Ieri zerohedge.com si affrettava ad evidenziare che quello di ieri è stato lo short sui mercati più grande della storia!
Per chi sa come funzionano queste cose, è chiarissimo che chi vende sui mercati NON sono i fondi pensione, nè i risparmi del piccolo gestore o investitore. Chi vende, oggi, soprattutto così, con questa intensità, sono i grandi fondi speculativi o le banche. Soggetti soprattutto stranieri, non americani.
Tradotto: quello di ieri è stato uno short pilotato, precisamente come quello del febbraio 2020 per non fare eleggere Trump 8 mesi dopo, stessi soggetti.
Come viene generato tale short è facile da capire: ci vuole qualcuno che metta dollari a garanzia. E l’unico in grado di fare questo è la Cina, che ha il cash in dollari, oggi. Ma la strategia è tutta europea, senza dubbio, più precisamente londinese.
Quello che è successo ieri, byproduct, è infatti qualcosa di diverso dal normale: è un segno di enorme debolezza. Di chi? Di Davos e della Cina, ossia dell’EU.
Il motivo è semplice: se i poteri vetero coloniali, quelli che NON hanno materie prime, quelli che importano materie prima a basso prezzo dalle colonie per poi costringere, di fatto, a prezzi capestro artatamente scontati, l’acquisto di suoi prodotti finiti alle colonie stesse costruiti grazie alle materie prima a basso prezzo mandandole in deficit di bilancio e costringendole ad indebitarsi nella valuta del colonizzatore, sono gli stessi attori del crash di ieri.
Notate bene: non ci stanchiamo di evidenziare che SIA la Cina CHE l’Europa, ossia Davos, hanno lo stesso problema, dunque ragionano ENTRAMBE da poteri coloniali, non hanno materie prime.
Senza rendersi conto, dunque, Cina e EU, ossia Cina e Davos, che ieri sono caduti nella trappola tesa di Trump, che si aspettava questa reazione, un attacco ai mercati come nel 2020 per non farlo rieleggere, ossia un attacco al benessere USA!
Perchè chi declama che le borse non possono più salire nel nuovo paradosso economico con i dazi USA non ha capito il vero aspetto dirimente: in un mondo inflattivo le borse recuperano il valore perso con l’inflazione. Inflazione che coi dazi arriverà, inevitabile.
Dalla prossima settimana, o a breve, comunque, i grandi fondi inizieranno a comprare azioni a sconto, soprattutto americane, basta attendere.
Ma il punto è un altro: con la mossa di ieri, che si è portata dietro il crollo del petrolio (precisamente come nel 2020! Strano no? Stessi soggetti interessati a un petrolio a basso prezzo…, ndr), la Cina, ossia Davos, ovvero l’EU hanno permesso di forgiare una alleanza strategica tra in propri nemici di domani, ossia tra i produttori di materie prime: USA, Russia, mondo arabo. Alleanza appunto ben dipinta anche dai dazi: non a caso la Russia non ha dazi e l’Arabia ha dazi solo del 10%….
Chiaro spero…
Fondamentalmente ieri Trump ha detto: comprate a sconto, i prezzi delle borse risaliranno. Si, l’ha proprio detto. Chi pensava di fermare i dazi con un puerile attacco ai mercati non ha proprio capito il nesso, un comunista non può capire questo, men che meno un colonialista londinese o parigino che mai ha lavorato da generazioni.
E per quelli che ancora sperano ancora che i giudici USA eletti da Obama fermino Trump, purtroppo c’è solo grande delusione: ieri infatti la Corte Suprema USA ha dato ragione al governo USA, un giudice filo-obamiamo di origine cinese è stato smentito.
Quello che succederà dopo è altra cosa, accattivante direi: dopo i dazi di Trump, la Cina ha incrementato i dazi reciproci con gli USA dello stesso ammontare. Bene, sappiate che Trump, gli USA, faranno lo stesso, metteranno dopo il primo 34% un altro 34% di dazi alla Cina. Se la Cina farà lo stesso, Trump pure.
Il risultato finale? Cina e USA smetteranno di commerciare.
Ovvero i beni cinesi che prima andavano in USA dovranno ora cercare altri sbocchi: peccato che non ci sono abbastanza clienti per le merci cinesi al mondo, senza gli USA semplicemente mancano clienti!
Inevitabile che tutti tali beni cinesi bloccati dagli USA cercheranno di andare in Europa, facendo dumping sulle imprese locali. Ossia obbligando l’Europa a dazi contro la Cina , andiamo a poco….
Dunque, il prossimo passo di Trump sarà assai semplice e consequenziale, un cross teso: approfittare dell’attacco al petrolio di ieri per dare il via all’attacco all’Iran. Iran che, lo ricordo, è primo fornitore di petrolio alla Cina. Dunque l’attacco potrebbe avvenire probabilmente a brevissimo…
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Morale: EU e Cina senza petrolio, ma l’Italia no che di petrolio ne ha tanto, a pochi kilometri, imploderanno. E gli USA saranno the last one standing.
Voi direte, guerra per guerra la Cina attaccherà Taiwan…
Ci provino: se andate a notare bene, la parte verso la Cina di Taiwan ha poche città ed è relativamente montuosa e fortificata. Vi siete chieste come mai? Semplice, per difesa. Viceversa vale invece per la costa cinese. Immaginate ora uno tsunami generatosi nel mare di fronte a Taiwan cosa potrebbe causare, chi avrebbe i veri danni…
Sostanzialmente quello che succederà da qui in avanti è che se Cina e EU non si metteranno d’accordo con Trump in maniera accomodante, vedranno il loro benessere distrutto. Ed i loro miliardari devastati. Ma gli USA ed i suoi alleati la scamperanno, la tragedia socio-economica, inevitabile che questo succeda.
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Di una cosa state certi: Trump non mollerà sui dazi a causa di un crollo di borsa
Ed anzi, nel momento in cui tali crollo rientrerà – Warren Buffett aspettava da tempo questo ripiegamento per comprare, è liquidissimo -, qualcuno dovrà pagare dazio coi dollari usati a garanzia per andare short sui mercati mondiali. Appunto, la strategia è londinese, ma i soldi cinesi.
Meglio detta: dopo la fine del LIBOR mancano dollari ed una eventuale margin call sul dollaro che NON scende [che ieri stava già recuperando terreno, tutto calcolato] fracasserà a breve le riserve cinesi in dollari usate per lo short, in un momento in cui di dollari sono scarsi. Ovvero dollaro a 1:1 con l’euro a breve, basta aspettare.
Parimenti l’attacco all’Iran non permetterà allo yuan di svalutarsi, causa esplosione dell’inflazione in Cina.
Dunque resta l’attacco a Taiwan, che causerà letteralmente uno tsunami dove sappiamo (…).
E senza tirare in ballo la possibilità USA di cancellare con un colpo di penna il debito cinese ereditato da Mao Tse Tung e la famiglia Ka Shek, come fece la Gran Bretagna prima del passaggio di Hong Kong alla Cina (gli USA possono fare lo stesso, gli è permesso, esiste infatti un precedente ammesso dalla Cina , caso precisamente uguale ed anzi sovrapponibile, “Pacta sunt servanda“).
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L’unica soluzione vera è che il Partito Comunista Cinese dimetta Xi a letto con Davos
Infatti Xi è figlio della nomenclatura che basa il suo potere sui militari del fu Impero cinese: gente espertissima ad accanirsi con la propria gente disarmata, ma che non combatte una guerra seria da secoli. Sta dunque ai cinesi agire, a loro stessa tutela (…).
L’Europa di sangue invece ha poche chance: sarà una agonia lunga e dolorosa.
Ben rappresentata dal Presidente Sergio Mattarella della Repubblica Italiana che, da buon elitario di sangue, da generazioni, nonostante le evidenze a Lui certamente poco chiare vista anche la sua agiata storia famigliare, resta solidamente pro-EU e pro-Davos più che pro-Italia. Aspettatevi infatti che tale soggetto cerchi di opporsi alle esenzioni ai dazi USA offerte solo all’Italia da J.D. Vance nel prossimo viaggio a Roma, va a giorni.
A tal punto Mattarella dovrà dimettersi, nel caso. Ma questa è un’altra storia.
MD