Da “Francia o Spagna, purché se magna” a “Francia e Spagna che ce magnano” il passo è breve ed è stato compiuto da tempo oramai.
Il gruppo francese LA POSTE, completamente pubblico contrariamente alle Poste italiane SPA, controlla attraverso una sua filiale (DPD adesso chiamata GEOPOST) Bartolini SpA (BRT) all’85%. Ha anche deciso di acquisire Aviva e CNP Assicura Vita attraverso la filiale del gruppo pubblico francese CNP Assurances.
Grazie all’Italia, il solo fatturato della filiale DPD adesso “GEOPOST” ha visto un aumento di oltre il 6% nel fatturato nel 2022 e la bancassicurazione francese ha in Italia il suo secondo mercato. Il modello si ripete uguale per gli altri innumerevoli settori in cui un’azienda pubblica francese oppure privata francese ampiamente sostenuta, aiutata, finanziata da aiuti pubblici francesi o da banche accondiscendenti, ha acquisito un’azienda di punta italiana, mi viene in mente Lactalis/Parmalat, ma ripeto, gli esempi non si contano più talmente sono numerosi.
Nel settore spedizioni in Italia abbiamo GLS, società di spedizioni olandese, BRT del gruppo pubblico postale francese e poi DHL del gruppo Deutsche Post, tedesco, quotato in borsa ma con il 20% circa di azioni alla Cassa depositi e prestiti tedesca, completamente pubblica e presieduta dal Cancelliere tedesco.
Cosa significa?
Semplicemente che noi MANTENIAMO i settori pubblici e privati della Francia, i loro privilegi, le loro aziende gonfiate ecc. Ma anche altri settori pubblici e privati, di altri paesi come il Benelux, la Germania, la Spagna, la Gran Bretagna, la Danimarca, l’Irlanda, gli USA. E per ogni singolo paese ho una serie di esempi, in cui il modello dei flussi “infrasocietari” circolano dalle filiali “sfruttate” di casanostra alle case madri e holding estere, il tutto ESENTASSE per il fisco italiano.
Ad esempio, il gruppo CA, Crédit Agricole, i cui soci sono gli enti locali francesi, che con la sua holding Sas Rue La Boétie agisce da aggressivo fondo di investimento che fa acquisti rapaci in Italia, nel settore bancario dove ha acquisito migliaia di sportelli bancari, e che è presente in Banca d’Italia attraverso le sue controllate, e nel cartello delle dealer, arricchisce con i nostri soldi gli enti locali francesi (oltre ai soliti (ig)noti). Oppure si pensi alla Fiat, finita in pasto al gruppo francese Peugeot risuscitato da morte sicura e fallimento grazie ad ingenti aiuti di stato francese, tali da consentirle poi di acquisire Fiat/Chrysler e diventare Stellantis.
Oppure si pensi all’oligopolio delle piattaforme online per il turismo, in Italia dominato da holding e multinazionali estere, con un sistema di vero e proprio drenaggio delle nostre risorse finanziarie e non solo, fuori dai confini. Tra gli ultimi acquisti abbiamo Feries Srl, che controlla Casevacanza e Agriturismo, acquisita dalla tedesca Hometogo, ma basti pensare a Booking, il 5% solo di tasse pagate in Olanda sul NOSTRO turismo mentre il settore paga almeno il 24% o il 21% SUL LORDO (circa l’80% sul netto se è un proprietario che effettua le manutenzioni del caso). Oppure Expedia, americana, tutte con sede nel Delaware dove non pagano tasse e si nascondono per bene.
Il turismo italiano, ultima perla da depredare completamente, con la pandemenza già sufficientemente attaccato, adesso è integralmente in balia di politiche “aziendali” geopolitiche decise nei cda di queste multinazionali aliene, ed è così che ad esempio, per la maggior parte delle strutture pubbliche e private, non esiste un vero bollino o certificato neutrale e nazionale, e ancora meno una vera e propria piattaforma nazionale (che non sia invadente come le OTA!!). Esiste solo una concorrenza artificiale e spietata che vede i gestori e i proprietari costretti a ribassare continuamente i prezzi, perché il sistema livella verso il basso le differenze regionali e storiche e l’appeal di marchi e nomi delle aree turistiche. Così ad esempio, sui motori di ricerca delle OTA, alla ricerca “Gaiole in Chianti” compare di tutto, da Barberino Val d’Elsa a San Gimignano, da Greve in Chianti a Poggibonsi, e i veri risultati dell’area della Lega storica del Chianti classico non vengono messi in risalto, è un eufemismo.
Perché i criteri di visibilità su queste piattaforme sono decisi da spietati algoritmi e sono estranei alle vere preferenze dei turisti e ai desiderata dei proprietari, e riguardano ad esempio il livello delle commissioni pagate, l’adesione ai programmi “offerti”, l’accettazione supina di tutte le loro condizioni compresa quella di ricercare un’alternativa e di pagare la differenza di prezzo in caso di overbooking a carico del proprietario, l’accettazione dei loro strumenti di pagamento, e di aprire il calendario online nonché i prezzi che non possono che essere riduttivi, o altre regole calate dall’alto che piano piano espropriano il proprietario del suo libero arbitrio in casa sua, e l’imprenditore della sua struttura.
Lo zerbinaggio dell’Italia e del governo Meloni a quelle holding estere è plasticamente evidente nell’ultima campagna di lancio del turismo italico per opera del Ministero del Turismo che per rendere omaggio a uno dei principali esponenti decennali della depredazione delle nostre risorse, ha voluto intitolare “Open to Meraviglia”.
Tutto ciò significa che a causa delle iniquità e delle sperequazioni esistenti nell’applicazione delle norme europee da paese a paese, e alla corrotta complicità della classe politica e burocratica nazionale noi manteniamo larghe fette delle popolazioni francesi, tedesche, benelux, irlandesi, britanniche, americane e spagnole. Contrariamente a quanto la propaganda italica ed europea ci hanno sempre fatto credere credere!
Nforcheri 22/4/23