E’ chiaro che in USA è in corso una crisi istituzionale, più che strisciante. Il motivo è semplice: gli USA, sono stati infiltrati dai loro nemici di sempre, che storicamente sono i tedeschi. Tutto parte dalla famosa votazione per la lingua da usare nella pubblicazione delle leggi USA a fine ‘700 dello scorso millennio, vinta dagli inglesi sui tedeschi per un solo voto. Ossia l’ambizioso sangue tedesco scorre fin dagli albori negli americani. E si è conservato particolarmente bene nella East Coast.
Chiaramente, è più facile infiltrare gente che sai essere tuo bisnipote.
Successe più o meno lo stesso durante la WWII, cercando di evitare che gli USA entrassero in guerra contro l’asse nazifascista-giapponese; ovvero grazie alla Banca Thyssen a NY, che foraggiava i politici locali per tale fine usando poteri apicali USA, il nonno di G.W. Bush ad esempio, Prescott, il direttore. Non ci riuscirono solo grazie ad un visionario ugonotto di nome F.D. Roosevelt, svelto di cervello e solido di principi come pochi. Di concerto coi suoi generali, gen. Marshall in primis ma non solo (…).
Infatti, a guardare bene, la Germania cercò di attentare agli USA fin dalla WWI, dal famoso Zimmermann Telegram per intenderci, evento mai sufficientemente ricordato. Ossia a partire dal tentativo di fomentare la guerra Messicana agli USA oltre il Rio Grande, solo per essere mirabilmente scoperti. E puniti con l’entrata in guerra americana nella WWI, con annessa influenza americana abilmente denominata “influenza spagnola“, in realtà fatta arrivare in Europa dai soldati americani.
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Oggi gli USA sono deboli perchè i suoi avversari sono riusciti a destabilizzarla dall’interno.
Abbiamo parlato in passato di Stasi (la polizia politica della DDR, poi integrata nel BND tedesco sotto il ministro Wolfgang Schauble, ndr) infiltrante nei gangli USA negli scorsi mesi, come ad esempio (evidentemente) negli scontri di piazza contro Donald J. Trump, Presidente patriota americano che è stato fumo negli occhi per i neo-poteri nascenti franco-tedeschi (che puntano alla restaurazione del loro antico potere nei confronti del mondo, ndr). Ossia con il solito giornalista di piazza tedesco, sempre lo stesso, nell’agone degli eventi che contavano nel confronto con il fu Presidente USA, a raccontarli troppo spesso in modo tendenzialmente asimmetrico (…). O con Antifa, costola dell’Abwehr tedesca a cavallo delle due guerre mondiali, attivissima negli USA a destabilizzare i soggetti scomodi negli ultimi anni, solo per sparire clamorosamente appena “risolto” il problema.
A guardare bene certe influenze destabilizzanti datano dalla protesta dei neri di America a fine anni sessanta dello scorso secolo, Black Panther ad esempio. Ben ricordando come la famiglia della corrente “capa” della commissione EU, Ursula von der Leyen, emigrata in America, avesse degli schiavi a disposizione, negli USA (…).
Meglio detta, va ricordato che i Dem USA erano storicamente il partito degli schiavisti americani. I repubblicani rappresentavano invece il contrario, contro la schiavitù: basti questa pillola per farvi capire la deformazione della storia – e della realtà – che stiamo mediaticamente vivendo ai nostri giorni.
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Per capire invece i fatti veramente importanti di oggi, nei dettagli essenziali, bisogna prima di tutto comprendere che gli USA non sono più granitici come erano fino a qualche decennio fa, quando erano vincitori globali incontrastati, per definizione. Ovvero, oggi ci sono diverse anime negli USA, spesso in conflitto tra loro.
Il deep state ad esempio sembra fare riferimento alla galassia Dem. A tale Deep State, oltre a gran parte dei miliardari con business globali, sembra essere legato anche il mondo della Gestapo locale, tanto per fare capire ai tedeschi che ci leggono di cosa si tratti; ossia della polizia federale, che supera quella locale americana. Proprio come la Gestapo, che aveva funzioni simili in Germania: indagare senza limitazioni locali sui reati. Forse non è un caso che il fu capo della Gestapo nazista scappò senza lasciare tracce nel 1945, nelle more del piano Paperclip di assoldamento di intelligentia nazista da parte USA per combattere i sovietici, a fine WWII (…).
Come forse non è un caso che George Soros, per sua stessa ammissione in una famosa intervista TV di qualche decennio fa, dichiarava candidamente di aver collaborato coi nazisti durante la seconda guerra mondiale, sue parole, non nostre: appunto, forse non è un caso che sia stato proprio lo stesso finanziere ungherese ad affossare la sterlina 50 anni dopo, con giubilo tedesco, in quanto grazie all’autodichiarato George collaborazionista era stato abbattuto l’ultimo ostacolo che si opponeva ai tempi alla nascente moneta unica, ad inizi anni ’90.
Viceversa, tornando agli USA, il potere vero, i militari USA – sebbene in calando rispetto al passato – sembrano avulsi da veri schieramenti politici, solo schieramenti di potere, mantenendo però vivissima la vena patriottica (…).
Perdonateci la semplificazione: la spiegazione non è proprio così dettagliata. Ma nel contesto attuale può funzionare come indirizzo, sebbene per sommi capi.
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Fatta semplice, oggi una parte degli apparati USA, tra cui anche i servizi segreti americani, o almeno parte di essi, sembrano spingere per un conflitto contro la Russia, via Ucraina-Donbass. O meglio, con il fine di fomentare provocazioni a paesi stranieri “potenti” lontano da casa. Chiaramente i militari USA, che non sono fessi, non ci pensano nemmeno ad uno scontro con una potenza nucleare, sebbene lontana migliaia di chilometri.
Ovvero, questo scontro sembra in realtà fittizio e anzi nasconde certamente dell’altro. Chi conta, ossia chi decide e tira e fila, forse la pensa diversamente, alla fin fine (…).
Voi direte, in USA è Biden che comanda, che è Dem. Vero, sebbene sia un presidente sotto tutela direi militare, il potere americano intrinsecamente più alto, come succede sempre quando capitano “cose strane” o nelle elezioni o durante i mandati presidenziali USA, ad esempio assassinii o ambigue cose simili (…). Dunque, facile derivare che anche oggi il potere di ultima istanza, quello militare, sia al comando negli States almeno al pari di Biden.
Stante questa ipotesi, perchè fare dunque la guerra alla Russia? Che certamente non rappresenta una minaccia seria per Washington, visti i numerosi e maggiori problemi che della società americana attuale?
Mentre invece esistono ben altre minacce al benessere direi egemonico a stelle e strisce, oggi. Minacce inizialmente economiche ma che si stanno trasformando in militari, progressivamente, inesorabilmente.
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Evidentemente – appunto – c’è dell’altro.
Prima di tutto il North Stream (NS): nati – visto che i tubi sono due, NS1 e NS2 – grazie ad una sorta di ricatto di Angela Merkel ad Barack Hussein Obama, ovvero, che datano da quando la cancelliera tedesca “smontò” il piano greco di uscire dall’euro con soldi russi post crisi subprime. Ossia quando (poi) Varoufakis venne messo in sonno (…).
Più o meno, Angela andò da Obama dicendo: se i greci escono dall’euro, la moneta unica finisce e la crisi sistemica travolgerà anche la tua presidenza, caro Barack. Io posso evitare questo, ma gli USA ma devono consentire il North Stream, in contropartita.
Obama disgraziatamente nei fatti accettò. Da là parti il “cinema” oggi in onda (nota a latere: come conseguenza la Grecia euro-irredentista venne sacrificata alla Troika, ndr)(inoltre, forse vale la pensa di ricordare che i diritti dei libri di Obama a fine presidenza USA furono comprati per una cifra stratosferica da una azienda guarda caso vicinissima famigliarmente, come proprietà, a soggetti nazisti apicali durante l’ultimo conflitto mondiale, ndr).
Ovvero, va ricordato che esiste una teoria geostrategica USA fondamentale, ancora oggi validissima, denominata non a caso dottrina Kissinger (un tedesco emigrato negli USA, non a caso, leggete bene quanto sopra riportato, ndr); secondo cui l’America deve intervenire anche militarmente, anche col nucleare, nel momento in cui gli interessi geoeconomici Russi dovessero saldarsi con quelli tedeschi.
Precisamente come col North Stream I e II, aggiungiamo noi.
Encore, appunto…
Il problema è che se la Russia si integrasse come interessi strategici con la Germania bisognerebbe riscrivere Yalta, che fu scritta col sangue di decine di milioni di europei. Ovvero, la Russia – e gli europei tutti, come popolo, non come elites al comando – ritengo non voglia/vogliano riscrivere alcunché, visto che implicherebbe considerare il coinvolgimento dell’addendo militare, necessariamente USA più che NATO.
Da ciò deriva la seconda parte del teorema; ossia che, evidentemente, solo il cd. Deep State Usa sta nel caso fomentando tale caos in Ucraina, anche se la Russia ed i militari USA non vogliono alcun reale conflitto.
Alla fine, pensateci bene, chi ci guadagnerebbe dalla cancellazione di Yalta?
Forse, la Germania? Oggi a letto con la Cina? Ossia la Cina stessa?
Bi-encore, appunto.
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Quello che deve essere chiaro è che non può avvenire alcuna riscrittura di Yalta senza una guerra calda
Dunque, delle due una: o siamo innanzi ad una guerra a tutto tondo, anche solo in preparazione, voluta da Russia e dagli USA; o quello che vediamo oggi è solo un ologramma.
In realtà, forse, la situazione è più semplice di quello che sembri: la guerra, sospirata dal Deep State e dai referenti tedeschi che li hanno in qualche modo diciamo infiltrati (riduttivamente parlando, in realtà si tratta di valori comuni), non potrà avvenire avvenire perchè i due principali contendenti, ovvero gli avversari sulla carta, in realtà non vogliono far deflagrare il conflitto.
E qui arriviamo alle provocazioni continue in Dombass, i cui artefici sperano che la faccenda scappi di mano (…). Soprattutto, ricordando la famosa massima secondo cui gli USA “prima di combattere una guerra devono averla vinta economicamente“. Solo dopo si scatena la guerra calda, nel caso.
Quello che dobbiamo infatti rilevare fattualmente, oggi, è che non c’è nessuna contrapposizione economica con la Russia, ovvero nessuna guerra economica tra Washington e Mosca, a di fuori di qualche scaramuccia.
Strano, (…).
Se ci fosse tale reale contrapposizione economica, Mosca sarebbe oggi alle strette. Mentre invece macina utili come non mai, col petrolio altissimo (la Russia è il secondo produttore mondiale di petrolio, il primo sono gli USA, ndr).
Dunque, forse nulla è come sembra…
Se si deve parlare di conflitto, l’unica guerra nel caso economica che gli USA stanno oggi combattendo per il mantenimento del loro status privilegiato, ossia del grande benessere e potere che ne deriva, è con Cina e la Germania, che guarda caso sono tra alleati nella sfida all’avversario comune, sempre Washington. Ben ricordando come il primo investitore diretto nell’ex Impero Celeste, dal 2017, sia proprio Berlino (…).
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Ossia, oggi gli USA stanno combattendo una guerra economica con Cina e Germania, i due esportatori seriali, che non vogliono permettere un nuovo accordo del Plaza.
Vi ricordo infatti che con tale accordo (del Plaza), sotto la presidenza Reagan e con la direzione di Paul Volcker (notate il cognome, la storia della sua famiglia e le sue pulsioni personali; memento la sua direzione dell’Economic Recovery Advisory Board di Obama, nel 2009-11), fu permesso agli USA, ai tempi, mettendo incredibilmente d’accordo tutti – ovvero soprattutto la Germania, a fronte di impegni futuri non precisati (…) – di aumentare i tassi di interesse americani per combattere l’inflazione oltreoceano, ma senza far salire il dollaro (…).
Oggi un simile accordo è totalmente impossibile, proprio per opposizione europea, diventata EU-franco-tedesca.
Come conseguenza gli USA stanno facendo “quello che che devono“. Ossia fanno inflazione a casa propria. E fanno salire il dollaro (reverse repo). E fanno blocco sulle merci in arrivo, ovvero ingolfano i loro stessi porti inducendo di fatto colli di bottiglia e scarsità di beni. E quindi sfiancano gli esportatori stranieri verso gli USA che si trovano senza dollari incassati dall’export ma con la necessità di avere valuta statunitense per comprare petrolio sempre più caro.
Da qui il dollaro forte.
Alla fin fine gli USA stanno esportando inflazione, primo effetto inflattivo globale (vedrete più avanti quello cinese, …).
Bisogna infatti ricordare che per avere il petrolio alto servono necessariamente accordi tra USA e Russia, ossia i due beneficiari dell’oil carissimo come prezzo/maggiori produttori mondiali di petrolio (visto che gli arabi fanno quello che gli USA gli dicono di fare).
Siamo arrivati al dunque, in sintesi: quello che vediamo in Ucraina ha tutte le sembianze di provocazioni del deep state USA (con supporto ideologico diciamo teutonico) per indurre una guerra USA contro la Russia. Ossia con il fine ultimo di riscrivere Yalta.
Peccato che l’America profonda, il sistema USA, non abbia bisogno di tale guerra. Nè di riscrivere Yalta.
Di ciò ha invece tremendamente bisogno il sistema Dem (soprattutto nel disastroso post Trump); ossia i Dem a letto coi tedeschi, spesso i loro trisavoli, che sono “All In“. Non vi dico le elites franco.tedesche eredi di Vichy oggi al comando dell’EU, che in Europa (coi prezzi dell’energia impazziti ed una inflazione fuori controllo, oltre alle tensioni sociali indotte dagli inutili green pass) iniziano a temere una vera e propria rivoluzione di piazza. Ben rammentando che la Germania oggi è strategicamente anche “a letto coi cinesi“.
Da qui la triangolazione di interessi per una guerra suicida degli USA in Europa quasi fosse “per conto terzi“, ossia per interessi diciamo esterni, guerra che in realtà avrebbe il fine ultimo di cancellare le velleità americane di dominus mondiale soprattutto nei confronti dell’Europa (che avrebbe dunque, poi, mano libera).
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Chiaramente gli USA profondi, ossia gli USA dei militari, di concerto con la Russia, non accetteranno.
Emerge dunque l’epilogo più probabile: ci sarà sì uno scontro in Ucraina; ma questo avrà il solo effetto di far esplodere il lebensraum tedesco vicinale, magari anche tramite la salita dei pezzi energetici in EU (…). Ossia facendo disintegrare l’euro, valuta che ancora si ostina a non cedere alla forza preponderante, a livello economico, americana.
Quello di cui i tedeschi infatti non si capacitano è che gli USA, quali consumatori finali dei beni prodotti all’estero, soprattutto cinesi e tedeschi, possano decidere, semplicemente smettendo di consumare, la sorte di chi tali beni produce!
La Cina, per esempio, se ne è già resa conto. Ed infatti, al contrario dell’Europa con l’euro, è un anno e mezzo che rivaluta lo yuan, di poco meno del 10% in 18 mesi, per combattere l’inflazione indotta dagli USA!
Infatti dall’altra parte dell’Oceano, sebbene abbiano aumentato i tassi e creato inflazione a casa propria nell’ultimo anno, hanno sì un dollaro forte ma che incredibilmente si è comunque svalutato di molto rispetto alla moneta cinese, nell’ultimo anno (–>di fatto anche la Cina, in questo modo, rivalutando lo yuan, sta “sopportando” l’inflazione esogena in arrivo come uno tsunami dagli USA).
La conseguenza per il mondo di tale comportamenti difensivo cinese è che, così facendo, Pechino sta esportando inflazione nei paesi terzi clienti per i prodotti Made in China, diventati improvvisamente più cari; ossia con danni consequenziali soprattutto in Europa a livello inflattivo, che vede lo yuan rivalutato di circa il doppio rispetto alla rivalutazione del dollaro nell’ultimo anno mezzo (da 8.30 a 7.19 EUR/CNY); ecco dunque il secondo fattore inflattivo globale (cinese, ndr).
Invece l’EU, incapace di convivere con un sistema non più deflattivo, continua imperterrita con l’unica politica che conosce: quella del dollaro forte e dell’euro debole, per esportare.
Peccato che dollaro forte ed inflazione di beni importati in dollari si trasformino in inflazione al quadrato, per l’EU, a maggior ragione con le materie prime quotate in dollari che esplodono di prezzo. Anzi, al cubo con l’effetto inflazionistico dato da merci cinesi più care, in yuan rivalutato (molte Mercedes, VW e BMW, soprattutto elettriche, sono il larga parte prodotte in Cina/con componenti Made in China, ndr).
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Quindi, a parte apprezzare la sofisticatezza del piano anglo-americano, vi prego signori, state calmi!
Molto probabilmente avremo una guerra, sì, ma durerà poco (si suppone, in Ucraina, …).
Non avremo una guerra globale perchè gli USA si ritireranno subito.
E dunque l’EU si ritroverà sola, con una Russia che magari metterà un cuscinetto più ampio tra se stessa e la Germania, come da accordi di Yalta, di fatto.
Ovvero l’Euro si sfalderà e la Germania imploderà; mentre la Francia, come al solito, cercherà di rifarsi sull’Italia.
Si perchè – e lo sottolineo tre volte – la Francia in tale contesto farà la stessa cosa che fece a fine WWII: cercare di acquisire una parte dell’Italia, il nord ovest. Solo la minaccia USA di bombardare la Francia pose fine a tali non dovute ingerenze, nel 1945.
Noi stiamo lavorando affinchè l’intervento USA anti-francese, a favore dell’Italia, si ripeta (la Germania infatti ha già perso).
MD
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Image: thanks to: Kevin Woblick, https://unsplash.com/photos/GD8gH2fntOw (body/mid)