Abbiamo intervistato Claudio Ronco, violoncellista di origine ebraica che si oppone allo scempio che stiamo tutti noi vivendo.
La storia di Claudio Ronco è stata ripresa dal Washington Post:
https://www.washingtonpost.com/world/2022/01/17/unvaccinated-covid-italy/
Noi siamo molto sensibili alle questioni legate alla Shoah. Per noi la storia non può ripetersi. Non deve ripetersi. Nonostante l’umanità stia in qualche modo ripercorrendo passi falsi che un tempo portarono a una catastrofe immane.
Claudio Ronco è una persona vera, dalla sua figura traspare una grande cultura e un forte senso della storia e della memoria. Claudio Ronco è un uomo di teatro ed essendo un vero uomo di teatro non può piegarsi ai diktat governativi. Ha deciso di farsi sospendere di non lavorare più. Si chiede come può apparire su un palcoscenico e suonare? Come può attraverso il suo lavoro stimolare una riflessione se il suo pubblico è un pubblico di persone, che ha aderito acriticamente all’adozione di un lasciapassare?
Il teatro è riflessione, è dubbio, è ribellione. Se a teatro ci vengono solo persone allineate a che cosa serve il teatro? A quel punto, dice Claudio Ronco, perché non fare direttamente l’intrattenitore?
In un mondo svilito fatto di leggi inique e discriminatorie alcuni uomini coraggiosi hanno deciso di rinunciare alla propria professione per poter perseguire un’idea differente di mondo, di società, di vita.
Queste persone sono pionieri, sono cigni neri che galleggiano in un lago di cigni bianchi, sono esploratori avventurieri. La libertà è per queste persone un bene superiore a qualunque altra cosa, soprattutto al concetto di sicurezza, traslato direttamente da quello di bene comune.
Mai concetto fu così frainteso come quello di bene comune. Mai concetto non fu così usato per deviare il corso della storia verso direzioni oscure.
Ringraziamo Claudio Ronco per questa intervista. Sarà sempre benvenuto qui su MittDolcino.
Potrete seguire l’intervista su Rumble:
O su Telegram:
*****
l’Alessandrino