La narrazione occidentale martellante e quotidiana sulle “vittorie ucraine” e sulle “perdite russe” sostituisce la mancanza di una Grande Strategia reale e coesa contro Mosca…
Mentre tutti conosciamo Sun Tzu, il generale cinese, stratega militare e filosofo che ha scritto l’incomparabile Arte della guerra, meno noto è lo Strategikon , l’equivalente di Bisanzio sulla guerra.
Bisanzio del VI secolo aveva davvero bisogno di un manuale, minacciata com’era da est dalla Persia, arabi e turchi, e da nord, da ondate di invasori della steppa, Unni, Avari, Bulgari, Pecheneg (turchi semi-nomadi) e Magiari.
Bisanzio non poteva prevalere seguendo semplicemente il modello classico a base di forza bruta tipico dell’Impero Romano: semplicemente perché non aveva i mezzi per farlo.
Quindi la forza militare doveva essere subordinata alla diplomazia, un mezzo meno costoso per evitare o risolvere i conflitti. E qui possiamo creare un affascinante collegamento con la Russia di oggi, guidata dal presidente Vladimir Putin e dal suo capo della diplomazia Sergei Lavrov.
Ma quando per Bisanzio divenne necessario ricorrere ad una risposta militare – come nell’operazione Z della Russia – preferì limitarsi a contenere o punire gli avversari, anziché attaccare con tutte le proprie forze.
Il primato strategico, per Bisanzio, più che diplomatico o militare, era un affare psicologico; tutto inizia con “si vis pacem para bellum” ( “Se vuoi la pace prepara la guerra”). Il confronto deve svilupparsi simultaneamente su più livelli: grande strategia, strategia militare, operativa, tattica.
Ma tattiche brillanti, eccellenti informazioni operative e persino vittorie massicce in un teatro di guerra più ampio non possono compensare un errore letale in termini di grande strategia. Basta guardare i nazisti nella Seconda guerra mondiale.
Coloro che costruirono un impero come i romani, o lo mantennero per secoli come i bizantini, non ci sarebbero mai riusciti se non avessero seguito questa logica.
Quegli “esperti” incapaci del Pentagono e della CIA
Nell’operazione Z, i russi si dilettano in una totale ambiguità strategica, che ha completamente scombussolato tutto l’Occidente. Il Pentagono non ha capacità intellettuale necessaria per superare in astuzia lo stato maggiore russo. Solo pochi capiscono che questa non è una guerra – dal momento che le forze armate ucraine sono state irrimediabilmente sconfitte – ma è in realtà ciò che l’esperto militare e navale russo Andrei Martyanov chiama “operazione di polizia ad armi combinate”, un lavoro tuttora in corso di smilitarizzazione e denazificazione.
La Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti è ancora più incredibile per come può sbagliare tutto, come ha recentemente dimostrato il suo capo Avril Haines durante la sua audizione a Capitol Hill. La storia mostra che la CIA ha strategicamente mandato tutto all’aria dal Vietnam all’Afghanistan e all’Iraq. L’Ucraina non fa eccezione.
Con l’Ucraina non è mai stato un problema vittoria militare. Ciò che si sta perseguendo è la lenta e dolorosa distruzione dell’economia dell’Unione Europea (UE), con straordinari profitti dalle armi per il complesso militare-industriale occidentale e la strisciante presa di controllo dell’apparato di sicurezza da parte delle élite politiche europee..
Queste ultime, a loro volta, sono state completamente sconcertate dalle capacità russe di C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer, Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione), insieme alla straordinaria inefficienza della loro stessa costellazione di Javelins, NLAW, Stinger e droni turchi Bayraktar.
Questa ignoranza va ben oltre la tattica e il campo operativo e strategico. Come sottolinea deliziosamente Martyanov, “su un moderno campo di battaglia non sanno neanche cosa li colpisce quando combattono contro forze inferiori a loro, figuriamoci quando combattono contro forze pari a loro”.
L’assurdità dei consigli “strategici” della NATO è diventato evidente col fiasco di Serpent Island , causato da un ordine diretto dato dai “consulenti” britannici al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, al contrario, pensava che l’intera faccenda fosse un suicidio. Aveva ragione lui.
Tutto ciò che i russi hanno dovuto fare è stato lanciare, dalle loro postazioni in Crimea, alcuni missili Onyx antinave e di superficie sugli aeroporti a sud di Odessa. In pochissimo tempo Serpent Island è tornata sotto il controllo russo, e ufficiali di alto rango della marina britannica e americana sono “scomparsi” durante lo sbarco ucraino sull’isola. Erano i consiglieri “strategici” della NATO sul posto, gli stessi che avevano dato i cattivi consigli.
Un’ulteriore prova che la debacle dell’Ucraina è strettamente collegata al problema del riciclaggio di denaro – non tanto ad una strategia militare sensata o meno – è l’approvazione da parte di Capitol Hill di 40 miliardi di dollari extra in ‘aiuti’ a Kiev. È solo un’altra manna dal cielo che cadrà sul complesso militare-industriale occidentale, come ha debitamente notato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Le forze russe, nel frattempo, hanno portato la diplomazia sul campo di battaglia, consegnando 10 tonnellate di assistenza umanitaria al popolo di Kherson liberato – con il vicecapo dell’amministrazione militare-civile della regione, Kirill Stremousov, che ha annunciato che Kherson vuole entrare a far parte della Federazione Russa.
La “Stalingrado del Donbass”
Per quanto ci sia un acceso dibattito tra i migliori analisti russi sulla velocità dell’operazione Z, la pianificazione militare russa procede metodicamente, come se si prendesse tutto il tempo necessario per consolidare i risultati ottenuti sul campo.
Probabilmente il miglior esempio è il destino del contingente Azov all’Azovstal di Mariupol, senza dubbio l’unità meglio equipaggiata degli ucraini. Alla fine, sono stati totalmente superati da un contingente Spetsnaz russo/ceceno numericamente inferiore, e per di più in tempi record per una città così grande.
Un altro esempio è l’avanzata su Izyum, nella regione di Kharkov, una testa di ponte chiave in prima linea. Il Ministero della Difesa russo segue lo schema di macinare il nemico mentre avanza lentamente; se affrontano una seria resistenza, si fermano e distruggono le linee difensive ucraine con missili e colpi di artiglieria ininterrotti.
Questi sono solo alcuni esempi di come lo stato maggiore russo applichi la sua metodica e scrupolosa strategia, in cui l’imperativo principale potrebbe essere definito come una spinta in avanti per preservare i soldati. Con l’ulteriore vantaggio di impegnare solo una frazione della potenza di fuoco russa complessiva.
La strategia russa sul campo di battaglia è in netto contrasto con l’ostinazione che ha la UE di suicidarsi, con Bruxelles che guida intere economie nazionali a vari livelli di collasso e verso il caos certo.
Ancora una volta è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov – un maestro della diplomazia – a sintetizzarlo .
Domanda: “Cosa ne pensi dell’iniziativa di Josep Borrell (la controparte europea di Lavrov) di dare all’Ucraina i beni russi congelati come ‘riparazione?’ Possiamo dire che si sono levati la maschera e l’occidente si sta muovendo verso la rapina aperta?”
Lavrov: “Potremmo definirlo un furto, che non stanno neanche cercando di nascondere.. Sta diventando un’abitudine per l’occidente.. Presto potremmo vedere abolito il posto di capo della diplomazia dell’UE perché l’UE non ha praticamente una propria politica estera e agisce obbedendo a quanto viene imposto dagli Stati Uniti”.
L’UE non è nemmeno in grado di elaborare una strategia per difendere la propria economia, basti vedere come la sua fornitura di energia venga, di fatto, progressivamente bloccata dagli Stati Uniti. Eccoci al regno in cui gli USA eccellono tatticamente: il ricatto economico/finanziario. Non possiamo chiamare queste mosse “strategiche” perché quasi sempre si ritorcono contro gli interessi egemonici statunitensi.
Confrontatelo con la Russia che ha raggiunto il suo più grande surplus nella storia, con l’inarrestabile aumento dei prezzi delle materie prime ed il ruolo attuale del rublo sempre più forte come valuta basata sulle risorse, sostenuto anche dall’oro.
Mosca sta spendendo molto meno del contingente NATO nel teatro ucraino. La NATO ha già sprecato 50 miliardi di dollari – e oltre – mentre i russi hanno speso 4 miliardi di dollari, più o meno, e hanno già conquistato Mariupol, Berdyansk, Kherson e Melitopol, creato un corridoio terrestre per la Crimea (assicurando il suo approvvigionamento idrico), controllano il Mar di Azov e la sua principale città portuale, e hanno liberato Volnovakha e Popasnaya strategicamente vitali nel Donbass, così come Izyum vicino a Kharkov.
Ciò non include nemmeno il fatto che la Russia ha fatto precipitare l’intero occidente in un livello di recessione che non si vedeva dagli anni ’70.
La vittoria strategica russa, già così, è militare, economica e potrebbe anche diventare geopolitica. Secoli dopo la stesura dello Strategikon bizantino, il Sud del mondo sarà infatti molto interessato ad apprendere la versione russa dell’Arte della Guerra del 21° secolo.
Link articolo originale: https://thecradle.co/Article/columns/10277
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