Proprio stamane lèggevo sul Corriere della Sera un incredibile articolo in cui Benno, l’omicida altoatesino dei propri genitori, ha denunciato la trasmissione di Federica Sciarelli (compagna di un magistrato, dunque forse ritenuta intoccabile, ndr) , “Chi l’ha visto”, per aver suppostamente detto il falso, ossia avendo sostenuto pubblicamente che gli avvocati di Benno avevano detto all’imputato di mentire (…)(così viene riportato, circa).
Al di fuori del fatto che i reati di Benno e quelli imputati alla Sciarelli – c’è una procedura in corso, per giudicare – sono cose ben distinte, leggendo il Corriere viene dipinto quasi un trattato apologetico della trasmissione di Rai3, di fatto puntando sul fatto che Benno sarà facilmente colpevole e quasi tralasciando grossolanamente il resto.
Questo per dirvi il rischio della manipolazione delle informazioni da parte dei media, che tendono a nascondere quello che alla troppo spesso preimpostata dialettica appunto mediatica non conviene.
Ciò dovrebbe farvi capire il degrado raggiunto dalla società, a partire dai rappresentati ipoteticamente democratici della cd. modernità, i media diventati interattivi.
Bisognerebbe dunque chiedersi prima di tutto cosa succederebbe se detti media diventassero formalmente e strutturalmente strumento di propaganda e di controllo della popolazione, ossia non a servizio della democrazia come la si insegnava a scuola tempo fa. Sempre che non lo siano già diventati, strumenti di potere, i media, ad es. col Covid/post COVID.
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In tale solco si inserisce l’interpretazione del trattato di resa incondizionata firmato a Cassibile dall’Italia, che appunto fu una Resa incondizionata. Lascio perdere la vergogna di non chiamare un trattato di resa per quel che è, giusto per non offendere l’italico popolo (il Giappone firmò una resa incondizionata senza battere ciglio, dopo essere stata bombardata grazie agli inneschi nucleari forniti dai tedeschi agli USA, solito totale tradimento germanico, quella volta verso Tokyo, per salvare le terga dei gerarchi nazisti in fuga, fonte R. Karlsh, “Hitler’s bomb”, ndr).
Vorrei però farvi meditare su cosa succederebbe, oggi, se a Roma e Milano decidessero di deliberatamente venire meno ad un trattato di resa valido ed in vigore. Ovvero andando contro dettami di fatto bellici.
Dunque, vediamo, tale resa fu firmata a seguito, pochi mesi, dalla frantumazione dell’ abbazia di Montecassino, piena di tesori: ricordo i nazisti “aiutare” ad evacuare detti tesori, visto che gli alleati comunicarono in anticipo che tale Abbazia sarebbe stata rasa al suolo, atto dimostrativo, vedremo dopo il motivo. Ricordando che i nazisti apparsi mediaticamente nelle cronache dell’epoca, che aiutavano a portare fuori dall’Abbazia le opere, in realtà le stavano trasportando “in salvo” nella collezione privata di Goering, in Germania. Solo dopo la guerra – e solo in parte – tali tesori furono restituiti.
Nulla di nuovo tutto sommato: stessa storia di Napoleone che si impossessò di 500 grandi opere, anche i cavalli bianchi di San Marco, trafugati a Parigi, poi solo in parte restituiti e usati per costruire il Louvre. In tal senso Francia e Germania sono precisamente la stessa cosa, storicamente: ladri di opere d’arte. Non è dunque un caso fossero assieme nell’asse di Vichy (Robert O. Paxton docet).
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Andando oltre, interessante fu il meccanismo logico di Montecassino: avvertire che sarebbe stata distrutta l’Abbazia, un atto chiaramente non strettamente militare ma sociale, vedasi oltre. Il messaggio infatti era un altro: ora e’ Montecassino, poi sarà Roma. In mezzo, dopo aver raso al suolo abbassando di qualche decina di metri la montagna sottostante, arrivo’ puntuale il bombardamento a Roma di San Lorenzo, 19.7.1943: non sarebbero passati due mesi che ci fu la Resa, con contestuale arresto di Mussolini.
Chiaro, no?
Ovvero Montecassino fu una Psy-Op ante litteram, per far capire a cosa si andava incontro. Ossia, cosa sarebbe successo in caso di perseveranza, nonostante fosse emerso Mussolini fosse foraggiato dagli inglesi della Sinclair Oil (archivi desecretati di Kew Gardens). Manco a dire, i romani, che non amano i sacrifici inutili, da secoli, cedettero subito; non diversamente da come fece Milano meno di due anni dopo, che tramite il cardinale tedesco Ildefonso Schuster, investito del ruolo di mediatore da Papa Pio XII (filo tedesco al contrario del suo predecessore), fece fuggire i tedeschi impunemente dai territori della diocesi ambrosiana.
Perché la prendo così alla lontana?
Per una ragione semplice: gli effetti di rinnegare un trattato di resa significa essere in grado di sopportarne le conseguenze. Eventualmente stile Montecassino. Ma con l’aggiunta, oggi, di una decina abbondante di basi strategiche alleate sul proprio territorio.
L’Italia ne sarebbe capace, resistere/sopportare le conseguenze delle proprie azioni? Se l’alternativa di fatto è un Trattato del Quirinale, ossia una resa condizionata non agli USA che hanno vinto sul campo ma ai francesi che pensano di vincere con le Legion d’Onore, visto che si porterebbero via tutto dall’Italia il giorno che non ci fossero più gli americani in loco…. (Leggetelo bene tale trattato Quirinalizio per favore).
Ciò vale soprattutto ai nostri giorni, quando addirittura Giulio Sapelli sul Ilsussidiario.net parla apertamente (proprio stamane) di quanto questo sito vi sta dicendo da anni, ossia dell’asse russo-sino-tedesco in veste anti USA. Oggi, ripeto, succede proprio questo, anche se i media italiani lo tacciono.
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Ipotizziamo, facciamo scenari ipotetici, per capire…
L’Italia dice, no, io sto contro gli USA. Dunque si schiera con Germania e Francia, ovvero con l’Iran storico alleato tedesco e potenza neonucleare in medio oriente. Ovvero con la Turchia, storico partner tedesco. Dunque anche con la Russia, con cui Berlino e Parigi hanno organizzato e costruito, oltre che attivato, il North Stream (a danno principalmente italiano, che stava fallendo a comprare gas a TTF, ndr). Finalmente andando anche a braccetto con la Cina, un paese comunista e tecnicamente NON democratico, dove i tedeschi hanno non a caso investito pesantemente, ovvero un regime che tutta Davos vorrebbe ricopiare in EUropa se non in Occidente (per controllare la popolazione, per mettere a salvo le ricchezze delle elites davosiane, ndr). Ovvero ci si schiererebbe pure contro Taiwan, nel caso…
Se l’Italia si schierasse con tale asse alternativo, anti dollaro, cosa succederebbe, all’Italia?
A parte l’assurdità di tale mossa, visto che Francia e Germania sono stati per secoli coloro che hanno invaso, sopraffatto, derubato, distrutto la Penisola, libri di storia alla mano, quali sarebbero le conseguenze?
Non mi stanco di ricordare il caso della nave di Caligola (navi di Nemi), salvata dall’Italia più attenta ai suoi monumenti che al bene dei suoi concittadini, per due millenni, bruciata da un capitano delle SS sul lago di Bracciano durante la ritirata, a sfregio, tanto per dare i pesi giusti alle cose…
Dunque, se l’Italia si ritirasse da tale trattato inevitabilmente gli USA capirebbero che le sue basi militari in loco, comunque, a termine sarebbero in pericolo. Ed anzi sarebbero perse, certamente. Infatti, visto che oggi i confini italiani sono naturali, anche solo perdere una porzione di Italia aprirebbe una porta per perdere tutto DENTRO I CONFINI NATURALI da qui a qualche anno.
Tale fattualità comporta un aspetto importante: a parte lato italiano la necessità di saper difendere il proprio (con i Di Maio? I Salvini? Speranza? Giorgetti? Brunetta? Toti?), ovvero di difendersi dalle conseguenze dei propri atti, avendo contravvenuto ad un ordine di fatto bellico, gli USA è chiaro farebbero (e faranno, nel caso) di tutto per evitare che tale ipotesi si concretizzi. Vedasi soft power, per gradi.
Nel caso, poi, se le cose dovessero andare peggio, beh, in tal evenienza le armi già in Italia, tantissime – si dice che solo a camp Darby ci siano tanti cingolati (nuovissimi, non catorci) quanti ne detiene l’intero esercito italiano – beh, tanto varrebbe lasciar le armi in loco, visto che in larga parte non potrebbero essere rimpatriate. Magari cedendole gratuitamente agli italiani che fossero contrari all’epilogo della negazione del trattato di resa incondizionata firmato a Cassibile (…).
E che dire dei cd. Nasco, i depositi segreti ex Gladio, solo in minima parte scoperti? Anche quelli sarebbero “bruciati”, dunque il contenuto distribuito ai locali, immagino…. Ovvero succederebbe più o meno quanto accadde a Tripoli quando i tedeschi fecero, si dice, portare ai russi i loro G36 canna storta appena ritirati dalla Bundeswehr, distribuiti in loco a chi si opponeva a Gheddafi scatenando la guerra civile, era il 2011 (…).
Quanto vi dico, signori, e’ semplicemente illustrare una prassi, nessuna cattiveria: quando lasci un paese lasci la maggior parte delle armi in loco. E quello che non riesci a portar via lo fai brillare. In loco. Afghanistan docet.
Non aggiungo nulla sulle bombe atomiche tipo B61, oggi di fatto stipate in EUropa solo/in massima parte in Italia ed UK. O della base di Aviano, atomica. O Ghedi, atomica. O Vicenza, pure sede della Eurogendpol, di fatto atomica. O Niscemi, strategica. O Sigonella, strategica e con capacità atomiche. O del comando della VI. Flotta, a Gaeta. Ecc. Ecc.
Questo per dire che prima di arrivare alla catastrofe certamente si passerebbe per gradi inferiori, che so, incidenti mirati, in loco, per evitare il tragico epilogo. Forse si passerebbe per una Montecassino, anzi molto probabile. Più propriamente si transiterebbe per scandali opportuni, finalizzati ad evitare quanto sopra.
Le malattie indotte le vedo invece poco probabili, lì i maestri sono francesi e tedeschi.
Ovvero, signori, diciamolo chiaramente: al di fuori dell’ antipatia innata e anzi proverbiale di qualcuno, del nervosismo di molti sui metodi, legati agli ultimi 40 anni di Pax americana (tutti sappiamo riconoscere gli enormi errori fatti dall’alleato, mica siamo fessi, ndr), non esiste comunque alcuna possibilità di sciogliere tale vincolo senza essere disintegrati. E questo per quale fine? Per cadere mani e piedi, ossia nelle grinfie di coloro che sono secoli che depredano regolarmente l’Italia, oggi uniti nell’EU?
L’Italia quarta potenza mondiale non è arrivata per caso, sappiatelo. E non grazie a francesi e tedeschi.
Piuttosto l’Italia deve chiedere maggior rispetto ai britannici, che troppo spesso si sono trovati a letto coi francesi quando si è trattato di fare male all’Italia. Di fatto da Portella della Ginestra in avanti…
MD