Una notizia passata in sordina: l’ambasciatore USA lo scorso agosto 2024 è andato ad Aosta e poi a Courmayeur, in quota, a vedere lo spettacolo del Monte Bianco, alla Skyway. Ossia visitando, accompagnato dalle Autorità Italiane Regionali, precisamente le zone che la Francia vorrebbe annettere, la cima dell’Europa, non si capisce su che base si voglia promuovere tale annessione se non quella neocoloniale (tipico atteggiamento prevaricatore transalpino).
Diplomaticamente, è un messaggio devastante per la Francia. Sappiamo infatti che la Francia sarà il paese che maggiormente soffrirà dalla DEXIT, ossia dalla successiva fine dell’euro. E per evitarlo inevitabilmente cercherà di rifarsi su pezzi di Italia, come ha fatto per secoli. Queste almeno erano le intenzioni.
Anche alla fine della WWII cercò di fare lo stesso, annettere la Val d’Aosta approfittando del caos del 1945, solo per essere fermata dalle armate di Eisenhover che arrivarono (quasi? O lo fecero?) a bombardare le posizioni francesi al confine.
Oggi che la fine dell’euro si avvicina a passi spediti, la visita dell’ambasciatore USA al Monte Bianco sempre italiano spegne le velleità francesi sulla cima più alta d’Europa. E sugli assets turistici collegati.
Chiaramente i media pro Davos diedero ai tempi scarne notizie di tale visita, tanto è stata deflagrante.
A breve giro, eccoci invece alla rielezione di Trump e alla fine della guerra in Ucraina, che poi era l’unica speranza (francotedesca) di tenere vivo l’euro, con la guerra in Europa.
Abbiamo spiegato questi concetti, sempre i soliti, per anni; solo per trovare la conferma urbi et orbi negli ultimi 6 mesi, molto bene direi.
Riprendere tale notizia, oggi, è molto importante in quanto siamo all’alba della presidenza Trump II. Ovvero della stessa Presidenza USA che annunciò, con ordine esecutivo annesso, di dar seguito con la sua rielezione poi non avvenuta (nel novembre del 2020), che sarebbero stati dati soldi e risorse all’Italia quanto fosse necessitato per uscire dalla crisi COVID. Vedasi oltre.
SI, Trump fece precisamente tale memorandum Presidenziale, tanto da far dubitare che il suo successivo crollo alle urne, con una elezione contestatissima (…), fosse funzionale ad evitare la caduta del Paese europeo che ospita il maggior numero di armi, navi, armamenti e bombe atomiche a stelle e strisce in Europa, l’Italia. Chiaramente tutto questo nessuno ve lo ha spiegato, con Milano, Roma e Firenze ormai al soldo delle V. colonne di Davos…
Circolano per altro ripetuti rumors per cui Biden, formalmente eletto presidente nel 2020, in realtà forse non ha mai davvero governato, avendo preso i militari USA – che giurano sulla Costituzione – il controllo del Paese (…). Chissà!
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Strana presidenza quella di Biden: infatti ha seguito pedissequamente la politica di Trump…
Tale notizia della visita dell’ambasciatore USA in VdA dello scorso agosto, recuperata apposta, ci permette di esprimere concetti basilari riguardo a quanto sta accadendo oggi. In primis, l’Italia resta quella indicata da Trump nel 2020, quella del Memorandum Presidenziale:
“La Repubblica italiana (l’Italia), uno dei nostri più vicini e antichi alleati, è devastata dalla pandemia COVID-19, che ha già mietuto più di 18.000 vittime, ha portato gran parte del sistema sanitario italiano sull’orlo del collasso e minaccia di spingere l’economia italiana in una profonda recessione”, ha dichiarato Trump nella nota.”
Come capite, la presenza dell’Italia al fianco di Washington NON è negoziabile, soprattutto con Trump alla Presidenza, vedasi sotto.
In secundis oggi le sfide globali stanno cambiando pelle, radicalmente: stante la fine della guerra in Ucraina, a breve, per accordo Russo-Americano; stante un nuovo Medio Oriente, con i poteri coloniali franco-inglesi finalmente fuori dai giochi; resta ridimensionare Davos.
Ovvero, resta anche l’Iran da de-ayatolizzare, penso che anche in tale contesto si va a poco visto che la popolazione iraniana sembra veramente stufa del regime degli Ayatollah, che vede impoverire le masse iraniane mentre tutto attorno le genti diventano ricchissime, parlo dei sunniti arabi.
All’uopo, anche il Canada è stato avvertito: è bastato parlare di dazi che il ministro delle finanze canadese con nonno nazista si è immediatamente dimesso. E Trudeau va a poco che lascia la politica.
Parimenti l’invasione economica silenziosa della Cina viene affrontata con metodo, finalmente: prima fu la fine della via della Seta per l’Italia, come consigliato da sempre da Donald J. Trump, ai tempi, accordo disastroso per la Penisola, finalmente terminato con Giorgia Meloni; visto che tale Via della Seta firmata con Salvini al 30% dei consensi italici (…) fece esplodere il trade deficit italiano con Pechino, circa triplicato in 4 anni.
Ora ci sono i dazi americani a Pechino, selettivi e mortali per un paese che vive di export. In più, ieri l’altro, si è presa di mira anche la presenza cinese a Panama, senza mezze misure: la Cina deve “sloggiare” da un canale pagato e costruito dagli Americani. In ultimo, pure le sfide delle materie prime sono state affrontate: la Cina può tenersi le sue di materie prime, pochissime per altro, nel caso gli USA estrarranno quelle che gli mancano in Groenlandia, facendo ricchi i locali (…).
Come capite, chi pensava che il gigante addormentato rimanesse sonnacchioso mentre lo spogliavano del suo potere globale ha sbagliato davvero i conti: gli USA si sono svegliati. E di malo modo.
Dunque, stante che l’euro è un morto che cammina, andiamo a poco, resta da regolare i conti con la Cina di Xi, che invece non molla. E rilancia anche sull’aspetto militare, vedasi nuovi fighters-aerei di 6 generazione dati in pasto alla stampa, chissà poi se funzionano davvero. In fondo , si sa, Pechino è a letto con l’EU, a patto di combattere assieme – EU e Cina di Xi – l’odiato nemico comune, gli USA. Ad esempio via Green e Grande Reset di Davos.
Peccato che se gli USA terminano di comprare i prodotti tedeschi e cinesi, Cina e Germania sprofondano. Berlino lo ha capito, dunque obtorto collo arriverà alla DEXIT, riteniamo nel 2025-2026.
La Cina non è detto, per intanto si appresta ad inaugurare “un aumento programmato dei consumi interni“, visto che a breve non saprà più dove vendere le sue mercanzie all’estero… (inflazione in arrivo in Cina?).
Dunque, o Xi molla l’EU al suo destino. O Xi dichiara guerra agli USA, per trovare spazio vitale globale.
Alternativa: fine dell’euro e nuova Yalta, l’epilogo più probabile, con composizione trilaterale degli squilibri. A meno che Xi, se persevererà con la sua sfida globale, venga liquidato dal suo stesso partito comunista cinese una volta capito cosa significa andare in guerra con un paese nucleare da 75 anni…
Vedremo.
In ogni caso oggi l’Italia sta bene con Washington, in attesa di terminare la NATO e diventare formalmente “Alleanza di Camp David,” per il Mediterraneo. E senza euro. La Francia invece si arrangi da sola, senza colonie, non le spettano più (anche Mosca è d’accordo, Parigi traditrice seriale non vale una messa).
Buon 2025
MD