Pochi dati, molto ragionamento: Greta presenta le sue verità ambientali senza contraddittorio, nessun scienziato viene invitato a valutare le sue tesi, nessuno discute le sue conclusioni. Sebbene facciano acqua da tutte le parti: parto dall’esempio più immediato, perchè se il diesel inquina meno di ibrido, benzina o elettrico è proprio il diesel a venire criminalizzato, oggi? Ossia sostituito?
La risposta è semplice: il diesel dura troppo, brucia qualsiasi cosa e per obbligare a “farlo fuori” si sono inventati un obbligo folle nel 2015, nel mezzo del dieselgate, ossia l’obbligo per le navi da trasporto di bruciare diesel a basso contenuto di zolfo, lo stesso delle auto diesel, ossia evitando quello ad alto contenuto di zolfo. A partire dal 1.1.2020. Tutti sapevano che tale scelta avrebbe obbligato a ridurre il consumo di diesel auto, infatti è quello che vediamo oggi (in soli 5 anni era chiaro a tutti che sarebbe stato impossibile creare capacità di raffinazione sufficiente per alimentare le navi, ndr). Ma è il modo in cui viene imposto questo obbligo che si rivela totalmente assurdo: il diesel inquina meno delle altre tecnologie auto e comunque lo si vuole sostituire, fregandosene dell’assurdità del ragionamento che dovrebbe giustificare lo switch…
VERSO IL MONDO DEI CONSUMI “OBBLIGATI”
In effetti lo scopo del caos innescato da Greta non è assolutamente ambientale, ma economico: in un mondo saturo, dove tutto è stato costruito, bisogna obbligare la gente a consumare anche se non ne ha voglia. Ossia, per fare in modo che non si ribelli bisogna spaventarlo: questa è la riedizione della famosa dottrina Goering, il nazista con attinenze svedesi celebre per la sua propaganda interessata pro-guerra, fino ad arrivare a bruciare il Reichstag lui stesso dando poi la colpa ad un comunista olandese (il famoso caso di Marinus Van der Lubbe) come scusa per poi invadere l’Olanda. La sua dottrina più o meno recitava così: “spaventa un popolo, digli che viene attaccato da un nemico esterno, che è minacciato, e gli farai fare quello che vuoi“.
Ai tempi dei nazisti il nemico erano i paesi che ostacolavano l’ambizione egemonica sfrenata di Berlino. Oggi, in un mondo in cui le guerre non le si può più combattere causa distruzione di massa, il conflitto diventa prettamente economico. Soprattutto in EU, dove la crescita langua. Dunque, che fare per far ripartire la crescita? Per far ripartire i consumi? Ma se la gente non vuole consumare che si deve fare? La si obbliga, previa minaccia, ad esempio “della fine del mondo” con Greta, ossia della CO2? Alla fine sono cose già viste nella storia.
La cosa interessante è capire perchè Greta nasca proprio in Svezia, quando i maggiori beneficiari del nuovo paradigma auto-elettrico sono i tedeschi per i mezzi tecnologici da costruire ed i francesi per l’elettricità da produrre in sovrappiù (col nucleare). Il motivo è semplice ed è stranamente legato a Goering: oggi stiamo rivivendo la repubblica di Vichy riveduta e corretta, in cui l’asse dominante franco-tedesco avrebbe dovuto avere – giù 75 anni fa – il dominio sul continente. Poi qualcuno a Berlino perse inopinatamente la guerra e da tale evento divenne impossibile accedere al petrolio per i germanici, da Yalta. Ossia, lo spirito imperiale tedesco se ne andò in soffitta suo malgrado, accettando il vassallaggio con gli USA. A 70 anni di distanza, nel 2008, sembrò forse che i tempi fossero maturo per ri-imporre l’autonomia egemonica EUropea vs. USA. Ed oggi siamo qui, a farci problemi che non esistono sull’ambiente vestiti “di Greta”, come scusa per farci consumare prodotti che non arricchiscano gli USA con la scusa dell’ambientalismo.
L’errore più marchiano della propaganda di Greta è proprio quella di confondere il breve termine con il lungo termine, in fatto di effetti climatici. Oltre a non poter nascondere l’enormità delle balle raccontate, tanto immense da rendere impossibile crederci. Basta ricordare che la Groenlandia è chiamata così perchè era gruene, ossia verde, nel medioevo, alberata e boschiva. Oggi è bianca e gelata. Ossia cambiamenti climatici ci sono sempre stati ed il mondo è sopravvissuto, da sempre. Chiaramente lo scopo attuale della propaganda di Greta è un altro, ossia farci consumare prodotti che con l’ambiente non c’entrano nulla, ma con il potere ed il denaro tantissimo…
Il motivo della voglia di investimenti verdi? Che il capitale non è mai costato così poco negli ultimi 5000 anni!
PERCHE’ LA SVEZIA E’ LA PATRIA DI GRETA…
Or dunque, perchè Greta nasce in Svezia? Semplice, perchè la Svezia conserva intatto il seme nazista, essendo stata risparmiata dal processo di Norimberga. Gran parte dell’intellighenzia nazista era infatti anche svedese, o meglio con attinenze svedese, essendo stata la Corona di Svezia un buen retiro per molti nazisti che si diedero alla fuga dopo il 1945, quelli di alto rango.
Anzi, la Svezia rappresenta l’essenza della Germania attuale, con le sue elites economiche, sempre le stesse al comando fin dal tempo dell’epoca guglielmina. Ossia in Germania come in Svezia non esiste possibilità di ascensore sociale oltre ad un certo livello, al contrario degli USA ad esempio. Le classi sociali ed economiche verso l’alto sono chiuse, con elites ricchissime al comando e una massa di cittadini a fare lavori più o meno retribuiti, con lo scopo di diventare la base del loro potere elitario e miliardario. Quando esiste un problema di crescita non a caso i tedeschi riducono i costi all’estero, preservando per quanto possibile l’occupazione tedesca. Lo scopo è semplice: a tale latitudini è giustificata la concentrazione di ricchezza in mano di pochissimi a patto che le masse vivano ragionevolmente bene.
La Svezia è il parossismo di tale indirizzo: in Svezia, dietro l’eguaglianza sociale, si nasconde una realtà ben celata ma altrettanto ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ossia che la ricchezza miliardaria ha concentrazioni addirittura superiori agli USA. Soldi vecchi, accumulati quando c’era da ricostruire. E che oggi sono fermi nei private equity o negli home office senza possibilità di essere liberati verso investimenti sicuri. Da qui la necessità attuale di creare investimenti appunto “sicuri” dove far fluire tali denari, moltiplicando la ricchezza miliardari già oggi concentratissima. Nasce così la spinta all’auto elettrica, un’assurdità tecnica e tecnologica se si tratta di preservare l’ambiente, ma utilissima a fare montagne di soldi.
Greta nasce appunto in Svezia, un paese dove le elites comandano tutto e tutti, sempre a patto di garantire un livello di vita decente alla popolazione. Il problema è che in assenza di crescita – c ome succede in tutta EUropa – il meccanismo si sta rompendo. E per evitare che la colpa ricada sulle classi dirigenti, il primo passo è stato di inondare la Svezia di migranti: in tale modo da una parte si è data la sensazione alla gente svedese autoctona che il problema non sia l’assenza di drivers economici, ma il migrante fuori da casa che urina in strada o ruba l’auto. Dall’altra si spera che grazie a tale nuova gente, che per altro voterà in blocco la sinistra (ossia lo strumento politico dove i globalisti miliardari hanno investito pesantemente perchè difendessero i loro interessi, non quei di impiegati ed operai, questa fu una geniale intuizione del grande Gianni Agnelli in ambito Trilateral, ndr), possa un giorno generare una nuova domanda dal basso, per perpetrare gli interessi economici degli incumbent.
Qualche dato a supporto dell’oligarchia al comando della Svezia, dove nasce e cresce Greta, è utile a questo punto:
“…La Svezia è nota per l’uguaglianza del reddito. Sempre più studi indicano anche la Svezia come un paese caratterizzato da un’elevata mobilità intergenerazionale del reddito. La distribuzione del reddito e la distribuzione della ricchezza non sono tuttavia la stessa cosa. Ciò che alcuni potrebbero non sapere è che la disuguaglianza di ricchezza è relativamente elevata in Svezia. L’uno per cento superiore possiede circa il 35% della ricchezza negli Stati Uniti. In Svezia, a causa della vasta evasione fiscale, il numero è più difficile da calcolare. Includendo le stime di ricchezza detenute al di fuori della Svezia, Roine e Waldenström stimano che gli svedesi più ricchi dell’uno per cento possiedano il 25-40% della ricchezza totale, non lontano dai livelli di disuguaglianza americani, e che aumentano più rapidamente. …”
Fonte: “Sweden has a lot of inequality”, Tyler Cowen [LINK]; “Top Incomes in Sweden over the Twentieth Century”, Jesper Roine and Daniel Waldenström
“La distribuzione del reddito e la distribuzione della ricchezza non sono tuttavia la stessa cosa. Ciò che alcuni potrebbero non sapere è che la disuguaglianza di ricchezza è relativamente elevata in Svezia. L’uno per cento superiore possiede circa il 35% della ricchezza negli Stati Uniti. In Svezia, a causa della vasta evasione fiscale, il numero è più difficile da calcolare. Includendo le stime di ricchezza detenute al di fuori della Svezia, Roine e Waldenström stimano che gli svedesi più ricchi dell’uno per cento possiedano il 25-40% della ricchezza totale, non lontano dai livelli di disuguaglianza americani, e che aumentano più rapidamente.“
Fonte: “Sweden has a lot of inequality”, Tyler Cowen [LINK]; “Top Incomes in Sweden over the Twentieth Century”, Jesper Roine and Daniel Waldenström
“Secondo uno studio, la percentuale degli svedesi più ricchi che hanno ereditato la loro ricchezza è intorno, 2/3 con 1/3 come imprenditori, mentre negli Stati Uniti era l’opposto, con 1/3 dei più ricchi hanno ereditato la loro ricchezza mentre circa 2 / 3 sono imprenditori.
Quindi, mentre la classe media svedese è grande e ha una distribuzione dei guadagni compressa, in cima hai un piccolo numero di famiglie aristocratiche che controllano gran parte della ricchezza. La mobilità in questo gruppo è rara, probabilmente rara rispetto a quella negli Stati Uniti. Uno dei motivi sono le più forti barriere informali di classe, il semplice guadagno di ricchezza non è sufficiente per essere accettato un membro dell’aristocratico ceto alto. Un’altra ragione più interessante potrebbe essere l’effetto indesiderato delle politiche economiche dello stato sociale.”
Fonte: “Sweden has a lot of inequality”, Tyler Cowen [LINK]; “Intergenerational top income mobility in Sweden: Capitalist dynasties in the land of equal opportunity?* Anders Björklund, Jesper Roine, Daniel Waldenström
CONCLUSIONE
Greta più che rappresentare, INCARNA la lotta elitaria per la sopravvivenza, in un ambito di concentrazione di ricchezza MAI VISTA nella storia dell’uomo in così poco tempo. Infatti dalla crisi del 2008 quello che si è ottenuto è che le elites storiche si sono arricchite sempre di più, mentre la classe media – la vacca da mungere – è stata – appunto – munta, per portare sempre maggior ricchezza nelle mani delle stesse elites che oggi vorrebbero convincervi ad acquistare un’auto elettrica ad esempio (o a non mangiare carne, una cosa che diventerà da ricchi, segnatevelo, …). Il modo per farlo è tipico del retaggio nazista: come obbligo, ossia via EU che vi impone la sostituzione dell’auto. Dunque trattasi di farvi indebitare “spintaneamente” per consumare obbligatoriamente. Sulla radice del metodo attuale, vi invito ad andare ad approfondire il meccanismo dei RKKS, Reichskreditkassensscheine, usati dai nazisti durante la WWII per impadronirsi dei beni dei paesi occupati senza essere tecnicamente incolpati di rubarli (diabolico). Capirete molte cose anche del presente in EU, ritengo.
Difficile sapere come evolverà la situazione attuale. Certo, l’unico modo per ribaltare le sorti di questa improbabile avventura è quella di un macro evento che faccia saltare i mercati finanziari, annichilendo le smisurate ricchezze eliitarie. L’alternativa è invece nuovo feudalesimo, con la scomparsa della classe media.
Mitt Dolcino
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