Fa sorridere il tifo da parte dei soliti 50 milioni di allenatori, diventati in progressione prima economisti, poi virologi, trader gas, ed ora addirittura conclamati strateghi militari. Tifo che presuppone sempre partigianeria e negazione della ragione, per inciso, oltre che ignoranza di base sebbene accompagnata da molta “pancia”: all’alba di eventi cataclismici è dunque bene fare alcuni importanti distinguo.
Il primo lo trovate nei sottotitoli: quello di cui bisogna stupirsi è giusto che anche la Russia abbia tali armi ipersoniche, non che gli USA ad esempio non ce le abbiano. Sembra di fatto un assurdo storico-logico immaginare che le moderne V2 non siano state acquisite da chi ha vinto la guerra.
Ricordo ad esempio il caso degli aerei da guerra Stealth: comparvero sui media appena prima della guerra alla Serbia. Ricordate spero, sulla stampa dell’epoca venivano dipinti come catorci, denunciando ripetuti casi di non funzionamento di tali armi, che invece venivano tenute segrete. Poi i bombardamenti iniziarono, a tappeto, con un solo aereo abbattuto durante tutta la campagna contro la ex Jugoslavia.
Oggi sarà circa uguale.
Senza tenere in considerazione le armi a laser bianco, invisibile ad occhio nudo: ricordo i casi di incendi “casuali” a Niscemi e dintorni, circa 15 anni fa. Forse, un’altra arma?
Questo, per dire, avendo avuto 75 anni di vantaggio strategico, le armi sviluppate e non ancora usate da chi ha vinto la WWII possiamo immaginare sono tantissime.
Senza dimenticare che la guerra diventa sempre catalizzatore di tecnologie, sulla base di scoperte scientifiche esistenti (…).
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Oggi ci troviamo di nuovo in un momento pericolosissimo della storia, un bivio: in breve, complice l’EUropa sempre guerrafondaia a mettere zizzania, un pack di Paesi pensa di poter sfidare, vincendo, il dominus attuale, gli USA. Classico bivio della storia.
Premesso che la conclusione più probabile sta in una futura ridefinizione dei rispettivi perimetri (…), vanno suddivise le forze in campo: quelle di Yalta e quella che da Yalta furono escluse.
La Cina e l’EU sono le forze escluse. Notando che entrambe sono accomunate da un vulnus: l’assenza di materie prime, che invece USA e Russia (membri di Yalta) hanno in abbondanza, due paesi per altro molto simili che non hanno alcuna intenzione di sfidarsi apertamente.
Gli USA, poi, hanno il vantaggio della moneta di scambio globale, il dollaro. Che però resta un semplice orpello, visto che dipende da un insieme di superiorità militare, economica, finanziaria e tecnologica.
Vero, la Cina sta facendo grandi passi in avanti, ma resta coi suoi 1.4 mld di persone semplicemente insostenibile: infatti tolti i consumi anglo, nel sistema capitalistico attuale l’ex Impero Celeste è destinato ad implodere. Ecco perché la Cina, idem come l’EUropa, i due macro-sistemi-paese super-esportatori, necessitano trovare sia materie prime che canali di consumo per i propri manufatti.
Consumo che potra’ essere estero o cinese, nel caso, visto che la iperpopolazione interna cinese potrebbe essere combattuta trovando spazi all’estero per la sua stessa iperpopolazione, ma creando consumi: tutto punta dunque sull’Africa, di nuovo da colonizzare. E da cui vanno cacciati gli autoctoni, da mandare in EUropa per sostituirli coi “nuovi” (vedasi oltre, le assonanze con cd. Davos/EU).
Ed anche, aggiungo, battezzando un nuovo modello economico che difenda la propria cuspide, economica in Europa, sempre la stessa dai periodi Guglielmini; e politica in Cina, visto che Pechino rimane la testa di un paese comunista, monopartito (ovvero non democratico nei canoni occidentali quanto meno pre-Davos, …). Capite dunque il motivo per cui la Davos EUropea si sente attratta dal sistema di controllo interno imposto dal regime comunista cinese alla propria popolazione, da applicare anche in EU (…).
La Russia, di converso, in realtà non necessita di materie prime africane, ma resta chiaramente interessata a modularne l’accesso, affinché le sue materie prime NON vengano spiazzate.
Un bel caos. Che si risolverà in un conflitto, inevitabile, che partirà a tempo debito (andiamo a poco) dal medio oriente per poi incendiare l’Africa sub sahariana e l’Africa occidentale fino a lambire l’Egitto. Risvegliando i mai sopiti istinti coloniali europei.
Lo scoppio della guerra “telefonata” in Sudan, lo scorso weekend, totalmente prevedibile ed anzi prevista, direi pure scatenata se volete, è lì a testimoniarlo, con proverbiale tempismo (leggasi: il RSF è a letto con chi sfida gli USA; peccato che il SAF avversario possa contare su un paio di basi militari USA in loco, oltre che sull’aiuto dell’alleato egiziano, notando che Il Cairo vede al governo un presidente molto ma molto vicino ad Israele, sulla falsa riga di come Gheddafi era legato all’Italia, …, ndr)
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https://de.wikipedia.org/wiki/Aggregat_4#/media/Datei:Aggregat4-Schnitt.jpg (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en)
Torniamo alle armi ipersoniche: tali armi saranno cruciali in futuro e verranno usate da entrambi i contendenti. In realtà i droni, associati a tali armi, rappresentano la vera sfida ed anzi il fattore critico di successo la’ da venire (…).
Gli USA non fanno mistero di stare producendo armi a più non posso, accumulando magazzini. Nel mentre la presidenza dell’ infiltrato, o meglio dei poteri infiltrati stranieri alla Casa Bianca, ex Stasi per intenderci, sta volgendo al termine: se, come penso, la prossima elezione USA vedra’ il ritorno del generale Flynn, capo dell’intelligence militare USA, al comando delle operazioni militari-politiche – complici venti di guerra globali, dunque l’America in tal contesto chiama sempre i migliori – le danze inizieranno.
Il consiglio che mi sento di dare ai lettori è di dimenticarsi ogni benefit a cui siete stati abituati negli scorsi 60 anni: tutto sarà da ricostruire.
MD
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