In America da sempre esiste una contrapposizione, forte, tra militari e membri dei servizi di intelligence. Troppo spesso le due fazioni hanno combattuto, se non guerre diverse, quanto meno parteggiando per fazioni contrapposte. Anche di recente, vedasi il licenziamento di Victoria Nuland lo scorso anno, fino ad allora madre-padrona dei fatti ucraini e vicinissima a Zelensky ed alla cuspide di Israele. Licenziata dai militari USA dopo i fatti di Hamas del 7/10, che puntavano a puntellare i piani della Grande Israele in Ucraina (piani “terminati” in Russia nel settembre 2023, la Nuland è riapparsa in Toscana alcune settimane dopo (…).
Il Canada fu uno dei principali approdi dei nazisti “importati” da F. Wisner, post WWII
In realtà nei fatti esiste – ormai è palese – una specie di commissione mondiale di oligarchi, a compendio dei loro interessi apicali, non dei restanti 99,99% della popolazione. Se volete potete immaginarla come una specie di Spectre, ma senza romanzo. Chiamatele super-logge, chiamatele congreghe di miliardari, chiamateli massoneria deviata o come volete voi. Basta che ricordiate che tutti tali privilegiati dipartono, come principio iniziatico, dal nazismo apicale, che poi erano la continuazione delle elites al potere in Europa dall’anno 1000 d.C. circa.
Un concetto tipicamente europeo per altro, il sangue sopra tutto e tutti, anche sopra il merito, sopra le competenze, sopra le esistenze. Ovvero il dirigismo assoluto (di sangue) che ha caratterizzato l’Europa per secoli e che nei tempi moderni ha molto a che vedere col comunismo ma non con l’America meritocratica di Adam Smith, da qui la saldatura di interessi tra Europa e Cina tanto in voga ai giorni nostri.
I reietti della Mayflower e pure gli oriundi italiani vennero di fatto cacciati, ovvero se ne andarono nel nuovo mondo perchè a loro non era riservato alcuno spazio accettabile in Europa, se non una esistenza di stenti.
In tale gerarchia di sangue infatti, in basso, per la cuspide esiste solo una schiera di mangiatori inutili, da ridurre a “aver nulla ed essere cd. felici” . Fino nel caso a dissiparli letteralmente, stretti da risorse scarse e l’assenza di cure che li possano tenere in vita, con poco sostentamento. In tale contesto i vaccini rischiano di diventare pure un arma, concettualmente parlando.
La differenza è solo il controllo della popolazione, agevole in Cina che accetta un totalitarismo di fatto, il partito unico comunista dice tutto o quasi. Difficilissima in Europa, imbibita di libertà apparente per troppo tempo, in realtà libertà strettamente subordinata agli interessi delle elites di sangue. Dunque il Grande Reset si comprende come sia un passaggio preminentemente Europeo (…)
Tutto è andato più o meno bene, nel Vecchio Continente, fino a quando c’era un barlume di crescita. Esaurito tale driver, previa il controllo della religione cattolica, erede della tradizione ellenistica, non ci può che essere dirigismo e ritorno ad un oscuro passato fatto di uomini forti in tempi difficili. E miseria generalizzata. IN Europa.
Work in progress.
Anche Vera Sharav ricondusse, nostra intervista, molti dei problemi degli USA di oggi all’Operazione Paperclip, import di nazisti (che oggi stanno destabilizzando l’America di Trump?)
L’America resta diversa: ricchissima di risorse e tanto grande. Paese-continente tutto sommato come la Russia, solo che Mosca ha ai confini elites degne di Polifemo, in termini di distruzione di propri simili, per interessi di pochi.
In poche parole: oggi gli Imperi naturali – lo vedrete fra qualche settimana, chiaramente – sono in guerra contro la diabolica e illiberale alleanza Europa-Cina, due soggetti non a caso poveri di risorse, molto simili. A tal punto il patto sociale dentro ai paesi che partecipano a tale folle alleanza sino-europea, oggi, non può che crollare, questione matematica direi; come infatti sta accadendo, in forza di una unità di intenti, ossia di uno sforzo anche bellico contro gli Imperi naturali, ricchissimi, da finanziare con le “sostanze” della gente comune.
Chiaramente con Trump il gigante addormentato si è svegliato e si alleerà con il suo omologo, Mosca. Contro chi?
Chiaramente le guerre sino-europee verranno fermate, perchè non nell’interesse di USA e Mosca, ma solo “degli altri”.
Che poi la libertà data dalle proprie abbondanti risorse unite ed un esercito di prim’ordine (USA e Russia) sia il nemico di chi intende il mondo al contrario, è pleonastico.
Da qui la necessità di infiltrare l’America, il nemico di lungo termine. Per abbatterla. Tale infiltrazione avvenne infatti coi soliti noti, a partire dalla fine della WWII, dalla caduta del nazismo, facendo leva su un Paese-Continente, l’America, dove la prima etnia storica resta quella tedesca.
In questo intervento vogliamo solo darvi una testimonianza di come avvenne l’ultima infiltrazione. Facendo notare come la stragrande maggioranza degli attentati che precedettero l’arrivo di Trump, attentati in USA dipinti dai media (di Davos) come incidenti, si siano concentrati proprio nelle zone dove i tedeschi sono storicamente più numerosi, su tutti Pennsylvania, Ohio e Rust Belt in genere, tutte zone dove si concentrano per altro i cosiddetti Swing States.
Per spiegare nei dettagli cosa avvenne ci aiuta John Loftus, membro del dipartimento di Giustizia, ai tempi. E prima membro del Controspionaggio militare, addetto nell’operazione (/fallita) di tenere i nazisti fuori dall’America e dal Canada dopo la WWII. Piano – ripeto – fallito miseramente, infatti i nazisti arrivarono a frotte.
Ed arrivarono perchè già allora l’infiltrazione nazista era smisurata, in America. anche durante la WWII. Grazie nel caso in specie ad un certo Frank G. Wisner, alto rango della CIA e di altri vari enti spionistici, persona di cui si conosce pochissimo, della sua famiglia intendo. Se non che il cognome è di origine tedesca ed olandese, essendosi suicidato a solo 56 anni, portandosi dietro i segreti dei mandanti dell’infiltrazione nazista in America.
Leggere il saggio di John Loftus è secondo noi oltremodo importante, oggi, per comprendere cosa sia successo e come sia potuto succedere cotanto disastro, per cui tutto il mondo civile e pacifico paga scotto, soprattutto oggi. Ben ricordando la contrapposizione netta tra apparati di intelligence NON militari e Donald Trump, Presidente molto ben visto sebbene perfettamente NON guerrafondaio (ah, i dettagli!) – infatti è un patriota, certamente – dall’ala vicina al Pentagono (ad esempio, il Lt. Gen. Michael Flynn era a capo del controspionaggio militare a stelle e strisce).
Sappiate per altro che davvero molto partì dalla Bielorussia in relazione all’infiltrazione nazista post WWI. Parlo del paese che fu poi di Manachem Begin (…), divenuto Premier Israeliano anni dopo, colui che defraudò il grande Moshè Dayan non invitandolo alla firma dei patti di Camp David; pur essendo il Dayan (ebreo arabo, non ashekanazita) l’artefice dell’unico trattato di Pace mai firmato da Israele senza che il sangue poi affogasse i nobili intenti di chi lo firmò e del trattato stesso, leggasi Rabin.
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IL SEGRETO DELLA BIELORUSSIA. Di John Loftus. A cura di Nathan Miller. 196 pagine. Knopf.
Articolo di Ralph Blumenthal (1982)
Come alcuni criminali di guerra e collaboratori nazisti siano riusciti a raggiungere gli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, a ottenere la cittadinanza e a vivere senza essere scoperti o controllati negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, è una questione che da tempo tormenta gli studiosi e i sopravvissuti all’Olocausto. Negli ultimi anni, il Congresso ha chiesto spiegazioni.
Ora John Loftus, ex membro dell’unità del Dipartimento di Giustizia che indagava sui presunti criminali di guerra nazisti negli Stati Uniti, offre una risposta esauriente.
È una brutta risposta. I criminali di guerra nazisti, accusa, sono entrati in questo Paese perché sono stati invitati invitati, a volte contrabbandati. Da chi? Dal capo dell’intelligence del Dipartimento di Stato.
Perché? [Ufficialmente] Per aiutare a combattere il comunismo. L’autore basa le sue affermazioni, che ha presentato per la prima volta quest’anno al programma televisivo “60 Minutes”, in parte su file classificati che ha esaminato durante i due anni e mezzo di servizio presso l’Ufficio per le indagini speciali. In effetti, dichiara di aver sottoposto il suo manoscritto alle agenzie di intelligence per ottenere l’autorizzazione e ha accettato di cancellare alcune parti. Il lettore potrebbe obiettare che non c’è modo di verificare le sue affermazioni. La Bielorussia del titolo è la Bielorussia, chiamata anche Russia Bianca e Rutenia Bianca, un’antica terra tra la Polonia e la Russia. Quando Hitler si rivoltò contro la Russia nel 1941, la Bielorussia sovietica era la strada per Mosca e sarebbe diventata un terreno di prova per le SS Einsatzgrupp, le squadre mobili di assassini nazisti.
La Brigata Bielorussa era un’unità unità bielorussa incorporata in una divisione tedesca delle SS. Quello che il signor Loftus chiama “il segreto della Bielorussia” è che molti dei capi di questa brigata, compresi i criminali di guerra, sono stati aiutati a entrare negli Stati Uniti dopo la guerra.
Basandosi su documenti segreti sull’immigrazione e sull’intelligence, sostiene, ad esempio, che Radislaw Ostrowsky, presidente di un governo fantoccio bielorusso installato dai nazisti, fu Stati Uniti dall’Argentina e visse tranquillamente a Benton Harbor, nel Michigan, fino a quando non si trasferì a casa sua: Harbor, Michigan, fino alla sua morte per cause naturali, avvenuta il 17 ottobre 1976 (e non nel 1979 come dice il testo).
Loftus definisce Ostrowsky “il più alto criminale di guerra nazista entrato in questo Paese”.
“Un punto discutibile”. Ammettere Ostrowsky negli Stati Uniti non è stata una svista, sostiene Loftus.
Loftus sostiene che il fascicolo di immigrazione di Ostrowsky mostrava che il governo degli Stati Uniti era pienamente informato del suo servizio in guerra per i nazisti quando è stato naturalizzato cittadino del Michigan, nel 1972.
Il caso Ostrowsky non era unico, sostiene Loftus. C’era Franz Kushel, capo della
della polizia bielorussa controllata dai nazisti che radunava gli ebrei di Minsk per essere Minsk per l’esecuzione da parte degli Einsatzgruppen. C’era Stanislaw Stankievich, sindaco di Borissow, occupata dai nazisti, dove 7.000 uomini, donne e bambini ebrei furono costretti a entrare in fosse comuni pre-scavate e fucilati a morte il 20 ottobre 1941.
C’era Emanuel Jasiuk, un altro funzionario nazista a Kletsk, dove furono massacrati 5.000 ebrei. Insieme a Ostrowsky e ad altri leader del Consiglio Centrale della Bielorussia: questi tre furono ammessi negli Stati Uniti – grazie soprattutto, sostiene l’autore, agli sforzi di Frank G. Wisner, un avvocato di New York, ex capo dell’intelligence del Dipartimento di Stato e funzionario della Central Intelligence Agency, che poi si sparò.
Egli fu il capo dello spionaggio al Dipartimento di Stato e funzionario della Central Intelligence Agency che si uccise nel Maryland nel 1965 all’età di 56 anni.
Il libro ritrae Wisner, primo direttore dell’innocuo Ufficio di Coordinamento delle Politiche del Governo, come un uomo di fiducia, come uno spaccone sciovinista che sfidò il Presidente Truman che invece non voleva ammettere nel Paese i criminali di guerra nazisti.
Citando documenti documenti top secret della Casa Bianca e i ricordi di un ex collaboratore di Truman, Clark Cliff, Loftus afferma che Truman rimase dell’idea che nessuna agenzia americana avesse portato nel Paese i criminali di guerra nazisti. La realtà, tuttavia, era un’altra, sostiene Loftus.
Mentre il Corpo di Controspionaggio dell’Esercito viene raffigurato come abile nello svolgere il monumentale compito di controllare le centinaia di migliaia di sfollati alla ricerca di criminali di guerra nascosti, l’ufficio del signor Wisner viene descritto come attivamente alla ricerca degli stessi nazisti per il servizio in una forza segreta anti-comunista che veniva reclutata per fomentare disordini dietro la cortina di ferro.
Ma ciò di cui Wisner non si rendeva conto, sostiene Loftus, era che molti dei suoi agenti doppi nazisti erano agenti tripli sovietici, per cui la maggior parte delle operazioni americane erano compromesse fin dall’inizio.
Loftus sostiene che l’insabbiamento delle operazioni di reclutamento dei nazisti è ancora in corso da parte di una cerchia di ex agenti di Wisner “che sanno come proteggere i loro informatori chiave (e se stessi)” e che i file dell’intelligence sulle operazioni di contrabbando nazista sono stati sterilizzati da un’unità ultrasegreta a Fort Meade, nel Md. e di saperla identificare solo con le sue iniziali, S.O.D. – e che ancora oggi, ”senza l’assenso o la conoscenza degli attuali membri del Congresso, le agenzie di intelligence stanno contrabbandando una una moderna banda di ‘criminali di guerra’ negli Stati Uniti”.
Il contesto e le altre allusioni Loftus indicano che si sta riferendo ai membri della Savak, la polizia segreta dello Scià dell’Iran.
Roba forte, certo. Ma c’è da chiedersi se l’autore, nel suo zelo, non abbia esagerato. Egli afferma che 300 nazisti bielorussi e un ”numero ancora maggiore di nazisti ucraini” furono introdotti clandestinamente. Ma non riesce a fare una distinzione tra i criminali di guerra documentati e i seguaci e forse altri collaborazionisti meno colpevoli. Loftus mette in dubbio la sua accuratezza anche perché sbaglia a scrivere i nomi dei suoi due ex superiori nomi dei suoi due ex superiori al Dipartimento di Giustizia, Allan A. Ryan Jr. e Walter Rockler. Tuttavia, “Il segreto della Bielorussia” sarà sicuramente un libro di fonti prezioso quando il Congresso riaprirà le udienze, probabilmente in autunno, sulle accuse di copertura di crimini di guerra.
Dal New York Times, data citata al titolo (see the article in its original context from
December 28, 1982, Section C, Page 12)