Javier Milei è un vero economista austriaco. Oggi l’Argentina ha inflazione galoppante, povertà quasi al 50% e dollarizzazione di fatto, ma alimentata dai pesos in eccesso, stampati per comprare il consenso di ONG, sindacati e fancazzisti in genere. Nessun argentino risparmia in pesos, oggi.
Oltre ad una disoccupazione galoppante e ad una povertà prossima al 50%.
Come capite c’è più poco da salvare, la’, mantenendo lo status quo.
Milei vuole dunque ribaltare il tavolo, inevitabile.
Chiaramente Milei deve, da una parte cancellare la crescita dei prezzi, e lì la dollarizzazione materiale e totale risolverebbe le cose in aggregato. Il problema sarà semmai dopo, tornare indietro dalla dollarizzazione, al momento giusto.
Più problematico direi sarà scardinare le rendite di posizione su cui si regge il paese andino, auguri coi cacicchi locali….
Certo gli USA saranno e sono interessati alla svolta Argentina: oggi la Cina, che dipende per il suo benessere dal petrolio a basso costo – che finirà – e dagli acquisti USA delle proprie mercanzie – acquisti che si ridurranno drasticamente – sta boccheggiando. Memento il canale di Panama, protettorato americano dal 1906-1908, pronto a chiudere selettivamente il traffico di merci – ridete un po’ – causa “riscaldamento climatico”, versione ufficiale, mancherebbe acqua, che dire… va a poco…
Pechino vuole la pace, in teoria, ma d’altro canto sta vendendo bond USA accumulati nei decenni, come rivalsa, mettendo in ambasce la FED.
Va infatti ricordato che i propri bonds, i Tbonds USA, la FED li può sempre comprare, dunque il fallimento USA è escluso a priori; semmai così genera dollari. Ed i troppi dollari fanno inflazione, se in eccesso.
Due le strade per ovviare a detto eccesso monetario: le guerre e l’Argentina.
O meglio, le guerre fanno impiegare dollari all’estero, “donati” ad esempio ad uno dei combattenti, che poi compra armi e beni di sussistenza in USA, se l’affaire è ben gestito.
E poi c’è l’Argentina che dollarizza, nel caso, “mangiando” tali dollari in eccesso.
Capite dunque che in questo frangente Milei è preziosissimo soprattutto per gli USA, che lo proteggeranno fino alla morte. Viceversa resta un pericolo pubblico per la Cina che rischia così l’azzeramento dei propri piani anti-America. Idem Berlino, gli ex teutonici alleati di Pechino. E dunque anche la Francia, ovvero Davos. Con Iran al seguito.
In fondo è tutto così chiaro…. Incluso il tentativo di “fermare gli eventi” governati dagli USA, oggi, per via militare, vedasi le folli gesta suicide di Hamas (finanziato dal Qatar) contro Israele, a Gaza.
Da aspettarsi dunque che l’esercito sarà a supporto di Milei, solo questione di tempo visto che l’alternativa è arrivare, in Argentina, ad un neofeudalesimo di fatto con una povertà al 90%, da circa il 50% attuale. Insostenibile.
Poi, nel caso, il caos, abituale a certe latitudini. Comunque sarà il caos.
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La vera novità internazionale, che conta, è invece passata sotto traccia, apposta: Cameron, un Remainer, artefice dell’attacco all’asse di Camp David, Egitto-Libya-Italia nel 2011, soggetto anzi nemico di Roma, è stato inaspettatamente nominato nottetempo al Foreign Office. Cameron grande amico di Davos e dell’EU…
Lampante che qualcuno stia cercando una normalizzazione tattica nello scontro in fieri, a vantaggio di chi sta perdendo, ovvero per salvare l’asse di Davos.
Gli USA non devono abboccare: basta che il petrolio esploda ed EU, Cina e Davos implodono all’unisono, con tassi di interesse in salita.
Ciò significherebbe innescare una guerra in Iran.
Sembra strano ma quello che l’Occidente oggi deve temere è proprio una normalizzazione pro- Cina, usata per prendere tempo. Infatti oggi Pechino è ben cosciente che è “indietro”, dunque ha bisogno di tempo per riorganizzarsi. E quindi di una pace temporanea, per essere sicuri di vincere contro l’asse anglo, dopo, col tempo.
Sun Tsu.
Nel mentre Pechino si ritaglia tempo prezioso, utilissimo per comprare i politici dell’asse nemico, occidentale, Milei incluso: vuole due miliardi di dollari di mazzetta per tradire il proprio paese, one off? Un affare, per la Cina…
Capite spero.
Speriamo capiscano anche gli americani….
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Intanto Cristina Kirchner, con una sfilza di processi in patria da far impallidire le Sfingi, muove per l’Italia, il suo personale buen retiro di elezione, la pensione dorata insomma. Anche cimitero politico se volete. Ripercorrendo il viaggio che fu di Evita Peron, la salma, seppellita per 20 anni a Milano, al cimitero Maggiore, da anonima.
In fondo l’Italia e’ la tomba di tutto e di più, morto più, morto meno….
Certo, dopo l’Argentina di Milei, che dollarizza, viene l’Italia, che de-eurizza…
Vedremo.
MD