La guerra civile argentina, l’ultima, si ebbe nel 2000/2001 quando Domingo Cavallo mandò tutto a cd. ramengo.
Ossia, a seguito di una moneta di fatto diventata tutt’uno col dollaro, l’Argentina si dissanguò tanto da capitolare non solo economicamente ma anche socialmente (lascio a voi l’eventuale parallelismo con la Roma repubblicana – ossia senza Re – attuale). Ancora oggi l’Argentina non si è ripresa, con delinquenza diffusa e follie stile rapimenti di un giorno per farsi consegnare, che so, 10’000 dollari, pena la morte del congiunto rapito, in un paese dove la vita di sconosciuti fuori dai clan vale pochissimo.
Il motivo è semplice: durante il periodo di 1 peso = 1 dollaro, periodo targato Cavallo, Buenos Aires svendette tutto, incitata a farlo da poteri esteri e dalle elites/kapò interne.
I politici locali cd. “magnarono” tutto e di tutto. Poi, formalmente una dittatura per riprendersi come Stato i beni svenduti non ci fu; dunque gli stessi che avevano appoggiato lo scempio, ossia Domingo Cavallo e le elites locali cooptate da quelle straniere, ad es. per impossessarsi delle primarie imprese del Paese, si guardarono (e si guardano bene) dall’evitare qualsiasi svolta autoritaria. Visto che l’Argentina – per definizione – può tornare un paese florido per la sua gente solo con una dittatura pro-popolo, visto il livello infimo di etica politico-economica raggiunto, per altro.
Fa sorridere che il soggetto che permise detto scempio argentino fu proprio un collega attuale di Mario Draghi nel Gruppo dei 30, che è presieduto guarda caso da Trichet. E dove Draghi è oramai membro anziano, ricordate la lettera di Draghi e Trichet a Berlusconi nel 2011, vero?
Memento per altro un bell’articolo del FT, del 1999, in cui gli argentini tutti ancora non falliti sembravano ossessionati dal comprare qualsiasi cosa, consumismo sfrenato. Ci fu ai tempi, lo ricordo bene, il boom dei seni al silicone tra le donne, tra le varie follie del periodo, anche la gente condivideva che il benessere residuo non sarebbe durato.
Dopo, al crollo, nel 2001, ci fu di fatto una sorta di guerra civile, per le strade del Paese australe.
Da lì la miseria, quella vera, che iniziò ad esplodere, come magistralmente descrisse Pino Solanas nel suo memorabile “Memoria del Saqueo“. Ancora oggi l’Argentina vive nell’ingiustizia più diffusa, nell’assenza valoriale più selvaggia, nelle leggi stile Don Rodrigo. Tanto da far dubitare di ogni argentino che si incontri, che possa essere un approfittatore, tanto è cresciuto in assenza di valori etici e morali a causa dello scempio prima di tutto della politica nazionale.
La precedente dittatura argentina, quella in cui i soldati si organizzarono per eliminare fisicamente i dissidenti argentini, sangue del loro sangue, ci fu invece dopo il 1974, coi “Generali” – in larga patte di origine italiana, su tutti il piemontese Massera -. Ovvero quando Isabelita Peron, in una smania di potere da pargolo viziato che potrebbe avere un futuro parallelismo con la prole di un ex presidente del Consiglio italiano (…), tentò di andare al governo, riuscendoci per altro, ma solo per breve tempo.
Infatti i generali subito intervennero per metterla da parte, tanto da costringerla a ritirarsi in Spagna dove mai fu estradata in Argentina. Stessa sorte dell’anima nera di Isabelita, Jose Lepez Rega, uomo della P2 argentina, vicinissimo a Licio Gelli ed alla CIA, che si prestò alla lotta cd “anticomunista” nel paese che fece decine di migliaia di morti tra gli stessi cittadini del paese australe. Solo per trasformare tale crociata in guerra civile.
Tutto questo, lo ricordo, giusto per fini di potere e di ricchezza personali, un drive sponsorizzati dalle oligarchie locali che facevano leva, per lo scempio, sul lato oscuro “da buitre” del Deep State USA; più o meno lo stesso soggetto che oggi vuole la guerra in Ucraina per intendersi (…).
Il risultato fu una strage di innocenti, argentini: una società ai tempi ricca e benestante, di un benessere che datava però venti o trenta anni prima, fu messa in ginocchio. La classe media che si ribellava al tracollo, classe educata, fu decimata: pensate che i militari torturavano ed uccidevano anche solo chi protestava, in centri di detenzione, mentre i figli in fasce degli internati venivano “rubati” e dati in adozione ai militari.
Vi farà piacere sapere che Lopez Rega, l’esoterista/”el brujo“, come veniva chiamato, era parte della P2 italica, di Gelli e Calvi, ossia legato/i a quell’americanismo d’esportazione della democrazia di matrice Dem USA – dove si accumulano gli eccidi all’estero, per altro, Vietnam, strategia della tensione italiana, vari golpe tentati in giro per il mondo ed anche anche in Italia… -. Non parlo di guerre ma più in generale di destabilizzazioni, in cui Obama per altro fu maestro (mai dimenticare che le bombe atomiche furono gettate dagli USA con un presidente Dem, Truman), riferimento di un partito – i Dem USA – che, lo ricordo, fu favorevole e anzi difensore dello schiavismo americano.
Sta di fatto che oggi l’Italia rischia di ripercorrere – sigh – la strada argentina.
Ricordo che durante gli ultimi anni di benessere nel paese del tango durato di fatto fino al 2000, i politici argentini si spesero in truffe ed in prevaricazioni di una sfacciataggine mai vista, visto che sapevano benissimo che la festa non sarebbe durata…
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Oggi, Italia del 2020, quasi precisamente 20 anni dopo l’ultimo tracollo Argentina, ben ricordando come un famoso adagio indica che la differenza tra Buenos Aires e Roma in circa 20 anni, abbiamo visto – secondo lo scrivente – un simbolo della direzione presa dal Paese: il nipote di un Presidente della Repubblica in carica, che si chiama per altro Bernardo, va a ricoprire un ruolo primario e ricchissimo nell’Amministrazione statale nazionale (il nonno, omonimo, fu citato in un famoso libro in inglese di cui conservo gelosamente varie copie, libro ufficiale e diffuso mondialmente, in circostanze direi assai scomode […]; ci siamo anche lamentati in tempi non sospetti con l’editore per quanto riportato, senza purtroppo ottenere alcuna risposta, ndr).
Come – che so – se una delle nipoti di Obama andasse a capo dell’ente che finanzia le imprese USA, senza però essere eletta. O cose simili.
Si, perchè la differenza tra il feudalesimo e il mondo libero è sia di sostanza che di metodo: infatti nel feudalesimo non ci sono elezioni, il feudatario decide e “si fa così”, anche nei ruoli per i sui “sodali”. Come metodo invece, nel feudo non ci sono elezioni. O se ci sono, risultano essere diciamo truccate (…). Resta da comprendere se il caso italiano calzi, in un contesto neo-feudale vieppiù apparentemente in arrivo.
Permettetemi una considerazione, a latere: da tempo i politici romani sembrano comportarsi come monarchi, ovvero stile Marchese del Grillo. Peccato che i monarchi erano per definizione pochi, con le loro famiglie, qui invece ci sono migliaia di famiglie elitarie da mantenere… soprattutto a Roma! (chiaramente, per definizione, la famiglia Mattarella tutta resta esente da ogni critica, lo sottolineamo a scanso di equivoci, ndr).
Capite cosa intendo, per favore.
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Immaginiamo cosa potrà succedere da qui in avanti…
Ora, passiamo ad un analisi laterale, alla De Bono, vestendoci di vari capelli per immaginare cosa possa succedere da qui in avanti. Dunque, immaginiamo – come esercizio – cosa potrebbe succedere se dovesse ad esempio “scoppiare” l’Italia, esplosione economica e sociale voluta magari dall’estero (EU? Asse franco-tedesco?) a seguito degli effetti dei disastri economici causati in larga parte dall’EU stessa.
Immaginiamo ad es. che non ci siano più i soldi per le pensioni, l’INPS resta la pietra angolare del sistema paese. Ad es. se la BCE dovesse tagliare gli acquisti di BTP: i mercati crollerebbero, il tasso dei BTP decollerebbe. E non sarebbe più possibile pagare in euro le pensioni, di fatto.
In tale contesto altra soluzione non ci sarebbe se non dare carta straccia alla gente, quanto meno in parrte, al posto delle pensioni e degli stipendi; una sorta d tessera annonaria per comprare beni autarchici, di sopravvivenza, ossia prodotti in Italia. Ad esempio i CCF di un autore in rete, con cui ci sfidiamo un giorno si ed uno anche, su Twitter; ovvero sulla plausibilità di selezionati strumenti economici (sull’inflazione non più: finalmente ha ammesso di avere fatto una previsione catastrofica nell’escludere la salita dei prezzi da oltre un anno a questa parte).
In realtà tale strumento “annonario” c’è già, si chiama euro digitale: una moneta che nelle aspettative non avrà valore fuori dal paese di emissione, di fatto (…); o se lo avrà potrà essere spesa solo entro un determinato lasso di tempo. E più probabilmente SOLO per selezionati beni, visto che è moneta elettronica e che stanno imponendo il POS ovunque, ergo potranno bloccarvi l’acquisto di beni cd. non omologati.
Che poi di fatto ciò corrisponda a poter utilizzare tale euro solo in Italia, ovvero trasformando tali euro i simil- carta straccia per i consumi e non poterli utilizzare per gli investenti ad esempio, ovvero NON adatti per lo stoccaggio di valore, resta una mera conseguenza logica dello strumento, che resta di emergenza.
Chiaramente tale ipotesi, di cui sopra, presupporrebbe comunque scontri sociali e/o proteste, nonchè il blocco delle economia (ne parleremo approfonditamente in prossimi interventi).
Oltre a implicare una debacle nelle preferenze per i partiti pro euro e pro EU, nel contesto. Ossia di TUTTI i partiti italiani visto che oggi NON CE N’E’ UNO che metta in discussione l’EU e l’Euro (tutti hanno paura di fare la fine di Berlusconi). Chiaramente, un paese senza opposizione – mai dimenticarlo! – tecnicamente si chiama dittatura (…).
Ovvero, tale evenienza costringerebbe inizialmente a taroccare eventuali elezioni, per evitare che la protesta sovvertisca l’ordine democratico. Da qui l’introduzione, riteniamo, di varie forme di voto postale o surrogati (ricordando che secondo molti autori le elezioni italiane del 2006 presentarono lo stesso comportamento notturno dell’elezione anti- Trump del 2020, andate a vedervi cosa successe).
Allo stesso modo, nel contesto sopra ipotizzato, l’informazione dovrebbe essere manipolata, per evitare di evidenziare proteste e scontri ad esempio rispetto all’azione di sopravvivenza del governo.
Andando un’ottava oltre, chiaramente le forze di polizia sarebbero attivate per limitare/cancellare la protesta, con scontri di piazza tra gente che si lamenta per fame/freddo e celerini ben armati e non identificabili a batterli come tamburi (si, l’Italia ha anche questo primato negativo: non si può sapere chi “picchia” in piazza tra i poliziotti perchè non hanno codici di identificazione, come il Cile di Pinochet potenzialmente, a guardar bene è per una svolta autoritaria molto è giù pronto, ndr).
Vi chiedo: se ad esempio questo inverno mancasse cibo, energia e sicurezza, gli eventi potrebbero essere travolgenti, o sbaglio?
In parallelo a quanto sopra ci sarebbero certamente i servizi di sicurezza che si infiltrerebbero ovunque, soprattutto in rete, creando liste di proscrizione ad esempio tra chi critica l’operato governativo, cosa che sta già succedendo per altro con la Russia. Normale passo successivo, l’arresto senza giudizio, preventivo, con carcerazione occulta (senza sapere dove è stato imprigionato un soggetto); poi le botte e la sparizione in carcere o meno delle vittime. O anche gli omicidi mirati che vengono vestiti da incidente, tutte cose che succedono in casi simili, aprite i libri e la mente e studiate, consiglio.
Eventuali leggi anti- terrorismo, con poteri speciali annessi, sarebbero di prammatica, da manuale.
Tutto questo considerando che anche i giudici, che percepiscono le più alte pensioni statali, potrebbero anch’essi essere interessati a tenere in secondo piano la giustizia spicciola ed in primo i loro interessi famigliari/pensionistici, ovvero lo status quo (…).
Come vedete l’Argentina non è poi così lontana.
E tutto questo per cosa? Facile: per nascondere il sacco di un paese da parte di una esigua minoranza di soggetti. Ossia interessi economici di pochi, ma che vengono moltiplicati per tante famiglie voraci italiane, vendute ad interessi sovranazionali per altro.
In tale contesto non escludo che una guerra dichiarata formalmente dall’Italia possa essere una soluzione, visto che, così facendo, si potrebbero bloccare le elezioni a norma di Costituzione; ovvero si neutralizzerebbe la reazione elettorale contro una eventuale deriva di fatti anti-EU, direi dovuta ormai vista la follia che l’istituzione sembra ormai rappresentare per il bene dei popoli europei: ad esempio una dichiarazione di guerra “in qualche modo” contro la Russia, richiamando così gli anziani congedati dal servizio militare. Dunque facendoli vaccinare sotto legge marziale (visto che molti non lo sono ancora, checchè ne dica la propaganda mediatica).
Ricordate infatti le ipotesi fatte in questo esercizio teorico: tutto il pasticcio e l’insostenibilità del Paese che stiamo immaginando serve, nella gestione autoritaria, solo per mantenere i privilegi in mano dei soliti.
E soprattutto avendo chiaro che la goccia che farebbe traboccare il vaso sarebbero le pensioni, divenute impagabili e dunque con proteste diffuse. Ovvero, basterebbe eliminare i percettori di pensioni per far rientrare il problema (…).
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In tutto questo spero quanto meno di avervi fatto intuire il motivo per cui, secondo chi scrive, la nomina del nipote di Mattarella ad Invitalia – pur non rappresentando, gli atti citati, intesi come famiglia estesa del Presidente della Repubblica, alcuna criticità legale e/o senza rappresentare alcun reato e/o abuso di sorta, sebbene riteniamo essere atti decisamente inopportuni, soprattutto di questi tempi – sia soprattutto un simbolo: del decadimento civile, etico e morale “terminale” degli italiani, oltre che economico. premessa necessaria per trasformare, a breve giro, il Paese in vero Far West.
MD
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Nota di Redazione:
per definizione, la famiglia del Presidente Mattarella, tutta, anche in forma estesa, resta esente da ogni possibile ed eventuale critica, nello specifico ed in generale, in qualsiasi forma; essendo tenuti, i cittadini italiani tutti, sempre e comunque, al massimo rispetto per l’altissima figura istituzionale che il Presidente ricopre oltre che per gli alti i valori che Egli rappresenta. Il “simbolo de decadimento” sopra citato non si riferisce dunque ne’ alla persona, ne’ alla famiglia ne’ alle Istituzioni presidenziali, ma piuttosto ad una serie atti ed eventi esterni al Suddetto che, ritenuti qui comunque inopportuni in termini di tempistica e, appunto, di contingenza, nulla hanno a che vedere con la figura del Presidente; che anzi, forse come nessuno prima, difende e rappresenta l’Integrità nazionale e di tutti gli italiani, oggi e per i posteri.