Fantastico Matteo Renzi: è proprio vero quello che diceva un conoscente/ex amico – che tra le altre cose mi ha lasciato in brache di tela, …, vabbè -: “i fenomeni bisogna lasciarli fare, si impanano da soli“. Con tale premessa in mente, va rilevato come oggi Renzi abbia svelato che in Parlamento il suo gruppo fuoriuscito dal PD non è di 20, non è di 50, non è di 30 ma addirittura “più di 40 persone“.
“Italia Viva” sarà il nome del nuovo partito di Renzi, che caso (quel gioco di dita sul pulman verde temo sia il futuro…)
“Come Alibabà“, mi puntualizzava immediatamente un amico. No, dico io, non è giusto dire così, è forviante e comunque non ci sono le prove, non lo accetto; anzi le indagini magari sono anche in corso – che ne sappiamo noi -, onestamente mi sono perso con tutto quello che ho letto sui giornali, indagini, famiglia, giglio magico e/o petulante, fino ai di fatto collaboratori e/o colleghi….
Or dunque, sono più propenso a credere ai fatti, ossia niente di illegale, solo tremenda causalità sul fatidico numero 40. L’unico vero punto di contatto che fattualmente si può recriminare a Renzi rispetto alla Lega – l’ex sindaco è sempre e comunque stato prono al Renzusconi (Verdini docet) – è la comunanza di intenti e vedute rispetto all’accordo con la Cina via Alibaba, il portale di e-commerce che vende nell’estremo Oriente il cd. Made in Italy.
L’accordo con Alibaba si rinnova ogni 2 anni, col governo in carica (scaltri, i cinesi, …)
Per il 2019 l’accordo con Alibaba è stato firmato da un soggetto in quota Lega (i ministro Centinaio, un fedelissimo di Salvini, il 18.12.2018); nel periodo precedente invece era un accordo in quota Renzi. Nulla di illegale, per la gran carità. Dico solo che forse la contiguità di simpatia e business per il “Made in Italy” venduto in Cina forse ha una radice comune – fattuale – tra leghisti e renziani (reitero a scanso di equivoci, nulla di illegale, per la gran carità). Un caso della vita.
Magari posso solo aggiungere che, quanto sopra, può aver contribuito alla decisione di Donald J. Trump di non volere al governo italiano sia Salvini che Renzi (tweet docet) – nè l’uno, nè l’altro, nè insieme – magari considerati dalla Casa Bianca troppo contigui ed forse troppo inopportuni anche in tale ambito, chissà.
Or dunque, stiamo sul pezzo: da domani Renzi sarà all’incanto, ovvero si venderà a chiunque voglia fare un governo coi suoi voti al Senato (in cambio di che lo scopriremo solo vivendo, …). In tale contesto io consiglio alla sinistra, che non amo – ed anzi con cui mi scontro quotidianamente ma rispetto come un avversario temibile, non fosse altro per la sua struttura di partito ben organizzato unica in Italia -, di non cedere alle tentazioni di concedere qualcosa a Renzi, per tenere in piedi un governo instabile. Sarebbe comunque suicida (…).
Invece non consiglio nulla alla Lega, non c’è bisogno, ritengo bastino le parole di Pompeo a Salvini qualche mese fa. Ovvero, parafrasando illustrissimi italici del nostro glorioso passato (quello sì), “Questo matrimonio non s’ha da fare“.
Kyle Bass, il supertrader, superinsider della finanza USA degli ultimi 10 anni (che, come base del suo successo, sa interpretare le mosse della Fed come nessun altro, quasi in anticipo, …) dice che Jack Ma, il boss di Alibaba, sparirà nottetempo…. (take note)
Se poi il matrimonio si farà, beh, allora “Ai posteri l’ardua sentenza“… Come nella poesia del 5 Maggio, quando il padre della lingua italiana moderna questionava sulla morte del grande condottiero che emerse dalle ceneri della Rivoluzione Francese di fine Settecento, colui che tutto poteva e che poi – incredibilmente – alla fine venne affondato da un suo generale considerato sì tanto fortunato ma veramente assai stupido, che non capì un suo comando durante le fasi salienti della battaglia di Waterloo (consegnando ai libri di storia il primo esempio moderno di quanti danni possa fare l’antimeritocrazia).
Antimeritocrazia che Matteo Renzi ritengo conosca assai bene, visto che Lui predilige l’appartenenza.
Mitt Dolcino
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