Come sapete noi non facciamo politica, promuoviamo solo il pragmatismo nella politica. E dunque apprezziamo i politici che fanno il bene del loro Paese, o quel che ne resta dopo lo scempio, ad esempio per l’Italia, del caso Moro (…).
Chiaramente siamo simpatizzanti – ce lo possiamo permettere, da non politici – per l’unica fazione diciamo “di Stato” in grado di avere un ottimo e proficuamente vantaggioso rapporto socio-politico-economico con l’Italia, faro della cultura italiana nel mondo (esistono anche altri Stati oltre all’Italia di cultura italiana, mai dimenticarlo, la responsabilità è grande, ndr).
Parlo degli USA, che han permesso di avere il periodo più lungo della storia nazionale senza invasioni francesi o tedesche o spagnole o arabe. O guerre dagli stessi scatenate sul proprio territorio, andate a controllare per verifica.
Chiaro dunque che l’Italia non può prescindere dall’America, in tale contesto di conservazione del proprio sistema paese, libro di storia alla mano.
Tale concetto va però declinato, in modo duale.
Da una parte noi supportiamo ogni governo che voglia mettere in cima ai desiderata nazionali un rapporto speciale con l’America, dove vivono molti nostri oriundi. Ciò implica che supportiamo dunque la politica italiana che persegue tale obiettivo, poco importano i nomi (sebbene l’operato del governo Meloni, nel difficile contesto attuale, sia particolarmente apprezzato, come fu quello di Conte, ndr).
D’altro canto, noi siamo pro America, in continuità con le fazioni politiche che condividano il nostro spirito (ad esempio, mai supporteremmo una fazione politica USA interessata a liquidare l’Italia attuale e/o ad aggregarne parte alla Francia, ndr). Il tutto in una dimensione perfettamente patriottica, mirata ad una continuità del sistema, non ad una sua distruzione.
Essendo, si noti, noi non politici, quindi possiamo comunque permetterci anche un filo di partigianeria, per inciso.
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Puntuale, Giuseppe Conte giustamente contrariato dagli atteggiamenti personalistici di Matteo Renzi
Quello che invece un politico, non solo italiano, non può e non deve fare è tifare apertamente e pubblicamente per una fazione politica che si scontra anche in modo pesante con la sua avversaria di fazione in un paese che NON è il proprio.
In tale contesto l’uscita del politico Matteo Renzi (non è la prima per altro) a favore dei Dem americani, oggi con Kamala Harris, resta una deriva inaccettabile.
I politici come Matteo Renzi devono capire che hanno dei ruoli, dei compiti e dei limiti. Ovvero non possono schierarsi per fazioni politiche straniere. Soprattutto se lontane dall’Europa.
E se poi vincesse l’altra fazione e lui, il Renzi, fosse presidente di qualcosa in nome e per conto del suo Paese, che fine farebbe lui e che fine farebbe l’Italia?
I politici come Renzi devono capire che ai votanti non interessano per nulla le loro fortune personali o i loro interessi personali, nessuno pensa quando va a votare a far tenere la cadrega a Matteo Renzi o simili, costoro se ne facciano una ragione.
E dunque ora di finirla con certi atteggiamenti pubblici di partigianeria politica estera, totalmente inaccettabili. Se Renzi vuole fare l’imprenditore lasci la politica. E forse è anche bene che lo faccia, seriamente e velocemente, prima di novembre prossimo (come aveva già promesso di fare per altro, cfr. andare a casa e smettere di fare politica, senza poi mantenere la sua promessa).
La sua PUBBLICA partigianeria politica pro-politica straniera di una certa fazione/risma riteniamo vada contro gli interessi dell’Italia; atteggiamenti – sottolineamo – degni di un imprenditore, NON di un politico nazionale.
MD