Lo abbiamo detto in tempi non sospetti: quanto accaduto a Trump nel 2020 ha scoperchiato il vaso di pandora sui sistemi elettorali occidentali, tra voti postali, voti per procura (in Francia), Dominion e che dir si voglia. Il voto elettorale sembra vieppiù una variabile troppo importante per lasciarla alla volontà del popolo cd. sovrano
“We the People” infatti è, pochi lo sanno in Europa, l’incipit della Costituzione Americana.
Il fatto che gli USA cedano oggi – nel caso – agli stessi metodi storici usati in Europa per secoli – ricordo che per l’EUropa ci sono ancora i sovrani e fino a relativamente pochi anni fa non c’erano nemmeno le elezioni, c’erano le elites, i vassalli, le Corti che si autorigenerano, alla faccia del popolo, … – farebbe cadere il presupposto di superiorità morale enunciato in tempi non sospetti da Alexis de Toqueville per gli States, grande autore che studiai a partire addirittura dalle scuole medie, quando la scuola italiana era un’ottima scuola.
Ossia il vantaggio USA, precisamente analizzato dal letterato francese, autore di un paese – la Francia – che ai tempi ancora aveva ambizioni coloniali nell’area di Nuova Orleans (dove ancora oggi si biascica il francese, o meglio negri prima schiavi dei francesi/piedi neri locali ancora ricordano tale lingua), stava precisamente nel fatto di premiare il merito, oltre a non avere sovrani di sangue tra i piedi a comandare, ma solo gente capace. Escludendo dunque, corti e nobiltà rapaci varie (cfr. oligarchi) che agivano per loro interesse e non per il paese ossia non per il popolo, fatta semplice.
Oltre, aggiungo, ad avere in USA l’addendo Adam Smith, che seppe coniugare l’aspetto economico, quasi calvinista, ma imperniato in una struttura politica e sociale rivoluzionaria per l’Europa, oltre che assolutamente meritocratica (lavora duro, impegnati a fondo e verrai premiato col successo, più o meno – in fondo l’essenza del sogno americano -)
Fino a far denunciare al de Toqueville, reminiscenze scolastiche, che gli USA sarebbero stati un avversario formidabile per i colonialisti Europei, di fatto.
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Ricordo infatti che gli USA, diciamo fino a Reagan, furono sì imperialisti ma mai colonialisti nel senso europeo del termine. Un Impero si basa infatti sul supporto ideologico e strategico ma non necessariamente sul furto coloniale, spero questo sia chiaro; soprattutto nelle more di un paese-continente ricchissimo come gli USA.
Ovvero, le guerre USA storicamente furono portate avanti, prima per difendersi dagli attacchi degli europei (Inghilterra, Spagna, Francia) e poi per costruire il loro stato, ossia negando il colonialismo nei loro confronti (rivolta del The a Boston su tutte); successivamente ci furono guerre per neutralizzare i colonialisti storici nel mondo (Spagna prima, poi Francia, Gran Bretagna, Germania; l’Italia fu per secoli colonia, proprio di quelli sopra citati, quanto meno fino a Mussolini, ndr).
Infatti, dimenticando la seconda guerra mondiale che portò la pace in Europa, contro il di fatto colonialismo nazista che evolvette in EU, ossia in fasce (in conclusione del conflitto si chiamava asse di Vichy), le guerre post WWII furono di cd. aggiustamento dei confini e delle sfere di influenza.
Infatti, di pari passo al progressivo annullamento del colonialismo inglese post WWII, che fece quasi triplicare il numero dei paesi liberi, gli USA fecero la guerra in Korea, per mettere un cuscinetto alla Cina implosa pochi anni prima. Crollo cinese, lo ricordo, a causa dell’aumento del prezzo dell’oro imposto da Roosevelt per tentare di uscire dalla Grande Depressione; che si portò dietro l’aumento della valuta cinese basata sull’argento rendendo anticompetitive le merci cinesi, dunque causando stampa di moneta incontrollata per cercare di dar fiato all’economia, con enorme inflazione al seguito e dunque con la salita al potere di Mao Tse Tung, con la fuga a Taiwan di Chiang Kai-shek, fatta semplice (ndr).
E poi la guerra in Vietnam (in cui il comunismo fu un paravento, in realtà serviva per eradicare l’ingerenza francese in zona, ossia per evitare che Parigi controllasse l’oppio che di lì a poco sarebbe fluito in Occidente; dunque spostando la base della raffinazione da Marsiglia, clan dei marsigliesi incluso, a Palermo, mafia-italoamericana); la presa dello Stretto di Suez da parte dell’alleato Egiziano, contro inglesi e francesi avvenne parimenti con supporto USA; idem la guerra tra Egitto ed Israele per creare in contraltare allo strapotere arabo-egiziano nell’area petrolifera per eccellenza.
In mezzo, la sfida americana di lungo termine con l’Iran, l’Impero storico dell’area mediorientale, da sempre legato ai nazisti (l’Iran è l’unico paese al mondo, di fatto un paese ariano, a non aver mai condannato le malefatte di Hitler pubblicamente, nemmeno oggi, infatti fu sempre assistito da ex gerarchi nazisti, con Mossadeq e poi post Khomeini, non a caso ndr).
La svolta neoliberista USA a tutto tondo, post eccessi pre- 1929, a guardar bene, avvenne solo con l’abolizione dello Steagall-Glass Act, con Bill Clinton, proprio mentre sua moglie Hillary era guarda caso del cda di Lafarge USA, lo stesso cementificio presente in Siria e bombardato alla fine dell’era Obama i maligni dicono per cancellare le collusioni con l’ISIS locale, (ndr).
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Questo per dire che esiste da sempre una sfida Europea coloniale a danno degli USA ed i suoi principi sociali ed economici, un vero e formidabile avversario per l’Europa sempre coloniale; principi anche etici assai diversi da quelli appunto europei, invece da sempre elitari.
Evidentemente dopo un’infiltrazione durata 70 anni, la sponda Europea piano piano sembra aver fatto il miracolo di indebolire dall’interno gli USA, facendoli apparire oggi – nei valori – come sodali dell’Europa, ossia del Vecchio Continente che non ha masi smesso – lo ripeto – di essere prevaricatore sia all’interno che all’esterno dei propri confini.
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Tornando al titolo, voremmo qui meditare sul fatto che le elezioni in un sistema suppostamente democratico sono davvero il fulcro del potere, quanto meno in una democrazia rappresentativa.
In Europa – quanto meno viene il dubbio – le elezioni potrebbero essere cd. taroccate, da tempo, soprattutto sulla scorta di quanto rilevato con Trump nel 2020.
Il caso di Marine Le Pen, domenica scorsa, che concede la vittoria dopo un’oretta dalla chiusura dei seggi francesi, con circa il 20% dei voti scrutinati, per altro annunciando che non si ritirerà nonostante la sconfitta (e questo va benissimo ai suoi avversari sulla carta, visto che ha dimostrato essere una perdente nata) dimostra che forse qualche dubbio sui tarocchi elettorali potrebbe essere lecito, anche in Europa…
Abbiamo infatti notato, in rete – e vi invito a verificare – casi di video in cui i voti a Marine Le Pen sarebbero andati scemando col tempo, ossia incredibilmente riducendosi durante la notte elettorale francese; ma ammetto di non aver voluto andare oltre con l’analisi, restando alla semplice constatazione di cui sopra. Dunque lascio a voi l’incombenza.
Mi basta l’incredibile circostanza per cui la Francia riesce a fare uno scrutinio praticamente conclusivo dei voti di un intero paese in meno di due ore. Ripeto, in un Paese più grande dell’Italia: d’ogni modo ho sempre saputo che Mandrake di tanto in tanto soggiorna spesso a Parigi per inciso, diciamo dai tempi di Umberto Eco e del Pendolo di Focault (…).
Se poi volete avere altri esempi, molti simili a quanto successo con elezione notturna di Trump nel 2020, andate a vedere l’evoluzione notturna dei voti nell’elezione italiana del 2006.
O, agli albori, cosa successe nel referendum monarchia/costituzione, a fine WWII, quando gli inglesi colonialisti ancora imperversavano in Italia.
Vi lascio dunque alle meditazioni in riguardo, sull’argomento.
Specificando che sono faccende davvero importanti, anche e soprattutto per voi che leggete.
MD