Ieri un politico irlandese all’EU, parlando da Strasburgo in un improbabile italiano, ha difeso a spada tratta la costosissima ristrutturazione obbligatoria dei beni immobiliari italiani delle famiglie locali, una enorme tassa occulta, in quanto “così si risparmia energia”, più o meno.
Già da fastidio che uno straniero pensi alle tasse da imporre ad un paese non suo. Ma quello che viene dopo è addirittura sconvolgente.
Ovvero, nella più classica finestra di Overton (ora infatti aggiungono, “ma la ristrutturazione non sarà obbligatoria per poter vendere la casa…”), scopriamo dai media specializzati che tale ristrutturazione obbligatoria per portare tutti gli edifici in classe D al 2030 colpirà tutti gli immobili dove vivi, meno quelle di vacanza. Ovvero, meno gli stranieri che vivono meno di 4 mesi all’anno in Italia.
L’attacco alle famiglie italiane, ai loro risparmi, è palese.
Here's me banjaxing the Italian language trying to promote the benefits of retrofitting buildings to my Italian colleagues #EPBD pic.twitter.com/ME5DHm8eTW
— Ciarán Cuffe (@CiaranCuffe) January 17, 2023
Ve lo diciamo da tempo: questa folle storia del Reset, che è faccenda EU, ha come primissimo obiettivo l’Italia, una creatura artificiale britannica, poi USA, che al disfacimento finale della Gran Bretagna con l’ultimo Charles al trono, è di troppo.
Dunque si avverano gli auguri di tedeschi e francesi, del tipo, l’Italia è bellissima, peccato gli italiani (#vaccinatevitutti, con un siero tedesco, Biontech).
Ovvero gli italiani sono diventati davvero di troppo: l’Italia la vogliono solo per loro, gli stranieri. Solo così si spiega cotanta follia e dogmatismo burocratico.
In effetti quanto sta accadendo in questi giorni mi ha aiutato a capire i talebani afghani, fino ad oggi un enigma, che per evitare che le loro bellezze storiche ed architettoniche diventassero preda di stranieri venuti a depredare, le distruggevano. Immaginatevi voi, aver sudato per generazioni una casa, soldi, fatica ecc, e poi, in forza di leggi straniere chiaramente asimmetriche ed assurde, quando basta una stufa a legna per scaldarsi per molti di noi (notasi che solo in Italia c’è cotanta concentrazione di edifici storici), dover perdere la casa famigliare in quanto non in grado di pagare una costosissima ristrutturazione assolutamente non necessaria per viverci bene, solo un escamotage per sfilartela caricandoti di debito…
Poi tu passerai davanti alla tua ex casa negli anni a venire, vedendola con uno straniero dentro, che magari stipendiato dall’EU tale casa se l’è comprata per due soldi, magari all’asta giudiziaria, pignorata per qualche inadempimento…
Infatti, il lavoro, necessario per pagare l’esistenza, in Italia, è sempre più scarso, la vogliono deindustrializzare l’Italia! È palese.
Vedete FCA che da sempre sfornava modelli accattivanti ma mai molto moderni: oggi, passata in mani francesi, presenta nuovi modelli che sembrano i progetti falliti di Peugeot, per brutti che sono. Ed intanto le macchine per costruire automobili vengono nottetempo spostati dagli stabilimenti italiani alle fabbriche sudamericane del Gruppo, preparando una chiusura progressiva della manifattura italiana, a termine.
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Insomma, secondo qualcuno l’Italia dovrebbe diventare quella dei viaggi di Goethe, un luogo di vacanza per stranieri. Che non pagheranno tasse per viverci, in Italia, per quello ci penseranno le famiglie italiane.
Dite che esagero? Solo così si spiega la folle legge EU che obbliga da una parte le famiglie italiane a mettere mano al portafoglio per efficientare, a suon di milioni per edificio, i propri edifici spesso storici. Ma esentano da tale spesa gli stranieri con case usate per meno di 4 mesi all’anno.
E questo fregandosene se, ad esempio, al sud Italia molte case manco hanno il riscaldamento: la classe energetica deve essere D al 2030.
Insomma, un chiaro trucco per sfilare gli immobili ambiti dagli stranieri dalle tasche degli italiani.
Dissi tempo fa, una decina d’anni circa, che l’epilogo dell’Italia nell’EU sarebbe stato o una sorta di reazione stile fascismo per uscire dall’euro. O un fascismo fiscale/impositivo per restare dentro .
Oggi, con un’ex soggetto del fu movimento sociale italiano come Prèmier, in una tipica contorsione storica italiana, si ha al potere un soggetto che a parole chiaramente sfidava l’EU. Mentre invece, nei fatti, rischia di avallarla, obtorto collo (speriamo di no!). Adolfo Urso, classe 1957, al ministero dello sviluppo economico dice qualcosa, purtroppo…
Ovvero si tratterà nel caso – sigh – di un fascismo di facciata per essere si’ patrioti ma restando nell’euro, infatti nel caso si firmerà il MES solo col tradimento e dunque nel caso si avrà una sorta di fascismo fiscale pro EU. Che da domani, forse forse, dovremo iniziare a chiamate nazismo, visto che fascisti e nazisti erano alleati…
A meno di un plateale intervento americano, a gamba tesa, ad imporre l’agenda come lo stanno facendo con Milei in Argentina, con tutto il supporto possibile ed immaginabile per il fine… intervento che forse è in corso! (…)
Speriamo!
Nel mentre gli italiani, gregge silente, “non pervenuti” nemmeno questa volta. Nemmeno al vaticinio del loro macello si presentano, sperano tanto, quello sì…
MD