Ogni giorno ce n’è una nuova. E pensare che non è ancora successo nulla! Dunque, sia Renzi che Salvini sembrano oggi lanciare – abbastanza incredibilmente – lo stesso preciso, identico messaggio a Conte. Improvvisamente, evidentemente assai preoccupati della correttezza istituzionale del Premier, chiedono chiarimenti sui cosa sia stato condiviso dagli007 italiani con il ministro della Giustizia USA e con procuratore speciale Durham (si parla correttezza istituzionale? Visto chi lo dice questo suona un po’ come una presa in giro, che dite? Vedasi Salvini col Metropole e Renzi coi suoi rapporti mai chiariti con la Clinton Foundation? Mah…).
Or dunque, non vogliamo azzardare ipotesi ma giusto evidenziare i fatti, senza fare voli pindarici su ipotesi ancora fantasiose (visto che la realtà sembra ormai superare la fantasia, aspettiamoci sorprese!): appunto, sembra proprio che ci sia molto nervosismo sulla direttrice Roma-Milano, che dite?
Da “Il Tempo”, certo non una giornale nemico di Salvini…
Sta di fatto che noi non sappiamo ancora nulla sui contenuti dello scambio informativo riservato tra USA ed Italia (…). Faccio notare solo un aspetto, secondo ci scrive assolutamente dirimente: il primo soggetto pesante (americano) che si pronunciò sull’esistenza dello Spygate italiano contro Trump, per mano sembrerebbe diciamo filo clintoniana (e forse renziana, attendiamo le indagini per trarre conclusioni, …) fu Rudolph Giiuliani. Detto così, uno sprovveduto sarebbe portato a concludere che – erroneamente – Giuliani è gusto il counselor di Trump.
Quando la giustizia USA ed italiana andavano a braccetto….
Tale interpretazione sarebbe un grave errore. Infatti Giuliani, prima di tutto, prima di essere il sindaco che “pulì” la Grande Mela, è colui che ereditò don Masino Buscetta dall’Italia, il primo vero pentito di mafia proprio da Giovanni Falcone. Più precisamente, quando Buscetta dalla Sicilia iniziò a “parlare” dei livelli superiori – che lui ben conosceva, in toto – dando il là alla famosa inchiesta Pizza Connection (in cui fu coinvolto anche Pietro “Pete” Alfano, ndr), il boss dei due mondi fu improvvisamente trasferito negli USA “per proteggerlo”, appena prima che Buscetta iniziasse a parlare dei livelli superiori alle attività del narcotraffico mondiale spostate da Marsiglia a Palermo dopo la guerra in Vietnam, oltre alle connessioni sudamericane e cubane (…). Il risultato fu che gli operativi nelle pizzerie furono impallinati dalla giustizia italo-americana mentre il livello superiore, che evidentemente era ben oltre la politica italiana, rimase illibato (…).
Or dunque, Giuliani va a colpo sicuro sull’Italia, da sempre.
Aspettiamo dunque gli eventi sullo Spygate e sul contenuto (esplosivo!) delle rivelazioni degli 007 italiani a Barr/Durham, restando assolutamente esterrefatti della improvvisa sintonia Salvinian-Renziana nel voler chiedere urgenti spiegazioni a Conte sulla prassi seguita nei rapporti confidenziali con gli USA (come se l’Italia nona avesse mai avuto un caso Abu Omar, …). E soprattutto avendo in mente da una parte i fatti del Metropole, in cui Salvini mai ha riferito seppur chiamato a farlo. E dall’altra i rapporti mai emersi fino ad ora tra Renzi, Obama e la Fondazione Clinton.
Forse, fra poco, avremo i chiarimenti che gli italiani meritano. Per intanto non possiamo non notare come molti pasdaran renziani si stiano allontanando dall’ex sindaco fiorentino, magari allarmati da una novella Antilope Kobler all’orizzonte.
Come ben sapete il renzusconi per ora rimane solo un’ipotesi di lavoro, tra le tante, che teniamo dovutamente in considerazione ma che verificheremo attentamente coi fatti che emergeranno: che il Supremo non voglia che tale ipotesi venisse supportata dai fatti! Infatti se l’eventuale coalizione “renzusconiana” (con Berlusconi certamente escluso da qualsiasi attività personale in tal senso, ndr) fosse davvero esistita sullo sfondo dei rapporti anti-Trump e pro-Clinton, in tal caso saremmo di fronte ad uno “Zimmermann Telegam” di italica fattura. Ben ricordando come gli USA entrarono in guerra mondiale poco più di 100 anni fa contro la Germania proprio a fronte di tale indebita interferenza nei propri affari interni da parte di Berlino (…).
Noi restiamo dunque alla finestra. E, come promesso, evidenzieremo tutte le reazioni diciamo inconsulte, fuori prassi, evidentemente dettate dal nervosismo (sono proprio le reazioni fuori luogo a disvelare i dettagli dirimenti, ndr). Anzi, per quale ragione secondo voi c’è tanto nervosismo nei Palazzi che contano sui contenuti della disclosure degli 007 italiani verso gli USA? Questa forse è la vera domanda da porsi….
Mitt Dolcino
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