Il giorno dopo la “sorpresa” dei risultati delle elezioni, in Francia si comincia a fare i conti con la realtà politica. Dei tre schieramenti, né la sinistra di Mélenchon, né i centristi di Macron né la destra della Le Pen hanno i numeri per governare.
Lo scenario più probabile per uscire dall’impasse è quello di un governo tecnico guidato da una personalità non politica (si fa il nome di Christine Lagarde), di fatto una soluzione all’italiana che ricalcherebbe quanto già sperimentato in Italia col governo Monti.
In effetti ci sono molte, troppe similitudini tra la Francia di oggi e l’Italia del 2011.
Oggi stiamo assistendo allo sgretolarsi del potere coloniale francese. Stati come il Niger, il Mali ed il Burkina Faso che garantivano alla Francia, tramite l’adozione del Franco CFA, materie prime a prezzi scontatissimi, prima fra tutte l’uranio necessario per alimentare le sue centrali nucleari, stanno affrancandosi dal dominio francese con l’aiuto della Russia (consequenziale l’astio di Macron contro Putin).
Capita purtroppo che la disponibilità di energia sia direttamente correlata al PIL di un paese, come facilmente verificabile da questo grafico.
Quindi se manca l’energia e questa diventa più cara ci si può aspettare un calo del PIL. Un’aspettativa di calo del PIL provoca inevitabilmente fibrillazioni nei mercati, essendo il PIL il famoso denominatore del famigerato rapporto debito / PIL, su cui si basa la valutazione dei mercati per il debito sovrano di un Paese.
Guarda caso lo spread tra tassi delle obbligazioni francesi e quelle tedesche è iniziato a salire (grafico qui sotto)
Tornando all’Italia, nel 2011 c’è stata la caduta di Gheddafi, e la Libia era uno dei nostri maggiori fornitori di energia. I pozzi che erano dell’ENI sono passati ad altre compagnie petrolifere straniere, come la francese Total. In quel periodo era al potere Berlusconi, a capo di una coalizione di centro destra.
Sarà un caso ma sempre nel 2011 i mercati hanno cominciato a reputare pericoloso il rapporto debito/PIL dell’Italia, fino al punto che lo spread tra i tassi dei BTP con i BUND a 10 anni è schizzato alle stelle.
Per rimetterlo sotto controllo, dimessosi Berlusconi, è dovuto intervenire il tecnocrate Monti, che è stato posto a capo di un governo di larghe intese che ha incluso il PD. Questo governo “tecnico” ha attuato politiche atte a distruggere la domanda interna italiana (come da lui candidamente ammesso nel video qui sotto) con maggiori tasse e tagliando lo stato sociale, quindi pensioni sanità ecc.
Cose che, come abbiamo visto nel caso italiano, si possono fare solo col consenso delle parti sociali, quindi col consenso dei partiti di sinistra e dei sindacati.
Macron invece è un leader con una popolarità ai minimi storici, che non sarebbe assolutamente stato in grado di attuare le politiche di lacrime e sangue necessarie in questa congiuntura, specialmente in Francia dove la popolazione è famosa per non accettare di buon grado le vessazioni.
Che sia dovuto a ciò la sua fretta, da molti definita “suicida”, di andare a nuove elezioni? Per perderle? A pensare male invece lo scopo era proprio quello di far vincere la sinistra di Mélenchon ma in modo che non avesse abbastanza voti per governare, per poter arrivare al governo tecnico sostenuto dalla sinistra e dai centristi di Macron, con la Le Pen ancora in panchina (esattamente quello che è successo qui alla Meloni).
Un governo con una grande componente di sinistra, perché si sa, quando occorre fare macelleria sociale meglio avere un grembiule rosso, in modo che gli schizzi di sangue dei pensionati e dei lavoratori non si vedano troppo.
Rimane solo da vedere se Mélenchon si presterà al gioco, ma siamo convinti che semplicemente usando lo spauracchio della destra al potere o, nel peggiore dei casi, grazie ad una situazione emergenziale causata dalla ripetizione della crisi dello spread italiana e grazie a titoloni sui giornali come DÉPÊCHEZ-VOUS! (=FATE PRESTO!) gli sarà data la possibilità di rimangiarsi tutte le promesse elettorali.
In tal caso le folle festanti che hanno festeggiato la vittoria della sinistra dovranno fare a breve i conti con la dura realtà..
Foto di Nuno Lopes da Pixabay
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