Riporto una notizia che ha davvero del clamoroso pubblicata principalmente da Il Giornale, poco fa: Matteo Salvini sarebbe contrariato se non contrario alla condivisione delle informazioni in possesso dei servizi segreti italiani al ministro USA William Barr e al procuratore Durham, ossia anche al potentissimo Mike Pompeo in Italia assieme agli altri due per supportare dovutamente la causa (…).
Ovvero, i servizi segreti italiani in molte materie ed ambiti sono i primi della classe, hanno informazioni preziosissime che nessuno ha o può condividere, complimenti dunque alle nostre barbe finte. E che tali informazioni possano salvare la Presidenza USA rende la cosa ancora più incredibile. E rilevante e sensibile, per gli equilibri globali là da venire (…)
Detto questo, che Salvini sia contrariato – se non contrario – alla condivisione di informazioni con gli States ha davvero del clamoroso. E fa pensare. Aggiungiamoci il fatto che alcuni giorni fa il Salvini si sia apertamente scagliato contro Trump con la scusa dei dazi (vedasi sotto) – in aggiunta alle ipotetiche confessioni di supposte gole vicine alla Lega profonde secondo cui il Salvini sarebbe ferocemente irritato contro Trump per il tweet di fine agosto – e capiamo che la situazione è davvero esplosiva, a Roma.
Di cosa avrebbe paura Matteo Salvini nella condivisione dei files segreti con gli USA? Che non sia mai che stia cercando di difendere il suo “collega mancato” del Renzusconi (per colpa del tweet di Trump, da cui sarebbe fallito il progetto), ossia Matteo Renzi, che si sa essere pesantemente coinvolto nelle attività internazionali – certamente lecite, fino a prova contraria – della Fondazione Clinton in giro per il mondo? Essendo per altro vicinissimo ad Obama? O ci sono altre cose da temere? Ad esempio qualcosa che riguardi gli accordi con Alibaba, dove potrebbero essere messi in evidenza accordi simili ai Bidens’s deal in Ucraina, con sponda la Cina?
Presto per dirlo. Certo che il nervosismo di Salvini è evidente. Ed anche le sue mosse scomposte. Fa per altro pensare che sia stato proprio Il Giornale a pubblicare detto articolo, illuminante. Mai dimenticare che gli amici in Russia sono per sempre; e dopo Pratica di Mare, Silvio Berlusconi sarà per sempre amico della Russia, dunque verrà comunque aiutato se non salvato da Mosca. Visto che oggi Putin è alleato di Trump nella sua sfida alla “corruzione in Ucraina” diciamo così, non vorrei che ad Arcore fosse arrivato l’avvertimento di “mollare i vecchi compagni”, che potrebbero essere travolti in in “pesanti e pericolosissimi fatti stranieri” (che costoro siano Salvini e Renzi?).
Il Giornale stranamente “schierato”…
Vedremo. Come vedete anche a fare i conti bene in Italia poi ci scappa l’addendo estero…
Sta di fatto che la procura – in totale silenzio – sta lavorando alacremente sui files del Metropole e sulla Lega. Se poi ai fatti Metropolitani, ben spiegati in un bell’articolo [molto informato] de laleggepertutti.it, si aggiungessero eventuali informazioni dei servizi segreti passate agli USA, magari poi sdoganate e rese fruibili per l’Italia sulla base di accordi internazionali sulla falsa riga della possibilità di utilizzare dati provenienti da autorità estere anche se ottenute in modi “dubbiamente leciti” (il caso HSBC/Falciani, coi i dati comprati, oltre ad altri dati comprati da servizi segreti stranieri tedeschi nelle more della guerra al segreto bancario nel mondo, hanno già sdoganato tale pratica in Italia, ndr) allora qualcuno avrebbe davvero da temere, tra Roma e Milano. E tanto.
Attendiamo gli eventi, che si fanno di giorno in giorno sempre più illuminanti. E clamorosi (nulla sarà come sembrava all’inizio, mi sa…).
Lasciamo lavorare gli esperti.
Mitt Dolcino
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