Mi verrebbe da chiedere a tutti gli africani di associarsi alla sfida lanciata dal ministro italiano Di Maio, a nome dell’Italia e dell’Europa (non dell’EUropa). Infatti quello che sta succedendo in queste ore gli africani penso lo abbiano atteso per secoli. Da italiano expat vi dico: gli italiani hanno tanti difetti ma colonialialisti proprio non sanno essere. Sarà perchè sono da sempre migranti (che però non dimenticano il loro Paese), sarà per il retaggio cristiano, sarà perchè pensano sempre alla famiglia e dunque estendono ad altri il loro familismo; ma – tranne rare sebbene esistenti eccezioni – gli italiani di norma sanno stare al mondo senza rubare i soldi dei poveracci (stranieri) che hanno molto meno di loro. Il motivo probabilmente risiede nel fatto che ogni italiano, anche emigrato, cerca di integrarsi perfettamente ma resta coi piedi per terra, conscio della ricchezza che è insita nel Belpaese, ossia nel proprio Paese; che è poi anche la ricchezza di essere italiano, oltre che – all’occorrenza – straniero.
All’estero ho visto tanti connazionali darsi da fare integrandosi e diventando tutt’uno con il paese che li ospita, con il Paese della famiglia acquisita, di norma gente che non ama vivere alle spalle degli altri.
Purtroppo non è così per tutti, nè italiani nè – soprattutto – elitari stranieri; parlo di quelli poco abituati a procacciarsi da vivere, a reinventarsi. E qui mi trovo a spezzare una lancia a favore del popolo francese (non delle elites parigine): infatti i francesi – qualcuno li definisce anche nostri cugini d’oltralpe -, la mia esperienza è che siano davvero molto simili nei tratti agli italiani. Il problema sta nelle loro elites di stanza nella capitale, Parigi; le stesse elites che da secoli colonizzano non solo l’Africa, ma anche i loro stessi concittadini (vedasi a riprova l’incazzatura del loro stesso popolo, quello che oggi veste gilets janues).
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Un saggio diceva, “…Quitter la France pur aller a Paris…”
La borghesia vendidora?
A riprova della correttezza della tesi, attendiamo la reazione dei depositari delle Legion d’Onore italiani, onorificenza molto spesso concessa a membri del PD italiano: si scaglieranno pubblicamente contro il loro compatriota Di Maio, a difesa non dell’Italia ma delle elites parigine? (non a caso, i legionari italiani sono stati fatti in molti casi ricchi; ditemi, dove lavora l’ex primo ministro italiano, la Legion d’Onore Enrico Letta, che non mi ricordo…?).
Dunque, onore al merito a Di Maio per aver denudato – encore – il Re elitario parigino: diciamolo una volta per tutte, Parigi (non la Francia) è colonizzatrice. Quello che deve essere ben specificato è che le elites francesi si sono purtroppo evolute diventando sistematicamente colonialiste contro il loro stesso popolo, contro i gilets jaunes; gilets che da francesi sono infatti trattati da schiavi in Patria. O forse, guardando alla Regina Antonietta ed al reale suo consorte, casate di Asburgo e Borbone finalmente – ai tempi – unite, le elites francesi sono sempre state contro il loro stesso popolo, all’occorrenza (ossia quando finivano le brioches).
E che dire degli africani: le aziende multinazionali francesi da sempre impiegano con altissimi stipendi i figli delle tradizionali eredità francesi, quelli che prima si laureano all’Ecole des Mines o Centrale o Politecnique, poi vanno in Africa per conto delle loro multinazionali a sottrarre le risorse agli autoctoni; che dunque sono obbligati – essendo di fatto messi alla fame – ad emigrare. Una parte di tali emigrati arriva in Italia con i barconi ma un’altra grossa parte vira verso in Francia, ad ingrossare le fila dei “senza futuro” delle banlieu. Ecco la schiavitù africana indotta nella stessa patria francese!
Follia!
Il problema sta nei francesi, francesi-francesi intendo, non dom-tom: quelli di loro che ce la fanno laureandosi alle grandes ecoles sono solo una minimissima parte. Il risultato è che molti tra gli stessi francesi sono arrabbiatissimi con le elites della loro capitale, riconoscendo che ormai in Francia – come d’altronde nel resto del mondo – vivono bene ed hanno opportunità solo le famiglie estremamente abbienti ed influenti, due elementi che vanno a braccetto.
La Presidentessa Italiana delle Legion d’Onore nazional….
Appunto, il problema è che l’ascensore sociale occidentale si è bloccato e questo, progressivamente, sta fossilizzando un nuovo feudalesimo. Gli italiani, intrinsecamente ricchi – fino a quando non gli porteranno via la terra, ndr – ancora non se ne accorgono; mentre i francesi se ne sono già accorti, dunque vestono di giallo.
Anna Maria Tarantola promuove con l’Ambasciata francese il film sui migranti da salvare davanti alla Libya (e da portare in Italia), “Fuocoammare”
In questo frangente bisogna essere uniti a difendere Di Maio, senza se e senza ma. Il Di Maio che a questo punto NON è più solo italiano, ma Europeo (non EUropeo). E che da Europeo fa emergere le enormi contraddizioni EUropee di stampo vetero coloniale, quelle che ci hanno già portato a scatenare ben due guerre mondiali nel Vecchio Continente. Tendenze suicide che se non verranno fermate ci porteranno inevitabilmente alla terza guerra (non c’è il due senza il tre….)
Bisognerebbe che tutti – italiani, francesi non elitari, anche gli africani – stessero uniti. Perchè quello che dice Di Maio è assolutamente vero, le elites parigine – NON i francesi – stanno depredando l’Africa creando le basi per depredare il futuro anche degli stessi francesi non elitari. Parimenti, chiaro, così facendo, ossia rubando le risorse agli africani, causano indigenza in Europa, dove i disperati africani emigrano (portando via ai locali il lavoro, abbassando il prezzo, ndr). Questo per dire che, a rigor di logica, anche gli africani dovrebbero unirsi alla causa portata avanti da Di Maio: mai nessuno prima aveva identificato così chiaramente il colonialismo recondito parigino, per bocca di uno Paese terzo.
Attenzione però: a fare certe rivendicazioni la storia insegna che si rischia l’invasione (francese): senza le colonie le elites francesi sono infatti destinate a fare la fame. Dunque, per evitarlo, sono certo che sono disposte a tutto, anche a buttarla in caciara, ad esempio violando i confini italiani.
Spero abbiate compreso la gravità del messaggio.
Per l’Europa (non per l’EUropa) e per gli europei va chiarito una buona volta che NON è interesse di nessuno, se non di un manipolo di miliardari, continuare a depredare l’Africa!
Temo che la prossima rivoluzione contro il “sovrano delle brioches” nascerà da esigenze condivise italo-francesi, magari – si spera – con supporto africano.
Vedremo.
Mitt Dolcino
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