Alcuni lettori ci hanno sollecitato Paisios, il monaco che negli anni novanta dello scorso secolo prevedette la guerra turco-ellenica. Per noi resta però solo un corollario, solo a riprova, eventualmente (…).
La verità è che di guerre in Crimea ce ne sono state tante. Il motivo è semplice: la Crimea è l’accesso militar-commerciale ai Dardanelli, ossia al Mediterraneo, lato russo. Controlli il Bosforo e tarpi le ali a Mosca, verso il mondo (l’idea d’Italia venne “creata”, ovvero resa accettabile al mondo, grazie alla Crimea/in Crimea sotto molti aspetti, dal gen. Lamarmora).
Chi pensa alla favola dell’accesso a nord via mare, evidentemente è schiavo del seguente bivio diciamo mentale: o legge troppo/solo la stampa italiana, o riteniamo sia fesso. Infatti il raffreddamento climatico, che sta alla fisica come il riscaldamento climatico sta alla propaganda mediatica oggi imperante, sta chiudendo le vie dal Polo Nord alternative alla rotta Mediterranea per arrivare all’Asia, non le sta aprendo! Dunque con correlazioni contrarie alla cd. “conventional & mediatic wisdom” (…).
Altra storia il collegamento di terra verso l’Alaska, dalla Russia, un progetto più che fattibile, forse addirittura in corso di progettazione.
Tutto dunque depone perchè l’Europa diventi marginale, a medio termine.
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Il tramite tra le suddette considerazioni è che la Russia resta il pivot geostrategico mondiale, come ebbe a profetizzare MacKinder in tempi non sospetti. Dunque, oggi ci si deve giocare il tutto per tutto, intendo l’Occidente storico, quello senza risorse e senza materie prime: abbattere la Russia!
E per pensare di abbatterla bisogna attaccarla dalla Crimea, ovvero via mare, come sempre. La tattica è la medesima, più o meno, da 500 anni.
Stante che Erdogan vive della contrapposizione occidente vs. Russia, eventualmente attaccabile/bloccabile nei commerci via Bosforo, è chiaro che la Turchia – in caso di annientamento programmato di Mosca da parte Occidentale, ovvero della fazione più estremista e guerrafondaia dell’Occidente, ossia la branchia filo-EU, oggi riconducibile alla casta di Davos – dovrà essere messa a disposizione del progetto vetero-colonial-occidentale.
Per fare ciò Ankara dovrà permettere un attacco alla Russia, dai Dardanelli.
Dato che Erdogan non è cretino, lo si dovrà dunque costringere.
Ecco che la guerra ellenico-turca, fatta scoppiare con l’ardimento, diventa un passaggio inevitabile e cruciale per permettere, alla fin fine, l’attacco alla Russia via mare dove tale attacco è sempre avvento negli scorsi 500 anni o giù di lì.
Andiamo a poco.
Anche perchè Londra, come abbiamo già specificato in passato, sarà la grande perdente a questo giro. Ovvero ha la necessità vitale che l’euro imploda, post Brexit: o Berlino o Londra, una delle due dovrà essere sconfitta. O entrambe.
Londra non ha dunque scelta, oggi: nelle more della sfida dove l’Ucraina viene usata come tragico segnaposto, deve ribaltare il tavolo Euro-occidentale (e lo sta facendo…).
I tempi per altro sono stretti: a novembre la fazione trumpiana, fazione tipicamente anti-coloniale nel senso vetusto del termine, verrà rimessa in sella in USA. Dunque PRIMA di novembre la guerra deve scoppiare, poi saranno gli USA a farla terminare, la guerra, nel caso (…)(Trump tornerà per evitare la terza guerra mondiale, ndr).
Ciò comporterà l’annessa debacle degli attori in campo, a supporto, nel tentativo di scontro con Mosca, in primis debacle inglese e francese (la Germania potrebbe essere vittima collaterale, per non lasciarla indenne, lato russo, della serie, “coi tedeschi non si sa mai…”, vedremo, …).
E gli italiani? Saranno loro stessi a voler fare i lemming, pilotati dai venduti romani, possibilmente essi stessi in fuga a breve. Mentre la Penisola potrebbe prosperare alla grande standone fuori, ma tant’è….
Vedremo la piega che verrà presa. Da qui al 24.9.2022 il tempo è poco.
MD
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Image: thanks to Pietro Chiaranz, Creative Commons Attribution 3.0 Unported, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paisios_l%27Atonita.png