Parigi è quella che spinge di più per le sanzioni alla Russia, non a caso. Scrivemmo in passato di questo; ossia che, grazie alla salita del prezzo del petrolio, Parigi può fare valere il suo costo dell’energia nucleare a prezzo fisso, rendendo la Francia l’equivalente di un medio produttore di idrocarburi (…).
La dimostrazione sta nel prezzo in borsa del titolo azionario EDF, l’azienda di Stato francese dell’energia elettrica, che di fatto ruota al ministero della difesa d’oltralpe (visto che le centrali nucleari francesi servivano – e in futuro ancora serviranno, riteniamo – soprattutto per produrre bombe atomiche prima che energia, ndr): al contrario di tutte le altre utility diciamo europee, è a prezzi storicamente stracciati!
Il motivo è semplice: EDF fa servizio alla filiera francese, dunque non ribalta i rincari, avendo come scopo quello di mantenere competitiva l’industria francese. Storia diversa per Edison, l’azienda di EDF in Italia che fa utili scoppiettanti ribaltando i costi sui clienti finali ed incassando prezzi dalle fonti rinnovabili che in Francia si sognano, costi pagati dai cittadini italiani in bolletta (mentre la capogruppo francese deve anche fare un aumento di capitale per migliorare il proprio bilancio, in sofferenza).
EDF in azzurro, ENEL in viola: una funge da supporto alla filiera industriale, l’altra specula?
Peccato che la ricetta per l’Italia sia diversa: massimizzare i profitti per gli azionisti di ENEL. Con il risultato che ribaltando i prezzi – ossia gli aumenti – dell’energia al cliente finale si fanno poi chiudere le fabbriche nel proprio paese.
In Francia questo non succede: ecco perchè se le aziende italiane chiuderanno, i francesi le compreranno a saldo, ossia spiazzandole sui mercati, complice la connivenza dello Stato francese.
Quanto sopra, Draghi e Cingolani, pur sapendolo, non ve lo dicono (Di Maio invece siamo lontani a che lo capisca; in effetti non possiamo che scusarlo, la sua preparazione anche accademica non lo supporta).
Che poi l’EU spinga costantemente affinché lo Stato italiano riduca la sua partecipazione nelle aziende energetiche di interesse nazionale, da anni, partecipazione in ENEL oggi sotto il 25% (mentre EDF è detenuta circa all’82% dallo Stato francese, più circa il 3% ai dipendenti), resta materia oscura in ambito EU.
In realtà, a voler dire le cose come stanno, sarebbe facile: l’EU, essendo un un progetto coloniale, favorisce i poteri centrali. Ossia l’EU spinge affinchè si rendano contenibili le aziende della euro-periferia; poi alla prima crisi se le comprano a sconto (precisamente quello che puntano a fare con l’Italia nei prossimi mesi, grazie a Draghi, come predisse Cossiga, ndr).
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Resta che le filiere e le infrastrutture necessitano di tempo per essere costruite, si sa. E l’Italia in passato ha lavorato bene: oggi con Draghi al comando è chiaro che ci si prepara alla svendita italica. Chiaramente Draghi è supportato dall’estero, e come potrebbe essere altrimenti?
Capite spero…
Infatti tutti gli invasori avevano basisti locali in Italia, per depredarla meglio, da secoli, libro di storia alla mano…
ITALIA, TANTE FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO GAS…
Oggi infatti l’Italia ha una rete invidiabile di infrastrutture, con 5 fonti differenti di gas (nessuno ha cotanta abbondanza, al LINK); di seguito, le capacità di import massima sulle pipeline e rigassificatori, per punto di entrata [bcm/anno]:
– RUSSIA, via TAG/Tarvisio = 40 bcm/anno
– ALGERIA, via TransMed/MAzara del Vallo = 37 bcm/anno
– OLANDA/NORVEGIA, via Transitgas/passo Griess = 22 bcm/yr
– AZERBAIJAN, via TAP/Puglia = 10 bcm/anno (facilmente raddoppiabili a 20 bcm/anno)
– LIBYA, via GreenStream/GELA = 11 bcm/anno
A cui si aggiungono 3 rigassificatori LNG (Porto Levante-Rovigo, Panigaglia, OLT) con una capacità totale massima compresa tra 12 a 15 bcm/anno (in crescita a circa 20 bcm/anno una volta terminato il potenziamento/revamping del terminale LNG Panigaglia, ad a 8 bcm/anno, previsto per il 2022 (!!! Allora – forse – qualcuno dice davvero bugie sui razionamenti “obbligati”) (al LINK)
Fate la somma e troverete che si può importare, come capacità massima annua, oltre 120 bcm/anno.
Notate bene: dalla Libya si possono importare 11 bcm/anno! Purtroppo da dopo la deposizione di Gheddafi se ne sono importati da 2 a 6 bcm annui al massimo (altro che Congo, Di Maio…). Basterebbe mandare i paracadutisti in Libya, via Gela (a supporto di ENI?) e si risolverebbero i problemi italiani; ma il VERO problema è che in Libya i paracadutisti italiani si troverebbero a combattere con i francesi, gli stessi che uccisero Gheddafi…
Poi arrivarono i francesi e i libici si trovarono poveri ed in guerra…
Stante che la Russia rappresenta meno di 30 bcm/anno; e che il consumo annuo italiano varia da 70 a 75 bcm/anno è chiaro che di gas ce n’è in abbondanza, anche escludendo il gas russo.
Dunque, le pantomime sulla crisi del gas sono delle emerite balle.
Punto e finito.
Se poi aggiungiamo che lo stoccaggio italiano di gas (circa 20 bcm su 75 di consumo anno) è il secondo d’EUropa dietro la Germania (circa 23.5 su 100 di consumo annuo, ndr), ma con un consumo assai inferiore a quello tedesco, ricaviamo che la capacità di modulazione invernale italiana è spropositata rispetto a qualsiasi paese EUropeo.
Sopra: il motivo per cui gli USA sono stati costretti a “disassare” la Germania, causa Mackinder (…)
In ultimo la produzione nazionale
stante che 3 bcm/anno possono esser facilmente recuperati nell’Adriatico se i 5 Stelle smetteranno di favorire gli interessi stranieri bloccando le perforazioni, va aggiunto che il mare di Sicilia sembra essere una miniera d’oro in termini di gas disponibile (…).
Ricordo infatti che i giacimenti egiziani di gas, tra i più grandi al mondo, sono stati scoperti proprio da ENI; azienda che solo a volerla lasciare fare – chiaramente sostituendo il corrente AD, che chiaramente scompare rispetto ai grandi AD del passato – l’ultimo riteniamo fu il rag. Mincato – riteniamo potrebbe tranquillamente sopperire alle carenze di gas per l’Italia, a giro relativamente breve (…).
Notasi la differenza di import libico tra PRIMA dei sorrisini Merkel-Sarkozy e DOPO…
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Dunque, le CONCLUSIONI:
1. la sostituzione del gas russo è tecnicamente possibile, solo a volerla attuare, senza causare blackout o lockdown (incluso il fatto che il picco dei consumi gas è d’inverno in Italia, NON d’estate; dunque affermare pubblicamente che si fermeranno i condizionatori resta un’idiozia ciclopica – che evidentemente ha il mero fine di terrorizzare chi ascolta -, ndr)
2. resta da capire se ha un senso economico fare questo, ossia dire no al gas russo, soprattutto se più a buon mercato degli altri gas (anche riducendo drasticamente il gas di fonte Norvegia ed Olanda, si starebbe in piedi se la fonte Libya “funziona”, …)(infatti il gas russo è di norma il più conveniente, LINK)
IL GAS RUSSO E' DI NORMA IL PIU' COVENIENTE PER L'ITALIA.
Ma Draghi, ventriloquo di Parigi, vuole far si di rinunciarci…
(liquidatore dell'Italia)
Statista – Average cost of nat-gas transport via pipeline Italy, 2018, by entry point (in €/metric ton) https://t.co/dw4Mg8SlOQ— mittdolcino.com (@mittdolcino) April 11, 2022
3. in tale contesto, non tiratemi fuori per favore il fatto che gli USA premono su Roma per sfidare Mosca: infatti se vi ricordate bene, dopo la firma della via della seta, ben due portaerei USA erano davanti alla Sicilia (ed i ben informati dicono che era stato offerto a Roma – da Trump – di “riprendere assieme” la Libya se si fosse rinnegata la firma dell’accordo con Pechino: sono confidente che in futuro scopriremo se tali rumors hanno fondamento o meno; e nel caso chi decise di rifiutare tale diciamo “offerta”, ndr).
Ribadisco in ultimo un concetto chiave: se vi dicono che bisogna chiudere le aziende italiane perchè manca gas, volendo a tutti i costi non ritirare il gas russo (una decisione politica, NON economica), sappiate che tale annuncio sarà una emerita balla.
Infatti in tale caso, intendo imporre blocco produzioni italiani causa carenza gas, significherà semplicemente che si vuole fare un piacere alla Francia, affinchè possa spiazzare meglio le aziende italiane sui mercati.
Per poi comprarsele per un tozzo di pane…
MD
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