (fonte: al LINK).
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Sopra, i fatti, in pillole.
Come conclusione deduciamo invece quanto al titolo: l’unica soluzione, per fare in modo che l’auto elettrica – ovvero la cd. transizione Green – sia competitiva come costi, è far esplodere il prezzo del petrolio!
Questo è ormai diventato un must dell’EU, se vuole giustificare la sua fallace ed anzi falsa transizione energetica.
–> Ossia, aspettatevi da qui in avanti che l’EU indirettamente fomenti guerre per il petrolio, ne va della sua stessa esistenza! <–
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Se infatti diventa palese che l’auto elettrica è un vero furto ai cittadini, che potrebbero spendere molto meno con un auto diesel ad esempio, come è il caso oggi, si rischia la rivoluzione.
Oggi, considerando i costi d’acquisto di una elettrica, la sua difficile fruibilità, la bassa autonomia, l’assenza di infrastrutture di ricarica (comunque tutte da spesare, come maggior costo di ricarica, rispetto al prezzo “puro” dell’elettricità, ndr), l’assenza di energia disponibile per sostenere il passaggio da combustibili liquidi all’elettrico (ossia, con prezzi prospetticamente altissimi), i tempi eterni di ricarica (circa 30 minuti) capite che tale transizione “Green” non solo fa acqua da tutte le parti ma è anzi una cambiale in protesto.
Trattasi di una tassa che i cittadini dovranno pagare, tutti, non per propria convenienza, no! Solo per favorire le proprietà delle case automobilistiche, che spesso sono collegate a Stati, certamente rappresentano in toto le elites EUropee, ovvero i cd. globalisti.
Ossia, l’auto elettrica, pietra angolare della rivoluzione cd. green, fallimentare con le tecnologie attuali soprattutto di generazione elettrica, rappresenta giusto una nuova tassa aggiuntiva, sebbene enorme, sulla testa di tutti i cittadini EU. Che se usassero le auto Diesel spenderebbero molto meno.
Ergo, quanto sopra rischia di portare ad un nuovo feudalesimo, rivisto e corretto, con moderni servi della gleba (consumatori obbligati) che devono spendere per una tecnologia anti-economica e anti-pratica giusto per favorire potentati intoccabili, anche per motivi geostrategici (…)
Inaccettabile.
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Chiaramente il primo paese ad affondare in caso di fallita transizione energetica sarà l’Italia.
Paese che per altro è destinato al fallimento comunque, restando nell’euro. Visto che, andiamo a giorni, verrà fuori che la crescita fantasmagorica del 6% del PIL nel 2022 in realtà sarà recessione o quasi, al netto dell’inflazione che verrà pubblicata a breve a seguito dell’aumento prezzi dell’energia dal 1.1.2022 (quasi il 50% in media tra gas e power, ndr). Vedasi cosa è successo in Germania….
E anche se “taroccassero” stile Argentina i numeri dell’ISTAT – mi aspetto di tutto dalla sciatta nobiltà politica romana, incapace di creare valore – nulla cambierebbe: infatti a fine mese il risultato sarebbe chiaro comunque, alla gente, ossia il rosso nei propri conti famigliari.
Vi proponiamo dunque una interessante analisi pubblicata da Strategic-Culture, un sito rinomato sebbene lo si ritenga, noi, diciamo anomalo. Infatti teoricamente sarebbe vicino ai russi; però compaiono spessissimo articoli filo-USA.
Incredibile, sembrerebbe! In realtà è facile comprendere, ormai, che esistono diverse anime USA: quella del Deep State, che è certamente anti-Russia; e quella dei militari e dei patrioti americani, oltre che di norma dei repubblicani, che sembrano non avere alcun livore preconcetto contro un paese ricchissimo, nucleare, e lontanissimo, ossia contro Mosca. Vedendo piuttosto ben altre minacce dalla Cina alleata coi tedeschi, ossia con l’EU a comando tedesco .
Vedremo quale anima prevarrà, negli USA. Sebbene ci sentiamo di aggiungere che l’anima americana pro-EU, ossia Deep State, ovvero quella più vicina agli ideali che furono alla base dell’Operazione Paperclip alla fine della WWII (per salvare i nazisti apicali in cambio di trasferimento di tecnologia e know-how negli USA, ndr), farà di tutto per scatenare una guerra anche nucleare ai confini dell’EU.
Il motivo? Favorire l’emancipazione – ed i rinnovati sogni di gloria – della Germania a comando dell’EU, quasi ci fossero tanti nipoti dei nazisti negli USA, oggi. Per favorire i nonni e zii – ed anzi i cugini – che magari stanno a Berlino, oggi, a letto con la Francia di Macron. Come come prima della Operazione Paperclip (Francia che a breve rischia di non essere più la Francia dei Francesi, …).
Appunto.
Buona lettura
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Qualcosa è andato storto: nonostante (ironia) la cd. “transizione verde”, i prezzi del petrolio continuano a crescere
da Strategic-Culture, al LINK
https://www.strategic-culture.org/news/2022/01/19/something-went-wrong-for-all-talk-of-green-transition-oil-prices-keep-growing/
Traduzione in Italiano
I fatti sono chiarissimi: l’auto elettrica, a questi prezzi, costa molto più di un’auto diesel. E senza tenere conto dell’aumento dei prezzi dell’elettricità avvenuti negli ultimi 6 mesi, ancora da tradurre in bollette e listini elettrici aggiornati. Ovvero senza considerare il costo delle infrastrutture, enormi, da costruire per arrivare alla mobilità elettrica. Ovvero, senza tenere in conto la difficile fruibilità dell’auto elettrica in forza degli eterni tempi di ricarica, per il peso delle batterie, per l’obsolescenza programmata delle stesse, dalla fisica. E causa autonomia limitata.
Basti sapere che, solo come costi al chilometro, l’auto elettrica a questi prezzi di elettricità, ossia del gas, della CO2 e del petrolio come comparazione, quest’ultimo depresso come prezzo, è condannata.
Tale constatazione rischia di far crollare il castello di menzogne soprattutto economiche su cui si regge quanto ancora resta di credibile dell’EU post crisi subprime, il vero epitaffio del vecchio mondo capitalistico in termini di raggiungimento dei limiti di indebitamento..
Dunque, o l’EU dice ai suoi concittadini: dovete pagare il doppio come costo al chilometro per spostarvi, dichiarando dunque che l’auto termica – con il diesel – costa la metà. O l’oil ed i suoi derivati devono salire come prezzo. E di molto.
Se non sale l’oil, salta il green deal, saltano i piani EU, salta prima di tutto l’Italia. E dunque salta l’Euro, ovvero il piano globalista mondiale.
Da ciò capite che, da qui in avanti, l’EU sarà la prima guerrafondaia, per propri interessi pro salita del petrolio. Ovvero sponsorizzerà sottilmente un conflitto “old fashion“, per l’oro nero (…).
Forse si comprende meglio, così, l’attacco alla vigilia del Natale ortodosso al Kazakhstan, uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. Elemento che, a termine, riteniamo porterà al via libera per una guerra in medio oriente, ossia in Iran.
Berlino è pronta a sacrificare nel caso l’alleato ariano di 100 anni, appunto la Persia: l’EU e le elites ex naziste potranno così giustificare il “poor green deal“, per sopravvivere loro stessi.
Lo sappiamo, da sempre: i tedeshi non solo non hanno amici nè nemici per sempre, tale mantra è stato infatti solo ereditato dagli USA, con H. Kissinger (che è tedesco di nascita, di infanzia e di gioventù). Ma mancano soprattutto della pietas cristiana, concetto per altro ben riassunto nell’analisi fatta da Hitler nel Mein Kampf, dove identificava la chiesa cristiana, ovvero la religione soprattutto cristiano-cattolica, di fatto come il più grande ostacolo ai suoi piani di egemonia prima dell’Europa e poi del mondo. Ovvero, essendo alla ricerca di un “nuovo mondo” – governato da “super uomini” – che potesse assorbire, modificandoli in termini hegeliani, i valori ed i metodi della Chiesa.
Per piegarli ad un fine, appunto, hegeliano.
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Qui siamo, dunque, dopo quasi 80 anni dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale, a fare due conti, della serva. Solo per scoprire che facilmente, da qui a qualche settimana, verificate le somme, al netto delle sovvenzioni per la “transizione green“, a questi prezzi l’auto elettrica ha costi di percorrenza al kilometro di più del doppio di un’auto diesel!
E, si noti bene, senza contare che le infrastrutture da costruire sono enormi e richiedono tempo. E tanti soldi. Parimenti con tale transizione dei trasporti verso l’elettrico mancherebbe produzione appunto elettrica per i consumi tradizionali, facendo esplodere i prezzi per almeno un quinquennio (fatta salva una riduzione dei consumi, ovvero dei consumatori, in EU, work in progress).
Ormai, si sa, la Germania e la Francia, assieme, vogliono il nuovo nucleare come sostituto dell’oil, visto che il petrolio resta in mano anglo fin da Yalta. Dunque, con la complicità cinese, sognano il changeover verso una società che usi una nuova tecnologia energetica, come viatico per emanciparsi dal dominus USA (che sarà nucleare, segnetavelo).
La faccenda, come vedete, sembra però non andare proprio come atteso dall’intelligenzia post hegeliana…
Dunque, stante una crisi economica mortale in EU, figlia del COVID ma non solo (anzi, sotto molti versi il COVID, e le misure a carro sono state utilissime a nascondere la debacle economica di un continente senza risorse, vecchio come popolazione ed iperindebitato, oltre che schiavo dei consumi altrui per la vendita delle proprie merci, ndr), ecco che il blocco ex Vichy si sta organizzando altrimenti.
Penso ormai sia arrivato alla conclusione che l’oil deve salire. E per fare questo – ironia della sorte – c’è bisogno di una guerra, per il petrolio, guerre tanto care agli anglo.
Per salvare se stessa, questa EU che sembra ormai più erede della DDR, quanto meno per i metodi impositivi attuati nei confronti della propria popolazione, deve agire all’estremo del proprio innato cinismo.
Ossia per forzare l’applicazione socio-economica, nel suo lebensraum, di fini assolutamente non giustificabili secondo i principi democratici di Adam Smith, che sono l’anima del capitalismo, elemento fondante del comportamento sociale umano da almeno 2000 anni.
Ossia, rischiamo da qui in avanti di avere una restaurazione del feudalesimo, o qualcosa di simile. Che va oltre le metriche passate. In fondo il superuomo, narrato prima dalla filosofia tedesca e solo ripreso dal nazismo, rapprsentava una società, quella tedesca, già pronto da tempo per tale changeover prima di tutto esistenziale.
Appunto, l’elite di superuomini al comando.
Chiaramente, inutile ripeterlo, questi sono obiettivi a cui l’elite nazista puntava, facile verificarlo nei libri di storia. Assieme al controllo della masse, una tendenza addirittura pavloniana oltre Gottardo, direi.
In tale contesto non sembrano campate per aria le considerazioni che vorrebbero sintetizzare il tutto, per quanto di incredibile sta accadendo davanti a noi, in un Grande Reset, finalizzato al New World Order (Neuorderung).
Ossia siamo probabilmente alla formalizzazione della Fine della Storia, quella vera, come Francis Fukuyama aveva previsto anticipando i tempi solo di qualche anno (e non avendo dichiarato dove si stesse celando il nuovo in arrivo, intendo la nuova storia, visto che nessuno arriva a pensare che la storia finisca, si passa semplicemente ad una fase successiva).
Ma prima che ciò accade, la grande transizione delle menti, sembra ci sarà un’ultima – o forse penultima – guerra per l’oro nero.
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