È incredibile come la storia si ripeta: i nazisti volevano il Dombass per le famose terre nere ucraine, una grande risorsa primaria. Oggi succede lo stesso, solo che a carbone, metalli, sviluppo agricolo, è da sostituire il litio.
Si, precisamente il Dombass: è saturo di litio, elemento fondamentale per completare detta transizione ecologica tanto cara all’EU. Meglio detta, senza il collante della transizione ecologica l’EU non sta in piedi…
Ecco dunque spiegato il motivo per cui, oggi che gli USA vogliono terminare la guerra in Ucraina, Berlino è disposta a continuare il conflitto con la Russia, la’, precisamente dove il fu Gruppenfuehrer Juergen Stropp costruì le autostrade naziste per collegare Berlino all’est dell’Ucraina satura di risorse. E di campi agricoli.
Una vision incredibilmente moderna quella nazista, il lebensraum.
Il driver in fondo è chiarissimo: l’EU senza transizione energetica, supportata via media asserviti per annunciarne pubblicamente l’inevitabilità causa “riscaldamento climatico”, è morta.
Dunque bisogna convincere la popolazione EU a svenarsi per il Green, il climate change antropogenico, nel senso che è indotto apposta dall’uomo (…). E per questo, per passare all’elettrico, per le batterie, il litio è a dir poco fondamentale.
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Notare dove siano i depositi di litio maggiori: attorno a Mariupol
Mettendo in linea i fatti, dunque, scopriamo che nel 2021 non vennero riempiti (apposta) gli stoccaggi gas EU; ciò causo’ il decollo dei prezzi energetici in EU. Tale supposta carenza di gas, in realtà abbondante, sarebbe stata sopperita dal North Stream II da far entrare in funzione in emergenza (una infrastruttura, lo ricordo, che sostituiva il South Stream italiano, fatto abortire direttamente ed unilateralmente da Mosca; memento North Stream AG è detenuta da Russia, Germania e Francia, ndr).
Peccato che gli USA si siano opposti dal farlo entrare in funzione.
Nel mentre Angela Merkel si dimette a da tutte le cariche, tenute di fatto fino al 31.12.2021 (in realtà 8.12.2021, ndr). Sta di fatto che, pur pronto ed operativo, il North Stream II non parte causa niet americano (tale gasdotto avrebbe di fatto reso autosufficiente la Germania in termini di gas, andando contro la dottrina MacKinder ndr).
In tale contesto, il 24.2.2022 la Russia invade nottetempo il Dombass, ossia la cassaforte dell’Ucraina in termini di minerali e risorse primarie, quasi a voler forzare alla partenza del North Stream II.
Al che i prezzi del gas, già saliti abbondantemente (circa 3-4 volte rispetto ai minimi del 2021) addirittura decollano, arrivando a circa 10+ volte rispetto tali minimi. Spingendo per invocare una vera propria emergenza gas, da risolvere appunto col North Stream II.
Il giorni in cui venne eletta Giorgia Meloni Prèmier, il 26.9.3022, salta per aria l’intero gasdotto, North Stream I. e II., 3 tubi su 4 fuori uso. Precisamente lo stesso giorno parte l’attacco alla sterlina, con il quasi fallimento delle istituzioni bancarie e soprattutto assicurative britanniche, salvate dall’intervento della Bank of England col supporto della FED.
A seguito dell’esplosione della pipeline, che avrebbe messo in ginocchio prima di tutto l’Italia rimasta senza gas a sud fin dai tempi di Gheddafi (memento i sorrisi i Merkel-Sarkozy, che fecero cadere il governo di Berlusconi amico degli USA in Iraq fin dal 2005, idem Mubarak in Egitto, ndr), ossia uccidendo il primo alleato USA non anglosassone in Europa, i prezzi del gas EU invece di salire incredibilmente crollarono: oggi sono poco più alti dei minimi del 2021, tanto per dimostrare che non c’è mai stata una vera crisi gas nel Vecchio Contenente, era tutta una finta in pratica…
A seguito del bang una enorme bolla di gas comparve nel Mare del Nord, per una settimana ed oltre, a dimostrazione che forse qualcuno pompava gas prima dello scoppio, sebbene si trattasse nel caso di gas non dichiarato.
A quanto ci consta nessuna mozione è mai stata avanzata al Parlamento EU per chiedere se tale pipeline stesse trasportando, in transitorio, ossia in test, gas verso l’EU durante i periodi più caldi della crisi gas, fino a fine settembre 2022. Ovvero anche durante il bang.
Dopo quasi 2 anni di scaramucce di guerra sulla pelle del popolo ucraino, praticamente decimato, si parla insistentemente di pace anglo-russa in Ucraina. Ciò accade in contemporanea al susseguirsi di strane voci, non provate ne provabili, della morte di Vladimir Putin, a partire da settembre 2023 (…).
Ben sapendo che l’anima di San Pietroburgo, sempre in equilibrio con quella Moscovita al comando della Russia, è quella che spinge per il commercio di gas strategico con l’EU (Gerhard Schroeder docet, ndr). Mentre Mosca è da sempre più internazionalistica nel suo approccio, ovvero più prona ad un accordo con gli USA.
Medvedev e Patrushev restano a supporto dell’ala ex Leningrado, Lavrov ed i militari dell’Armata Rossa quella moscovita.
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Oggi l’ala Moscovita, a monte di una elezione complicatissima per le sorti del paese, marzo prossimo, vuole terminare la guerra.
Nel mentre il governo russo fa promulgare una legge per dare la nazionalità russa agli stranieri che fanno un anno di guerra, al posto dei giovani russi e dei carcerati a cui è stata concessa la grazia se accettavano la ferma.
In tale contesto di pace prospettica la Germania preme per un intervento in Ucraina, visto che senza gas a basso prezzo e senza litio non va da nessuna parte.
Qui siamo.
Ma chiarire oggi che il Dombass è strategico per l’EU, anzi salvavita, per il motivo sopra citato, resta fondamentale per chiarire gli eventi, anche e soprattutto là da venire. Ben ricordando come fu lo stesso Jean Monnet a confermare la strategia dell’EU, da perseguire negli anni, che non aveva nulla di economico. Per portare inevitabilmente verso l’esercito EUropeo.
Quanto succederà nei prossimi mesi o anni sarà comprensibile solo capendo cosa il Dombass veramente celi sotto la sua superficie geografica.
MD