Documento tecnico, a fronte di alcuni aspetti non chiari emersi qualche minuto fa con @_Musso.
L’interruzione di capacità di interconnessione long term di EDF comporterà la resa disponibilità di capacità alla frontiera ITA-FR e ITA-CH.
32 Twh/yr in totale, che saranno proprio 32 in quanto la Svizzera già minacciata di non ricevere il gas stoccato in Italia non avrà nessun incentivo a fornire la quota parte di energia elettrica di cui ai contratti lungo termine (alla fine, notasi, è sempre e solo energia francese, ndr). Ovvero circa 6.5-7 mld m3 di gas equivalenti di ammanco, in sostituzione.
Tra le controparti in fieri del long term contract ci sono EDF ed ENEL, memento lo stimato ing. Enzo Gatta artefice delle collaborazioni di onorata memoria tra i vari paesi Europei vicinali con l’Italia.
Fino ad oggi non abbiamo sentito nulla lato ENEL, in forza di tale contratto ipoteticamente terminato da EDF. Cosa assai strana direi. Francesco Starace, AD di ENEL, andrebbe interpellato sull’argomento, suggerimento, magari con una interrogazione parlamentare (…).
Abbiamo invece capito che RTE, il gestore di rete francese, tace. Ma solo dopo aver annunciato enormi criticità invernali p.v., nota degli scorsi giorni sulla sua rete; a fronte del piano di manutenzione straordinaria annunciato da EDF ad Aprile 2022, in pieno COVID.
Ovvero, RTE ha fatto trapelare problemi, anche legati alla necessità – suo ruolo – di garantire la stabilità della rete francese, problemi emersi probabilmente anche in sede di ENTSO.
Faccio presente che i contratti lungo termine di EDF vengono assieme alle capacità di interconnessione. Ossia, senza energia francese long term la rete di interconnessione tra FRA e ITA, di norma in importazione verso l’Italia, resterà vuota.
Ovvero, mettendo tale capacità inutilizzata in asta, sarà possibile importare energia dalla Francia all’Italia importandola a prezzi di mercato, ossia a borsa.
Dunque, facile presagire che la borsa francese si allineerà a quella italiana, dunque vaticinando l’enorme danno per la bilancia commerciale italiana visto che la perdita, sulla base dei costi differenziali long-term EDF e CH e prezzi di mercato, ammonterà – stima – a ca. 5 fino a 8-10 mld di EUR annuo come extra costo per l’Italia.
Fin qui i conti della serva.
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Parimenti va tenuta in considerazione la batteria virtuale data dall’accordo di 10 giorni fa tra Germania e Francia, l’Italia è stata esclusa, dove la Francia garantisce gas mentre la Germania garantisce elettricità.
Ovvero, FRA-GER staranno in piedi, l’Italia no (notate: EDF, ossia la Francia, NON hanno energia a sufficienza per loro, immaginate per i contratti long term con l’estero, ndr).
Infatti, va ricordato, il prezzo di borsa francese, di norma inferiore a quello italiano, NON è il prezzo a cui i francesi si approvvigionano (tariffe bleau et al. ecc.). I consumatori finali francesi pagano di norma meno l’energia rispetto alla borsa francese. Mentre il prezzo di borsa italiano è il prezzo a cui di fatto pagano l’energia gli italiani (…).
Questa assurdità andrebbe secondo noi opportunamente indagata dalle autorità di concorrenza Europee, suggerimento, se solo l’EU fosse corretta e non dichiaratamente asimmetrica (…).
Ovvero, una salita dei prezzi di borsa francese ai livelli italiani comporterebbe, oltre all’effetto del taglio dell’energia long term di EDF (indisponibilità) , anche un aumento dei costi generalizzati dell’energia in Italia (prezzo). Ovvero crollo annunciato per la competitività del sistema Italia.
Di più, una maggiore richiesta di energia su Powernext, in Francia, per saturare le capacità rimaste vuote da EDF/long term contract, comporterà una salita prossima ventura del prezzo dell’energia nei due paesi confinanti dal 1.1.2023, data del presunto taglio della capacità long term. Tutto questo in forza di capacità di interconnessione immediatamente disponibile. Ovvero, la maggiore domanda in acquisto comporterà una ulteriore salita del prezzo del power in Francia, ribaltata poi su consumatori finali in Italia (non necessariamente in Francia).
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Italia: scala a sinistra: ecco perchè Parigi DEVE fare rapidamente il takeover dell’Italia
All in all, la bilancia dei pagamenti italiani verrà devastata sia dalla riduzione dell’export causata che dai blocchi a macchia di leopardo nella fornitura dell’energia. Oltre che dall’assenza di gas a prezzi ragionevoli.
In aggiunta ci sarà anche la salita dei prezzi di borsa, in sostituzione dei contratti long term di EDF, da cui l’Italia dovrà approvvigionarsi, all’estero, in sostituzione di detto contratto long term.
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In ultimo, la chiave di tutto: siamo coscienti che Putin sa che l’Italia deve stare in piedi, altrimenti Davos vince (cd. Davos è il primo nemico sia di Putin chee di Trump, ndr). Dunque farà arrivare tutto il gas che può in Italia, sublimando la protezione delle pipelines rimaste, quella Ucraina (allontanandosi dal “tubo gas”), il TAP e l’Algeria. In Algeria, lavorando con Sonatrach. In Azerbaijan, minacciando ritorsioni in caso di blocco dei flussi.
Parimenti la Francia in primis deve creare il casus belli il prima possibile, con Putin, di fatto in unità di intenti con Londra per certi versi: per Parigi in particolare, l’intento è prendersi il nord Italia, con un takeover delle imprese quasi fallite causa blocco industriale prossimo venturo, causa energia troppo cara (che corrisponde ad affossare la bilancia dei pagamenti italiana). Ovvero rafforzando il blocco che fu precisamente lo stesso della Vichy nazista di 75 anni fa.
Da qui Putin che sta rallentando ad arte la presa sull’Ucraina, ottima mossa.
Il motivo è semplice: bisogna tutti scavallare le Midterm americane, arrivando a quando Biden conterà come il due di picche a briscola, post elezioni USA. Ovvero far finta di essere in “crisi di guerra”, così per intanto nessuno potrà dire che bisogna intervenire anche usando l’atomica per sconfiggere Mosca (…).
Pausa tattica insomma. Se poi il GOP in USA vincerà l’EUropa revanscista ed anti-USA avrà finito la sua corsa, assieme all’euro, di fatto. Ci scommettiamo. Là sarà tutto un altro film.
Sappiate dunque che Parigi, a nome dell’EU franco-tedesca, ossia di interessi NON italiani, farà di tutto per boicottare l’Italia da qui alle Midterm USA. Energia in testa, ma non solo (post 25.9.2022 in Italia sarà diluvio di disgrazie, scommettiamo, fino all’insediamento dei senatori USA a gennaio 2022).
MD
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Image: thanks to RTE France, LINK