La nostra intervista con Joe Hoft, in inglese, sottotitolata, rappresenta una bussola per quello che rischia di capitare nei prossimi mesi.
Tra tutti i temi trattati nell’intervista citiamo soprattutto la collaborazione tra Donald J. Trump e Robert Kennedy jr, coordinati per le prossime elezioni USA: una collaborazione possibile grazie allo scandalo della gestione COVID. Ovvero, assieme alla Casa Bianca o coordinati elettoralmente cambierebbe poco…
Già dall’inizio dell’intervista si capisce quanto importante sia quest’anno, per l’Occidente (in crisi di valori) e non solo.
E’ chiaro che l’indirizzo è preciso e smarcante rispetto ai futuri equilibri mondiali: una vittoria trumpiana rappresenterebbe la retrocessione di Davos. Che già si vede verso la soccombenza visto che il progetto dell’euro, alla base del sogno di un collettivismo oligarchico per favorire i propri stakeholders storici, sarebbe il primo passo verso una correzione di Yalta, funzionale a trovare un modello diverso da quello che hanno in mente gli EUropei. Ossia senza una grande guerra calda, grazie alla quale Davos spera forse di raggiungere i propri obiettivi direi quantomeno reazionari, socialmente parlando.
Tali adepti davosiani, lo ricordo, sono in fin dei conti i pronipoti dei fu feudatari europei, poi passati per il nazismo di Vichy. Ovvero, i nemici giurati di Alexis di Toqueville.
Questa prima intervista internazionale di una speriamo lunga serie rappresenta una bussola, utilizzatela bene. Come potete notare abbiamo deciso di evitare Youtube, temendo cosa potrà succedere da qui a fine anno elettorale (in termini di censura).
Va infatti ben notato che circa 1,4 miliardi di persone andranno alle elezioni nel mondo nel 2024, evidentemente in molti hanno cd. “troppo da perdere” da un ribaltamento dello status quo, è chiaro. Ovvero, faranno di tutto per restare coi propri anacronistici privilegi? Vedremo…
Trovate l’intervista al LINK o all’immagine sotto
Redazione di Mittdolcino.com
*****
Immagine al titolo: fonte, mittdolcino.com