Quando ci accorgemmo che le elezioni del 2020 erano perse, in buon ordine ci armammo di Santa pazienza, come dimostra il nostro tweet fissato fin da gennaio 2021: sapevamo Trump sarebbe tornato.
Oggi, nel bel mezzo di una crisi economica cinese che in troppi fan fatica a vedere, anzi nel bel mezzo dell’attacco alla pax americana che ci ha dato 80 anni di benessere e pace, ecco che Trump sta per tornare.
Prima ha vinto l’Iowa, primarie, a mani basse. Ora pure lo stato “nemico” del New Hampshire.
È chiaro, sarà una marcia trionfale, quella di Trump.
Il motivo è semplice: gli USA, pragmatici, si scornano solo fino ad un certo punto, poi subentrano gli interessi del paese. E l’interesse numero 1 oggi, a Washington, si chiama dollaro. Vedasi appoggio deliberato, durante Davos 2024, a Trump da parte del CEO di JP Morgan, la più importante banca mondiale.
È chiaro che siamo innanzi è ad un attacco deliberato al dollaro, valuta che promana dalla firma dell’accordo di Yalta, dove i nazisti europei vennero regolati di conseguenza.
Oggi gli stessi nazisti, allora perdenti, con una ragnatela tessuta durante decenni, sembrano pronti alla sfida.
Mai infatti dimenticare che Helmut Schmidt, fu nazista, già fece intendere dopo la caduta di Nixon, i piani pangermanici per il futuro: l’austerità oggi tanto in voga in EU (a danno soprattutto dei paesi forti alleati dell’America, ndr) nacque allora, ma non si era pronti.
Circa 50 anni dopo, ecco l’attacco all’americano Trump, nel 2020. Oggi, come ai tempi che precedettero Camp David, si prepara invece la risposta americana, a chi aveva sfidato l’Impero.
Va infatti notato che l’equilibrio di Yalta funzionerebbe tranquillamente anche oggi, a patto di correttivi. Esistono infatti due imperi naturali sulla terra, Russia ed USA, in ordine alfabetico. A cui vanno però aggiunti, oggi, due attori troppi grandi per essere dimenticati: Cina ed India.
Attenti soprattutto al secondo: la borsa di Delhi ormai ha superato quella di Hong Kong.
Di più, in India oltre ad essere intrinsecamente democratici, in quanto anti coloniali, tutti parlano un ottimo inglese. E sono filo occidentali, anzi filo anglo.
L’unico soggetto che non ha il peso per essere invitato a correggere Yalta è l’EU franco-tedesca.
Infatti se si leggono bene i numeri dell’uso delle valuta mondiali per i commerci si vede un dollaro solido in testa, ma con una Cina in salita, verso il 9%.
Bene, dall’avvio dell’euro la salita dello Yuan è coincisa con la discesa dell’uso della moneta unica, in modo quasi millimetrico.
Capìte dunque che l’unico soggetto interessato a deragliare Yalta, non a correggerla, sia proprio l’EU francotedesca. Peccato che una nuova Yalta significhi guerra mondiale, precisamente ciò che Davos, che sta in Europa ed ha anima ex nazista se volete, certamente tedesca, sta cercando di ottenere. Vedasi i legami storici con l’Iran e dunque con Hamas, che oggi finanzia l’attacco ad Israele per deragliare Camp David (…).
In tale contesto si materializza, dopo svariati tentativi di destabilizzazione interna reminescenti dello Zimmermann Telegram, il ritorno dell’uomo che metterà d’accordo praticamente tutte le masse statunitensi, esclusa una cuspide elitaria di ricchi possidenti filo-europei: Donald J. Trump.
Ooops… e adesso che De Santis supporta Trump? (The tyde has turned…)
Il rischio per le genti occidentali di non supportare il presidente USA del 2016-2020 è precisamente quello che sta accadendo in EU: sottostare ad un sistema che non sarà più tecnicamente democratico.
Immaginatevi infatti se passasse l’esempio, che so, che le elezioni nel paese faro della democrazia fin dai tempi di Alexis de Toqueville sono sistematicamente taroccate
Pensate cosa potrebbe succedere ai paesi ex feudali ed ex nobiliari europei, dove storicamente il sangue è stato molto più importante della meritocrazia e dunque della democrazia. Anzi dove il sopruso elitario è stato la norma a partire circa dall’anno 1000 d.C. ossia fin da dopo il caos seguito alla caduta di Roma: l’utopia elitaria europea termino’ infatti (con la creazione della classe media nel vecchio continente, ndr) solo col piano Marshall e la ricostruzione post bellica.
Capite dunque che siamo davvero ad un bivio, oggi, dovendo scegliere tra Agenda 2030 (“non avrete nulla e sarete felici”), slogan quasi neo feudale, di ritorno; e la tradizione capitalistica, certamente da correggere ma che presuppone un minimo di merito come fattore critico di successo superiore al sangue elitario.
In tale contesto il ritorno di Trump è più che benvenuto, da chi non è miliardario ma “solamente” classe media.
Il problema sta e starà in quanto nella seconda parte del titolo: qualcuno cercherà in tutti i modi di deragliare Trump, anche facendo qualcosa di simile a quanto accaduto a Robert Kennedy, il fratello di JFK che stava per diventare presidente dopo la morte del fratello. Fu ucciso anche lui, come il fratello, per evitare che lo diventasse….
Ricordiamo infatti che negli ultimi 100 anni in USA ci sono stati svariati attacchi al Presidente:
- un omicidio, JFK;
- un quasi omicidio, a Reagan;
- un attacco stile golpe non riuscito, a Roosevelt (sventato grazie all’intervento dei militari, cfr. gen. Smedley Butler, cd. “Business Coup”, modernissimo);
- un attacco scandalistico/giudiziario riuscito, a Nixon;
- ed uno elettorale/scandalistico/giudiziario direi non riuscito, a Trump.
Più il caso Robert Kennedy che, certamente vincente, non arrivo’ alla Casa Bianca.
Capite dunque che il rischio più grande, oggi, sia proprio un attacco all’inarrestabile Trump simile al piano riservato a Robert Kennedy (…).
In tale contesto vanno notate le lugubri parole del figlio di Alex Soros il quale, reminescenti del caso JFK, pubblica uno strano tweet con un foro di proiettile e l’immagine dei vecchi dollari voluti da Kennedy, che “saltavano” la Federal Reserve, secondo molti il vero motivo sottostante alla sua dipartita terrena.
Messaggio purtroppo fin troppo palese, quello di Soros jr (il padre, in una famosa intervista alla Tv britannica degli anni ‘90, ammise di essere diciamo non precisamente lontano dai nazisti in gioventù *, la trovate in rete).
Noi, gente pacifica, ci limitiamo ad aggiungere la chiosa: lunga vita a Donald J. Trump.
MD
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Citiamo:
”Further, during a 1998 interview on 60 Minutes (referenced by Melissa Tate), Soros confirmed that he went on this encounter with a “protector” who had sworn that Soros was his adopted godson.
“Whether I was there or not, I was only a spectator. The property was being taken away, so I had no role in taking away that property…” he said.”- Newsweek 18.3.2023