Ieri il bang del North Stream. Alcuni dicono sabotaggio: io preferisco attendere per capire, ritengo che se sabotaggio fosse stato le autorità di mezza EUropa si sarebbero messe immediatamente al lavoro, seriamente, con zelo e attivo supporto dei media. Parlo della prima infrastruttura EU come importanza strategica. Invece la notizia del bang sembra addirittura sparire dal giornali.
Dunque sarei cauto a dare colpe senza prove a supporto.
Detto questo, cosa comporterà tale implosione, come conseguenza, è prima di tutto che la principale linea di approvvigionamento gas della Germania, da nord a sud dell’Europa, il North Stream, viene interrotta nottetempo. Roba seria, si parla di 1 km di tubo mancante, anni di lavoro per ripararla, certamente si va oltre questo inverno.
Il silenzio delle autorità EU è invece assordante.
Personalmente ritengo tale ignobile fine del North Stream sia una manna dal cielo per l’Italia, fortunatamente non essendoci stati morti posso esprimermi in tali termini.
Il motivo è semplice e sta al titolo-. La fine del North Stream significa che la Germania non avrà gas per questo inverno, a maggior ragione dopo l’annuncio recente di stop lato Ucraina anche del gasdotto solito, quelle che dalla Russia porta gas all’Europa via Ucraina appunto, gasdotti costruiti da ENI in larga parte per altro. Ovvero stop alle esportazioni tedesche, come conseguenza, vedasi oltre.
Rammentando che i principali gasdotti EUropei sono “made in Saipem”; il North Stream invece vedeva contractors tedeschi e francesi nella costruzione, può darsi che non siano così esperti, dunque ecco forse spiegato il motivo dell’incidente che fermerà la tubazione magari per sempre.
Resta che, come conclusione, l’industria tedesca rimarrà senza gas questo inverno. Ovvero la macchina esportatrice tedesca è morta, almeno per qualche anno.
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L’Italia si salva, incredibilmente…
E l’Italia? No, l’Italia non è morta cari miei, anzi è viva e vegeta: infatti l’accidente di ieri al North Stream fa capire che bisogna diversificare le fonti. E l’Italia ne ha tantissime.
Mi spiego: il consumo italiano è, vuoto per pieno, di 70 bcm/anno, circa. Le fonti sono come segue, capacità in bcm/anno (bcm/yr):
TAG/Russia = 40 bcm/yr
TransMed/Algeria = 37 bcm/yr
Transitgas/Norway&NL = 22 bcm/yr
Greenstream/Libya= 11 bcm/yr
Adriatic LNG = 8 bcm/yr
OLT LNG = 4 bcm/yr
GNL Italia LNG = 3.4 bcm/yr
Slovenia pipe = 0.7 bcm/yr
TAP/Azerbaijan = 10bcm/yr
Ora, immaginate che dalla Russia non arrivi nulla, TAG=0. Immaginate anche che per emergenza, come al solito, i tedeschi si “freghino” tutto il gas europeo destinato all’Italia, ultimo paese “della fila” da nord a sud, parlo delle molecole che dovrebbero arrivare dal Transitgas, ossia dalla Norvegia/Olanda via Svizzera e Germania fino alla Penisola; dunque Transitgas=0.
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Questioni di varietà di fonti…
Restano le altre fonti:
Transmed/Algeria diciamo 32 bcm/yr, senza esagerare. Poi TAP, i tre GNL, siamo a 25,4 bcm/yr. Che sommati all’Algeria diventano 57 bcm circa. Mettiamoci, conto della serva, 3 bcm/anno di produzione nazionale e siamo a 60 malcontati.
Mancano 10 bcm/yr per il pareggio coi consumi a 70 bcm/yr. Però manca anche una fonte, la Libya. Che è ferma, ossia esporta pochissimo, mentre la sua attivazione permetterebbe il pareggio per l’Italia, evitando blocchi e razionamenti energetici.
Ma, chiediamoci, perchè la Libya è ferma?
Ce lo ha spiegato Lavrov, in diretta: la Libya è “roba francese”, non va toccata, a nome dell’EU. Giuro, nell’intervista di qualche tempo fa data all’Italia. Non commento oltre.
Ecco, ora forse si capiscono meglio i sorrisini di Merkel e Sarkozy quando uccisero Gheddafi (*), assieme a far arrivare Monti a Roma… Se guardate la nostra immagine del profilo su Telegram capite dove pendiamo (…).
Dunque, per farla breve, è arrivato il momento in cui a Roma devono tirare fuori gli attributi e anzi gli artigli: se si vuole evitare un blocco socio-economico dell’Italia va ripresa la Libya, o meglio riattivata la pipeline gas.
Per fare questo, stante la base USA di Sigonella a due passi – e le portaerei americane habituè in zona- basta far intervenire gli amici USA. Chiaro, bisognerà fregarsene dell’EU, e in primis di Francia e Germania.
Ma ora diventa anche loro interesse, interesse EU e tedesco, che si riattivi tale pipeline gas dalla Libya, che dite?
Ovvero, per fare questo l’EU dovrà fare sacrifici, tanti.
E l’Italia per tale fine dovrà schierarsi dove è stata schierata per decenni, diventando la IV. potenza economica mondiale. Sapete cosa intendo.
In fondo non è così difficile: come merce di scambio con gli USA, per tale piccolo diciamo “favore”, beh, ne scrivemmo in passato. Qualcosa si trova da offrire, magari stracciando qualche accordo/trattato (…).
Diciamo dunque che l’Italia, incredibilmente ed immeritatamente, dopo quanto successo ieri al North Stream ieri, può salvarsi. La Germania invece è condannata.
La Francia, beh, là non è ancora successo niente.
Momento interessante
MD
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(*) Vedasi anche: