Voglio parlarvi di alcuni progetti che stanno nascendo e si stanno rapidamente sviluppando sul territorio italiano.
Come tutti sapete noi siamo per la libertà di scelta. Noi contestiamo il metodo con il quale viene imposta questa vaccinazione.
Non è possibile secondo noi che venga imposto un ricatto.
Nel Paese la tensione è altissima. I favorevoli al sistema sono molti e tutti i giorni li vediamo attorno a noi, deambulanti nelle loro certezze granitiche e inespugnabili.
Poi però tra le pieghe della società si nascondono i divergenti, le pecore nere, coloro che non hanno piegato la testa e non si sono inginocchiati a tale scempio.
Numerosi incontri avvengono a livello locale, nei quali i moderni carbonari chiacchierano e si scambiano opinioni. Quando si va a queste riunioni avviene qualcosa di magico. Una sorta di affinità naturale aleggia tra i presenti, ci si ritrova a parlare con chi non si conosceva, come se fosse un vecchio amico.
Un legame si instaura immediatamente tra queste persone, una forte intesa nasce non solo tra individui, ma anche tra comunità appena nate, che vicendevolmente si confortano e di sostengono.
In questi incontri la nuova umanità si esercita nel suo futuro ruolo di guida. Come? Prima di tutto trovandosi, parlandosi, sostenendosi. Mai tanta solidarietà è stata vista da me. Mai tanta generosità.
I favorevoli al sistema potranno essere anche la maggioranza, ma a loro manca la forza morale, manca lo spirito, manca la generosità. Sono soli, isolati e spesso si denunciano tra di loro per questione miserevoli. Costoro vivono nell’illusione che il sistema che supportano avalli i loro meschini pensieri in eterno. Come questurini si aggirano per locali, negozi, aziende, poste, banche, scuole, uffici. E che cos’hanno in cambio?
Mentre i divergenti hanno sviluppato in pochissimo tempo non solo un potentissimo senso critico, ma anche capacità che fino al 2020 erano latenti in una parte della popolazione. Organizzazione, contatti, competenze, perseveranza, intraprendenza. Le comunità nascono come funghi e spontaneamente gli individui trovano la loro posizione. Le comunità con una velocità impressionante si conoscono, si contattano, dialogano e collaborano. E questo senza che nessun vertice superiore coordini loro. La cosa incredibile ed è ciò che probabilmente spaventa i nostri governanti è proprio questo: la spontaneità d’azione e l’intraprendenza.
L’Emilia Romagna rappresenta una realtà all’avanguardia in questo processo di trasformazione sociale. Le comunità sorte grazie alla rete (in particolare Telegram, ma anche altri social stanno contribuendo nonostante la censura e le restrizioni) hanno già cominciato un percorso irreversibile: si stanno confederando in una forza unica.
E tra questi gruppi si trova un’associazione in difesa non solo dei lavoratori, ma di tutti quei cittadini che sono discriminati dalla furia governativa. E’ un piccolo sindacato. Ma non vuole essere la continuazione di ciò che abbiamo visto, dell’indecente posizione presa dai sindacati che tutti conosciamo.
In questa immagine c’è tutto lo spirito di un’epoca, tutta la delusione di una generazione abbandonata dai suoi rappresentanti che siedono al tavolo dei padroni non per combatterli, ma per ingozzarsi con loro.
La sintesi e l’apogeo di trent’anni di privazioni e di saccheggi espressi in un fotogramma, in una posa, in un gesto.
Questa immagine forte e chiara ha colpito l’immaginario comune. Se ha spaventato alcuni, ha reso ancora più audaci altri.
Non sempre il potere nella sua arroganza raggiunge i suoi obiettivi. Si forma sempre un’aporia dalle manifestazioni di potere. E quest’aporia sta raggiungendo quella che Marx avrebbe definito “coscienza di classe”.
Come dicevo il piccolo sindacato è nato qualche mese fa su iniziativa di alcuni brillanti avvocati di Parma. Si dirà: “E’ ancora piccolo, che vuoi che faccia?” Potrei dar ragione a chi commenta così, se non ci fossero dai 5 ai 7 milioni di italiani che non hanno assolutamente intenzione di cedere al ricatto.
Il suo nome è Sindacato d’Azione. Non assomiglia in niente a ciò che definiamo ancora sindacato. E sottolineo la parola ANCORA. Perché forse nel Sindacato d’Azione si concentra quel nucleo che un giorno darà vita un nuovo modo di concepire la società e le sue dinamiche.
https://www.sindacatoazione.it/
Tra gli aderenti al sindacato ci sono vaccinati e non vaccinati. Al Sindacato non interessa l’appartenenza politica o la condizione sanitaria. Non discrimina nessuno. Anzi il suo intento è quello di fare da collante tra le diverse realtà locali che nascono e si sviluppano lungo tutto il territorio italiano.
Perché queste comunità nascono dal dolore e dalla discriminazione.
Ecco in queste comunità il Sindacato d’Azione si pone come mezzo politico. Cosa intendo con il termine politico? Darò una risposta non diretta: la politica è ascolto. Ascolto e comprensione del territorio. Si deve ripartire dalle vie e dai quartieri e dai problemi che i singoli cittadini hanno quotidianamente, che questi siano una buca nella strada o la richiesta di un cassonetto per la spazzatura extra.
La politica che vediamo noi ha completamente fallito. Non si occupa più del cittadino. Per degnarlo di uno sguardo sprezzante dal suo trono, la politica richiede la più totale sottomissione ed esprime il suo odio nei confronti della società civile attraverso un lasciapassare.
La vera politica si sta sviluppando in completa autonomia con una spontaneità che potremmo notare solo nel più naturale degli scenari: una foresta, un oceano, un deserto.
La vera politica si sta sviluppando senza il sostegno dei partiti. Perché la politica come dice la parola stessa dal greco antico politikḗ è ciò che “che attiene alla pόlis”. E chi è la pόlis se non noi?
Non abbiate paura. Ritrovatevi nelle vostre città, nei vostri paesi. Cercate persone che la pensino come voi, persone consapevoli e consce della situazione che stiamo vivendo. Rimarrete stupiti dalla rapidità di aggregazione.
Il movimento è ormai irreversibile. Così come i nuovi legami che si sono formati soprattutto in quest’ultimo anno. Non lo fermerete, anche se ci proverete. Nessuno dei vostri DPCM, Decreti legge, Circolari Ministeriali potrà mai bloccare il progresso vero, quello del popolo. Chi può arginare un fiume in piena?
MittDolcino vuole diventare la voce di quell’Italia che non ha voce, quell’Italia che viene discriminata tutti i giorni, quell’Italia che ha la schiena dritta e che non abbasserà mai il capo davanti a chi si è autoproclamato padrone assoluto.
Avanti fino alla libertà!
Vi lascerò con una canzone secondo me molto adatta ai tempi eccezionali che stiamo vivendo:
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l’Alessandrino