Facciamo un po’ di ordine sugli eventi, che non mentono mai. Le parole invece mentono, assai, soprattutto in guerra, o quasi-guerra.
I fatti di Gaza sembrano evidenziare che Hamas abbia bellamente provocato Israele con il lancio di migliaia di razzi partiti da Gaza. Con migliaia di terroristi ad operare, all’unisono, una grande armata, armata ed addestrata, ossia finanziata, dall’estero. Innescando una guerra già persa in partenza. Ciò significa solo una cosa: si voleva – e si vuole – provocare la reazione israeliana!
Per orientarsi su chi abbia ordito tale atto suicida dobbiamo mettere in ordine fatti. E seguire gli interessi sottostanti, il denaro…
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Partiamo dal 2008. La crisi subprime portò a maturazione il disastro capitalista, direi forse pianificato, di affossare gli USA grazie alla abolizione clintoniana del Glass Steagall Act, che impediva alle banche di affari di essere anche commerciali, ossia di speculare, legge introdotta quasi 100 anni fa per evitare un nuovo 1929.
I limiti del capitalismo enunciati da Keynes tra due guerre mondiali erano stati raggiunti, nel 2008 (diverso il 1929, dove la crisi finanziaria fu relativamente benigna in quanto i paesi coinvolti erano sostanzialmente senza debito, ndr). Normale conseguenza dell’abolizione legislativa sopra citata.
Infatti il 2008 fu il vero spartiacque, dove ci si rese conto che il capitalismo era al capolinea da eccesso di debito.
Dunque, nel 2011 accaddero quattro eventi salienti, di fatto tutti collegati:
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- il fallimento greco con troika EU annessa, con sofferenze inenarrabili per i greci, in parallelo ad una Germania in evidente impasse economica nei primi 10 anni dell’euro
- La caduta di Mubarak, in Egitto, con la querelle senza fine della morte di Regeni, tra UK ed Italia (querelle costantemente puntellata dai media pro EU in Italia, in modo da tenere viva la tensione tra i due paesi, ndr).
- L’attacco alla Libya di Gheddafi, senza che nessuno muovesse un dito a suo soccorso, nemmeno l’Italia, nemmeno la Russia dell’amico Putin, amico di chi veramente non si sa…
- E, in ultimo, la caduta di Berlusconi in forza di un impegno preciso lato EU, vedasi sorrisini Merkel-Sarkozy, con l’aiuto di Draghi, Monti, Napolitano e decine di politici locali soprattutto di sinistra, tutti a collaborare per tale tragico risultato finale.
Fatta semplicemente, nel 2011 il patto di camp David fu attaccato a 360. gradi; patto che venne poi salvato da Israele, quando trovò il modo di mettere Al Sisi al comando dell’Egitto stabilizzando l’area, paese chiave.
Il secondo salvataggio di Camp David, che fu un consolidamento in realtà, è avvenuto negli ultimi tre anni, con l’allargamento di detto patto a tutta la sponda mediterranea africana, oltre che a Korea e Giappone.
Invece, dalle trattative abortite sul referendum per far uscire Atene dall’euro, con Varoufakis, sforzo vanificato per l’inaspettato ritiro della sovvenzione russa alla Grecia (un vero tradimento) con conclusione dell’attivismo politico dello scomodo ministro greco, germino’ il primo North Stream.
Capimmo troppo tardi che Berlino e San Pietroburgo erano d’accordo per fare la pipeline sulla pelle degli ellenici.
Ai tempi c’era al comando delle operazioni Hillary Clinton, segretario di Stato, intoccabile. Potentissima. Ed il pupazzo Obama alla presidenza USA.
Davos era dunque in una botte di ferro.
Da tale decisione strategica pro North Stream le cose però cambiarono: le primavere arabe di qualche anno prima, nel Mediterraneo, utili per destabilizzare l’area, furono sostituite dall’epilogo della cd. rivoluzione arancione che portò alla sostituzione violenta del presidente Yanukovych, a Kiev, più meno in contemporanea alla sostituzione del segretario di Stato USA (da fine 2013, ndr). Dunque l’abbattimento del volo 17 Malaysian Airlines. Di seguito la Russia prese la Crimea, come sappiamo.
Lo scopo era identico, destabilizzare, ma in quadranti differenti. Visto che già allora MacKinder faceva capolino, causa connessione russo-tedesca per via energetica, da contrastare.
Notate anche che il North Stream aveva cancellato il South Stream, che doveva passare per l’Italia, paese Atlantico per eccellenza in EU. Con disastri economici italici soprattutto a danno di Saipem ed ENI, in conseguenza di tale cancellazione progettuale.
Ma prima ancora, come ebbe benissimo a spiegare il grande professor Daniele Ganser, ci fu – agli albori della Presidenza Obama – il tentativo fallito di far transitare il gas qatarino verso l’Europa, attraverso la Syria: il niet di Damasco gettò il paese arabo in una “guerra occidentale indotta”. Molti scommettono su grandi interessi clintoniani, ai tempi, per rendere operativo tale progetto qatarino (…).
In tale caso ricordiamo un Putin fermamente contrario, fino in fondo. Tanto da garantire in contropartita allo stop del flusso gasifero qatarino, laute forniture di gas russo (ad aziende europee opportunamente intermediate (…)), grazie al raddoppio del North Stream. Ma a condizione di terminare la guerra in Syria.
Dal 2016, che più o meno coincise con la fine del doppio mandato obamiano, iniziò la sfida di Davos all’America di Trump, che sempre fu contrario a qualsiasi North Stream.
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Il punto saliente è capire quale sia la costante in tutto quanto sopra, per correttamente interpretare la guerra di Hamas: ecco che si materializza il denaro del Qatar, che fu pure sponsor della fratellanza musulmana in Egitto anti-Mubarak, che caso.
E oggi sappiamo che il Qatar finanzia pure Hamas in Palestina (ancora oggi gli paga gli stipendi), oltre ad aver foraggiato le primavere arabe del nord Africa, parlo dello stesso Qatar che faceva affari coi Clinton.
E che pagava laute consulenze anche a politici italiani (toscani?).
Lo stesso Qatar che è da sempre invischiato col finanziamento del terrorismo arabo nel mondo, la condanna è stata universale per oltre un decennio , condanna unanime, internazionale.
La famiglia Al-Thani fu quella che, ad es., voleva portare il suo gas in Europa, attraverso la Syria. E che, dopo il rifiuto di Assad, finanziò la guerra anti governativa in Syria, ossia anti Assad sostenuto dai russi. E senza tirare in ballo i chiacchieratissimi mondiali di calcio in Qatar, con Platini defenestrato per sospette tangenti pro-Qatar, la vendita di armi francesi in loco, oltre al contratto di 27 anni di gas LNG a Parigi dall’emirato. E senza il Paris St. Germain acquistato via Sarkozy…
In realtà – per meglio intuire gli equilibri – andrebbe specificato che il gas qatarino è anche gas iraniano, visto che il giacimento marino è uno ed unico, Qatarino ed Iraniano, nel golfo Persico.
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A guardare bene dette alleanze, si intravede una linea, chiara, ben definita, tra coloro che di fatto vorrebbero trovare una alternativa al potere USA, da abbattere come dominus globale. L’asse di contrasto vede come partecipanti il Qatar, la Germania-Francia (i sorrisini…), di fatto anche l’Iran.
Poi la Turchia, a giocare sul filo del rasoio, sempre, pur essendo solido alleato tedesco dai tempi della Turchia ottomana.
E Davos, come centro di interessi, l’aggregatore.
Memento l ’Iran, l’unico paese al mondo che mai condannò le gesta di Hitler: per ora sta alla finestra, dopo aver incassato 6 miliardi di dollari dagli USA per 6 ostaggi. Un modo come un altro per evitare intemperanze, oltre ad aver ottenuto il permesso di export sostanziale del suo petrolio (anche l’Iran è alleato tedesco da circa 100 anni, ndr).
La Russia resta e resterà invece ai margini, basta non si tocchi la Syria. Soprattutto dopo l’enorme sforzo bellico in Ucraina, Mosca non interverrà nel Mediterraneo se non tirata per i capelli.
Ecco che dunque si capisce che il cuore dello sconquasso là da venire stava e sta in Medio Oriente e nel Mediterraneo, soprattutto verso l’Africa, non in Ucraina (senza la guerra ucraina Mosca sarebbe intervenuta, capite spero, …, ndr).
La Cina guarda invece attentamente all’Iran: l’ex impero celeste interverrebbe solo se le forniture petrolifere iraniane a Pechino fossero messe a rischio.
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Ciò che appare chiaro è però che esiste una linea ex nazista che percorre la coalizione anti-americana, America agglomerata nel Patto di Camp David rinnovato ed esteso (che è 5Eyes, più Israele ed Italia; nel contesto Mediterraneo, aggiungendo Egitto, Marocco ed Algeria, quest’ultima gestita via Italia, come la Libya a termine; dunque Giappone e Corea del Sud nel Pacifico).
Ciò che non va mai dimenticato è che la destabilizzazione politica negli USA, come entità Stato, è avvenuta via ingerenze straniere: vi basti sapere che Antifa, il movimento suppostamente antifascista artefice della maggioranza delle proteste anti trumpiane, fu una creazione dell’Abwehr tedesca a cavallo delle due guerre mondiali ed attiva anche all’estero
Controspionaggio militare tedesco insomma.
Vi lasciamo come compitino scoprire in quali e quante (tante) occasioni tale Antifa era presente nelle manifestazioni anti Trump.
In tale contesto mi chiedo come si possa essere contrari, di principio, anzi per mero antisemitismo, ad una normalizzazione dei rapporti medio orientali per mano Israeliana cancellando una organizzazione dichiaratamente terroristica, ripeto, terroristica, finanziata dal Qatar. Paese che di fatto gestisce anche i proventi economici del gas iraniano.
Israele va invece ammonita, in modo perentorio, che se nella sua giusta reazione all’attacco subito diventasse come i nazisti, stile massacri di civili di Sabra e Chatila, ossia con pulizia etnica a Gaza, si aprirebbero le porte dell’inferno prima di tutto per Israele stessa.
“Tutto iniziò in Terra Santa e tutto finirà in Terra Santa”, ci insegnano i Rabbi…
MD
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Immagine: estratto della copertina, The Economist, 22.12.2012 (Il piano C di Davos: destabilizzare Israele causando la guerra in Medio Oriente, ossia cerca la guerra mondiale. Stesso piano da secoli, sempre i soliti noti, sempre gli stessi…)