Un anno e mezzo fa quando pubblicammo l’articolo “Stiamo vivendo l’Apocalisse?” ci trovavamo nel bel mezzo della “pandemia” e nel pieno della propaganda volta a far vaccinare tutti. I più credevano che sarebbe bastato obbedire alle autorità facendosi fare una punturina o due e sarebbe andato tutto bene. Quasi tutti all’epoca erano convinti che i “vaccini” avrebbero fatto terminare i contagi e nessuno aveva il benché minimo sentore che da lì a poco ci sarebbero state guerre, carestie e crisi finanziarie. Pochi capirono che si trattava dell’inizio di una operazione complessa, coordinata su larga scala, che ha probabilmente coinvolto gli strati sociali apicali di tutto il mondo. Se analizziamo ciò che è successo in tutti i Paesi del mondo, sono state applicate le stesse politiche e campagne di vaccinazione, di fatto obbligatoria, utilizzando ovunque gli stessi metodi diagnostici PCR, sono state pubblicate le stesse notizie mentre le voci critiche sono state perseguitate, i dati reali sulle morti e sui danni causati dai vaccini sono stati nascosti… e la stessa cosa è accaduta ovunque. A posteriori appare chiaro come organizzazioni sovranazionali come l’ONU e in particolare l’OMS, abbiano avuto un potere decisionale incontestabile da quando è iniziata la cosiddetta “pandemia”. È molto probabile che nei gradini più alti della piramide del potere si trovino i responsabili di ciò che è accaduto, ed hanno usato la pandemia come scusa, il vaccino come strumento e il terrore come mezzo per innescare un lungo processo volto ottenere un radicale cambiamento della società.
Da lì in poi tante cose sono successe, forse troppe, ma “qualcosa” è andato storto e durante quest’ultimo anno si è verificato un cambiamento. Alcuni hanno chiamato questo fenomeno “il risveglio” grazie al quale la gente ha cominciato a mettere in dubbio la narrazione ufficiale, preferendo la ricerca di notizie provenienti da fonti alternative.
Il ”Grande Reset” di Davos è fallito? Cerchiamo di capirlo unendo i puntini.
Anzitutto cerchiamo di immaginare come dovesse svolgersi questo piano, prendendo appunto spunto dal Libro della Rivelazione (dal greco “apokálypsis”), scritto quasi 2000 anni fa, visto che le corrispondenze di questo testo con la situazione attuale sono innegabili. Inizia con l’arrivo del cavallo bianco montato da un cavaliere con arco e frecce (per la mitologia il dio Apollo spargeva le pestilenze con frecce invisibili, e in questo caso arriva sotto mentite spoglie visto che il bianco è da sempre simbolo di pace e candore), l’Apocalisse inizia quando a questo cavaliere viene data una corona (o il “Corona”?). Una situazione indubbiamente analoga a quanto avvenuto ad inizio 2020.
Poi iniziano i lockdown, le mascherine e le vaccinazioni imposte secondo precise tecniche psicologiche volte ad ottenere la sottomissione assoluta delle masse, sottomissione poi suggellata dal green pass. Green pass che era stato introdotto inizialmente “solo per spostarsi tra le regioni”, salvo poi, usando la tecnica della finestra di Overton, diventare necessario per andare al ristorante o in vacanza, accedere a treni ed ospedali, lavorare. Uno strumento di controllo ancora allo stato embrionale che, nella sua versione successiva, sarebbe dovuto diventare anche tessera annonaria, pronto a collegarsi alle CBDC, le valute digitali delle banche centrali e al credito sociale. Ovviamente per raggiungere questo ci voleva la guerra, il cavallo rosso. Casualmente nel 2021 si comincia a parlare insistentemente di far entrare l’Ucraina nella NATO e della conseguente dislocazione di missili nucleari sul suo territorio, posto a 300 km da Mosca. Esiste una semplice regola non scritta tra le superpotenze nucleari: nel caso di un attacco preventivo a sorpresa (contemplato dalla dottrina militare USA) i leader e le strutture militari di comando devono avere il tempo materiale di precipitarsi dentro i rifugi antiatomici prima che i missili nemici possano raggiungere il bersaglio e per poter lanciare una rappresaglia, diciamo 10 minuti. Un missile USA lanciato dall’Ucraina che voli a Mach 3 potrebbe colpire Mosca in 5 minuti, non dando scampo a Putin e ai suoi generali. Era ovvia una reazione rabbiosa simile a quella degli USA durante la crisi dei missili di Cuba. Visto che i vertici NATO non sono stupidi, per il rasoio di Occam questa reazione più che ovvia era scientemente voluta.
La Terza guerra mondiale sarebbe stata la scusa perfetta per giustificare l’iperinflazione, la carestia ed una crisi finanziaria devastante, il cavallo nero, provocati in realtà da 14 anni di tassi pressoché a zero e di trilioni di quantitative easing finiti nelle tasche di pochi. Una crisi che avrebbe vaporizzato i risparmi e le pensioni della popolazione, facendo andare la disoccupazione alle stelle. Ovvio che in una tale circostanza sarebbe stato introdotto il reddito minimo garantito ma solo sotto forma di CBDC (valute digitali delle banche centrali) ed a patto di collegarlo al green pass. Queste valute digitali hanno una peculiarità: chi le controlla può decidere anche dopo l’emissione come e quanto il cittadino può spendere i suoi soldi, sono quindi il perfetto compendio del green pass, un documento elettronico che sarebbe dovuto arrivare a registrare tutti nostri comportamenti. Viaggi? Ciao. Carne? Ciao. Non ti vaccini? Ahi Ahi Ahi. Protesti contro il governo? Ciaone. Alla faccia del controllo totale. Un marchio della bestia sotto steroidi in un regime totalitario di tipo staliniano.
È evidente che un regime di questo genere, in un contesto orwelliano compromesso dalla guerra, con una produzione necessariamente bassa di beni e servizi e la fine del libero commercio, può sostenere solo un numero limitato di persone. Dopo il cavallo nero diventa quindi necessario il cavallo pallido, quello della morte. Può questo spiegare la foga a inoculare tutta la popolazione con sostanze dagli effetti a medio/lungo termine sconosciuti? Il tutto mentre si installano a più non posso ripetitori 5G (per collegarci il frigo e il microonde? ma dai), la cui pericolosità è denunciata da una moltitudine di esperti? A pensare male si farà anche peccato, ma comunque tutta questa “fretta” ad imporre alla popolazione novità che non servono a una fava e dagli effetti potenzialmente devastanti fa venire quantomeno il fondato sospetto che ci sia sotto un piano tremendamente sinistro.
Ma grazie a Dio la guerra in Ucraina (per ora) non ha subito l’escalation voluta. Molti attribuiscono questo intoppo all’inaspettata elezione di Trump nel 2016, che ha obbligato l’élite a rimandare di 4 anni l’inizio dell’Apocalisse dando tempo a Putin di prepararsi per il conflitto. È probabile, in effetti Putin a febbraio 2022 ha utilizzato a sorpresa sul teatro di guerra i nuovissimi missili ipersonici Kinzhal, gioielli tecnologici che viaggiano a Mach 10, impossibile intercettarli. Ma non solo, con l’appena dispiegato missile intercontinentale Sarmat (200 tonnellate di peso per 18000 Km di raggio d’azione) e il siluro Poseidon (che crea uno tsunami radioattivo) Putin ha sfoderato un arsenale che ha annullato in un istante 70 anni di equilibrio nucleare. Per l’élite a questo punto è diventato impensabile spingere per la Terza guerra mondiale, anche perché Putin in una sua dichiarazione ha messo subito in chiaro che in caso di escalation avrebbe colpito come prima cosa “i centri decisionali” (i bunker dell’élite?). Quindi contrordine compagni, niente escalation. Solo una guerra convenzionale in Ucraina “boots on the ground” cercando allo stesso tempo di mettere in ginocchio la Russia con le sanzioni. Sanzioni che per ironia della sorte si sono ritorte contro chi le ha fatte; parrebbe infatti che sia più facile far a meno del dollaro o dire addio alle MasterCard piuttosto che rinunciare a gas e materie prime, chi l’avrebbe mai detto?
Come risultato il Piano meticolosamente preparato, nonostante tutti i tentativi per rimetterlo in carreggiata, pare essere deragliato senza appello e senza piano B. Il “testimone” dell’Apocalisse sarebbe infatti dovuto passare dal cavallo bianco al cavallo rosso e da lì passare al cavallo nero. In questo modo i bollettini delle “morti improvvise” sarebbero stati occultati dai bollettini di guerra e la successiva carestia e crisi finanziaria sarebbero state anch’esse imputate alla guerra.
Il green pass si sarebbe trasformato a quel punto in maniera naturale nella tessera annonaria digitale necessaria per avere la propria razione di pasta, di riso o di insetti (eh già), a patto avere un sufficiente credito sociale (legato all’impronta di carbonio) ed essere al pari con tutti i vaccini (e quando dico tutti intendo anche quello contro l’influenza stagionale, il vaiolo delle scimmie, l’influenza del cammello, l’aviaria, le varianti Delta, Omicron, Kraken, Arturo più richiami vari tutti a base di tecnologia mRNA).
Ma senza la Terza guerra mondiale il Piano si è inceppato, questa pausa di un anno nel meccanismo “Problema-Reazione-Soluzione” ha dato modo alla gente di ragionare. In troppi ormai cominciano a capire che c’è qualcosa che non quadra nella narrazione. Appare ormai evidente che i “vaccini”, o meglio le terapie geniche sperimentali imposte a tutta la popolazione nel mondo occidentale, erano tutt’altro che sicure ed efficaci come ripetevano ossessivamente a reti unificate i 4-5 scienziati ammessi a parlare alla tivù, i politici di qualunque schieramento, i giornalisti di qualunque testata o tiggì, sportivi ed influencer. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la necessità di assistere militarmente l’Ucraina, una nazione al di fuori della NATO e dell’Unione Europea, con la quale non abbiamo in essere alcun trattato militare di difesa reciproca. E cosa dire riguardo al dover guidare inefficienti auto elettriche o mangiare insetti per combattere un ”riscaldamento globale” di cui i più non vedono traccia? Sempre più persone hanno iniziato a chiedersi se davvero non siamo vittime di una cospirazione ai massimi livelli (che a questo punto secondo il rasoio di Occam dovrebbe essere la soluzione più probabile) e qualunque ulteriore tentativo venga posto in atto per far ritornare il piano nei binari giusti, altro non fa che risvegliare più persone.
Ma anche se il piano è deragliato non significa che l’élite abbia già perso, almeno non ancora. Anche perché dispone di molti, moltissimi soldi, e la struttura di potere che sta foraggiando da decenni è ancora tutta lì, ansiosa di obbedirgli (oltre che preoccupata di non finire giudicata da una corte marziale).
Stiamo quindi assistendo giorno dopo giorno negli USA alla distruzione “accidentale” di decine o centinaia di impianti per la produzione di prodotti alimentari, alla contaminazione di terreni fertili per via di improbabili disastri ferroviari, a “inaspettate” epidemie zoonotiche che comportano l’abbattimento di milioni di capi dall’allevamento, quali maiali e polli.
Oltre a ciò, mai è stato così evidente lo sforzo di creare ad arte divisione tra neri e bianchi, tra vax e no-vax, trans e non, in un tentativo mai visto prima di esacerbare le divisioni politiche, religiose ed etniche. La tecnica è sempre la stessa, “divide et impera” creando divisioni facendo finta di combatterle.
Tutto quello che viene spinto ora maggiormente punta al controllo totale: il Green Pass, maggiori poteri all’OMS, il 5G, l’identità digitale, le città dei 15 minuti, le auto elettriche, le armi robotiche, l’Intelligenza Artificiale, le CBDC, il controllo di Internet, webcam onnipresenti, pure nei dispositivi “smart”. L’élite comincia ad aver paura che le masse sempre più risvegliate possano rivoltarglisi contro.
Essendo gli USA il centro nevralgico dell’impero e del potere militare è il luogo dove l’élite più si è incistata ad ogni livello. Il popolo americano per contro, sia per indole che per il diritto costituzionale a possedere armi anche d’assalto, è sempre stato un argine formidabile contro l’instaurarsi della tirannia globale, e sarà lì che si giocherà la partita.
A scadenze cicliche questo popolo si è ritrovato a combattere per la liberà: la guerra d’Indipendenza, quella di Secessione, la Seconda guerra mondiale, secondo cicli di 80 anni ben precisi. Nel 2025 ci troveremo giusto alla fine di uno di questi cicli e tutto lascia presagire che da lì ad allora la situazione volgerà al peggio prima di migliorare, sia negli USA che qui.
Sebbene ci siano tanti indizi che indichino che là ci siano forze ben organizzate che combattono contro l’élite, le stesse forze che hanno permesso l’elezione di Trump (si dice spegnendo i satelliti che collegavano le macchine “Dominion” taroccate la notte del voto nel 2016), sono probabili false flag, blackout, crisi finanziarie, sommovimenti e guerre civili. Guardando la situazione a Taiwan non si può escludere una guerra Cina-USA.
Occorre non farsi cogliere impreparati, sia materialmente che spiritualmente. Non bisogna cullarsi nella convinzione che la nostra società sia molto più avanzata di quella degli inizi del ‘900, quando si vissero crisi simili a quelle che rischiamo di vivere ora. In realtà viviamo in una società strutturalmente molto più fragile di allora. Il cibo che consumiamo arriva quasi tutto da grandi corporation e viene prodotto in paesi stranieri. Lo stesso dicasi per l’energia. Se dovesse succedere un blackout prolungato potremmo trovarci in poco tempo ad invidiare chi viveva nel medioevo. Bisogna pregare per il meglio ma essere preparati al peggio. Ora più che mai.
Ma più importante di tutto bisogna essere informati ed informare gli altri, per opporsi a tutte le manovre che vogliono attuare per renderci schiavi.
Ognuno deve fare la sua parte, #andràtuttobene solo se ci adopereremo attivamente perché ciò avvenga.
Foto di Jeroným Pelikovský da Pixabay
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