Oggi abbiamo capito che il patto di camp David è molto unito. Dunque abbiamo in diretta la fine dei palestinesi, diventati obsoleti.
Questo accade con il silenzio di approvazione di fatto di Egitto, Marocco, Algeria ed Arabia, vedremo l’Iran, per cui i cd. fratelli palestinesi erano diventati ormai un fardello.
Dunque, passa all’incasso il secondo soggetto di Camp David, Israele, che allarga così i confini a Gaza ed al sud del Libano.
In tale contesto la Francia perde ancora potere, vedendosi bruciate le connessioni libanesi residue figlie del genere Aoun, di casa a Parigi.
Il primo soggetto ad avvantaggiarsi da Camp David rinata è invece l’Arabia, ormai integrata nei servizi segreti con Tel Aviv, grazie ad un petrolio sempre più caro.
Anche gli USA hanno il loro tornaconto, con un asse strategico che ormai accerchia e neutralizza l’EUropa, tagliandola fuori in un sol colpo, con l’allargamento al Marocco ed all’Algeria, leggasi Piano Mattei (oltre che col supporto indiretto dato ai nigerini) dalle risorse primarie sia africane che mediorientali.
Parigi piange.
Restano due addendi di Camp David che devono ancora passare all’incasso, presto serviti: Italia e Gran Bretagna, in Libya assieme, andiamo a brevissimo (…)(ma qui ci tacciamo, sul come).
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La cosa interessante da comprendere è invece il ruolo dell’Iran in tale scenario mediorientale, in parallelo a quello della Russia.
In breve, l’Iran ad inizio settembre scorso è stata pagata da Washington 6 miliardi di dollari per 6 simbolici prigionieri usa detenuti da Tehran. In realtà, aprendo anche ai commerci dell’oil iraniano, al massimo da anni con autorizzazione implicita occidentale, i 6 miliardi direi che sembra siano stati il prezzo del tradimento pro- Israele, in Palestina.
Se come pensiamo l’Iran starà fuori dalla partita Israele-Palestina, senza intervento diretto, avremo ragione.
La Russia nel mentre sembra essere un problema in Libya, visto che oggi se Mosca esce dalla Libya per Parigi è davvero finita, il Franco CFA morirebbe immediatamente.
Dall’altra Mosca sembra rallentare su una nuova moneta BRICS, parlando invece di una espansione dei BRICS che nessuno comprende.
Anche perché non esiste alcun nesso che unisca tali paesi BRICS: non religione, non lingua, nessuna nazione unitaria. Anche gli interessi comuni non ci sono, visto che molti dei BRICS sono competitori nel fornire materie prime al mondo.
In molti si stanno rendendo conto che se il fine dei BRICS è avere un unico acquirente di materie prime, la Cina, mentre oggi gli acquirenti sono almeno una decina, a termine l’alleanza dei BRICS non ha senso.
L’unico punto di contatto, oggi, può essere – ma solo per alcuni dei BRICS, pochi – il debito accumulato in dollari, da rinnegare.
Ad es. l’Argentina e pochi altri, ben sapendo che anche se l’Argentina rinnegasse il debito in dollari, accumulato dall’arrivo dei nazisti in fuga, tipico approccio direi babilonese per distruggere un Paese, tempo venti anni nella nuova compagine filo-cinese e sarebbe di nuovo fallita per colpa del debito in Yuan (gli argentini ormai sono un popolo perso…).
Resta nel contesto da capire che ruolo avrà la Russia in Medio Oriente: ad es. se come pensiamo semplicemente non farà nulla, basta che la Siria non venga toccata, avremo ragione ad affermare che anche Mosca è d’accordo nel reshuffle mediterraneo.
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Passiamo ai perdenti
Chiaramente la Francia, che perde anche le connessioni libanesi oltre all’accesso all’Africa, un paese – la Francia – destinato al fallimento ormai.
Assieme alla prospezione militare esterna EU per mano francese figlia dell’accordo di Aachen.
Ovvero, questa EU castrata a nord con nord Stream fatto esplodere, senza le risorse dell’Africa e senza il bottino francese del Sahel, è morta.
Spero capiate quanto inevitabile sia che la Francia cerchi spazi vitali in Italia, nel nord ovest, questione di mesi secondo noi.
L’altro grande perdente è la Turchia, tagliata fuori dalla Libya e dalla Sirya, ormai in condominio con la Russia nella terra degli Assad: basta che gli USA se ne vadano lasciando campo libero in loco a Mosca (una contropartita?) e la Turchia si troverà con un pugno di mosche.
Anzi, con una economia al tracollo, figlia di una inflazione galoppante al 61% e di tassi di interesse portati dall’8% al 30%.
Facile dunque prevedere che la Turchia verrà smembrata.
Tutto il ragionamento fatto vale al netto di un non intervento russo nel mediterraneo (o una forte avanzata russa fino a Kiev, o l’uso di piccole atomiche ecc.) che significherebbe III. guerra mondiale, lo schema dovrebbe comporsi a breve, complice la fine della guerra ucraina.
L’Italia invece in Camp David ci sta benissimo: finalmente i minions italici hanno trovato il potente capo di cui non possono fare a meno. Un capo che, al contrario del precedente, non vuole estinguerli.
MD