L’8.4.2024 ci sarà la riattivazione dell’acceleratore di particelle del CERN chiamato LHC, l’ente di ricerca europeo basato in Svizzera.
Nei suoi laboratori è possibile accelerare le particelle e poi farle scontrare, creando dei piccoli cloni del big bang. O anche, condensando la materia, una serie di micro buchi neri, esistenti solo in teoria, ovvero mai osservati materialmente prima.
La cosa strana dei buchi neri è che, in teoria, potrebbero aprire porte spazio temporali previste come singolarità dallo stesso Einstein, come soluzione delle equazioni di campo (…). Infatti, in teoria il tempo non esisterebbe dentro ai buchi neri.
La fattualità che l’8.4.2024 il CERN si appresti ancora una volta a testare a piena potenza la macchina di accelerazione di particelle (LHC) [ed anzi a record di luminosità, fonte CERN, ndr][fino a questa settimana c’è stata la stabilizzazione del sistema LHC, dalla prossima settimana si parte con gli esperimenti, fonte CERN] proprio in corrispondenza di una iconica eclissi di sole in Texas e dintorni alimenta timori in relazione al significato di tale coincidenza.
cit. “Only after the squeezing and adjustment has been completed can stable beams be declared and the experiments around the LHC begin their data taking”, LINK
Infatti – purtroppo – pochi di noi han chiaro che la meccanica che sperimentiamo vivendo ogni giorno rappresenta solo una piccola parte del campo di esistenza fisico. Nel senso, se ad esempio la velocità di un elemento si approssimasse, anche senza raggiungerla, alla velocità della luce, tale elemento in corsa sperimenterebbe in loco un tempo diverso rispetto al tempo percepito da un operatore fermo ad osservare.
In termini del tutto generali possiamo infatti dire che il tempo sperimentato dall’elemento che si muovesse ad alta velocità vedrebbe il tempo scandirsi molto più lentamente rispetto al tempo percepito dall’ osservatore fermo.
Tale paradosso, perfettamente spiegato da Einstein, è la piegatura spazio-tempo, che perde la sua linearità approssimandosi alla velocità della luce (…).
Ecco dunque spiegato il concetto di anno luce, che è l’anno osservato da un osservatore fermo: rappresenta la distanza percorsa dalla luce in un anno, in km.
Ovvero, l’elemento che viaggiasse ad una altissima velocità percorrerebbe tale distanza convenzionale (anno luce, in km) in molto meno di un anno, misurando da se’ il tempo.
Le conseguenze di tale assioma, ripeto, perfettamente dimostrato, non sono scontate: ad esempio un oggetto in avvicinamento ad un altro ad una velocità prossima a quella della luce potrebbe osservare l’oggetto in avvicinamento PRIMA del momento in cui i fatti venissero sperimentati dal corpo fermo (…). Ossia vedrebbe il futuro. (…), almeno in teoria.
O un oggetto, in base a detta teoria, acquista massa avvicinandosi alla velocità della luce.
O che la luce in certe condizioni venga percepita di diverso colore a seconda della direzione di osservazione.
O – su tutti – che nulla con massa possa superare la velocità della luce, a meno di una piegatura spazio-temporale che generi i cd. wormholes (a partire dal cd “Paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen” e delle sue variabili cd. “nascoste” [un puzzle in completamento al CERN] fino ad arrivare alla di fatto discontinuità temporale di cui al wormhole di Einstein-Rosen, cd. “Ponte di-“, ndr).
Una sorta di porta spazio-tempo che permetta viaggi nel tempo, come previsto da Noble Prize dr. Kip Thorne, il consulente della pellicola Interstellar (non a caso, ndr) come applicazione della teoria della relatività generale (ben conoscendo l’effetto Cherenkov, esempio pratico di superamento della velocità della luce in un mezzo).
Questo per dire che non si riesce intuitivamente a percepire la reale dimensione delle profonde implicazioni della curvatura spazio temporale e del combinato teoria della relatività generale/speciale, con una curvatura spazio-tempo che comunque esiste sebbene sia difficilmente osservabile e soprattutto decisamente poco scontata anche nei corollari, come invece lo è invece la meccanica classica (…).
Bene, quello che siamo curiosi tutti di capire, oggi, è – prendendola al contrario – se gli impatti tra particelle al CERN, aumentando all’inverosimile la densità della materia (non sapendo veramente cosa succederà nell’ esperimento) possa davvero generare piccoli buchi neri.
E visto che in tali buchi neri il tempo non dovrebbe esistere, almeno in teoria, ecco la possibilità di una curvatura spazio-temporale in loco che in teoria potrebbe avere effetti imprevedibili (…).
Mi fermo qui, rimandando il lettore interessato al bellissimo libro del premio Nobel dr. Kip Thorne “Black holes and time warp”. Illuminante direi.
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Tornando al titolo, lo stesso giorno di tale esperimento al CERN ci sarà una grande eclisse di sole negli States, con correlazione/coincidenza di nuovo con un altro evento simile avvenuto ad ottobre 2023, con incrocio sul Texas. Quanto basta per alimentare timori su cosa possa accadere, possibilmente nulla, ma chissà…
Infatti, come riportato da Newsweek, sotto, sembrano emergere strani preparativi negli USA nelle zone coinvolte dall’eclissi, addirittura un gruppo di elite di militari di 22 persone della guardia nazionale dell’Oklahoma esperti di attacchi biologici, radioattivi e nucleari (CBRN) verrà impiegato nella contea di McCurtain, uno dei luoghi dove l’eclisse sarà più visibile secondo la NASA.
Fino ad arrivare agli strani avvertimenti in Texas alla popolazione locale al fine di accumulare 2 settimane di cibo di scorta, stessa fonte sopra citata. Dicesi ufficialmente per eccessivo accumulo di visitatori (…)
Visto che la storia ci ha insegnato che non dare peso alle coincidenze derivanti da decisioni umane può essere rischioso, come sarà ad esempio l’eclisse e la contemporanea attivazione dell’LHC al CERN, ben coscienti dello stato di pre-guerra con l’Iran (…), siamo tutti qui a chiederci cosa aspettarci per la prossima settimana.
MD