Sarebbe bello poter cambiare l’EUropa dal di dentro. Lessi anni fa il bel libro “Il sogno Europeo”, di Jeremy RIfkin. Un sogno appunto quello Europeo: infatti la grande ricchezza potenziale del Vecchio Continente è drammaticamente naufragata sulla realtà e soprattutto sul suo passato coloniale e belligerante oltre che asimmetricamente egoistico e nazionalistico. Con una deriva, indirizzata dalle sue elites agglomerate attorno all’asse franco-tedesco, lo stesso che fu di Vichy, che l’ha portata a prediligere il benessere di pochi selezionati Paesi/soggetti a danno della stragrande maggioranza. Con la giustificazione che comunque solo alcuni sarebbero stati in grado di comandare il Vecchio Continente…. Stessa solfa da secoli!
Il risultato è davanti ai nostri occhi: l’EUropa è e soprattutto sarà in recessione, con la Germania incapace di mettere a frutto il vantaggio di un nuovo marco, l’euro, molto più svalutato di quello che sarebbe stato il marco tedesco. E l’Italia vicina al crack, uccisa letteralmente da un euro molto più sopravvalutato di quello che sarebbe stata la lira oltre che dalla folle austerità a cui nessun politico italiano ha saputo sottrarsi…. Scopriremo nei prossimi anni quanti italiani/politici romani fossero a letto con l’EUropa!
Siamo ormai agli stracci. Ancora un poco. Si sappia che l’EU per sua stessa natura è inemendabile, visto che è nata con il presupposto coloniale intra-EUropeo. Inutile illudersi di cambiarla.
La vacca da mungere, il premio di consolazione dato dalla caduta del sogno EU – un win win per Francia e Germania – è proprio un grosso assegno, una grande ricchezza: l’ambitissima Italia. Riprendo dunque a sostegno della presente tesi un pezzo di circa 5 anni, lo farò sistematizzamene visto che purtroppo i drivers li avevamo colti tutti e con grande anticipo quando scrivevo su un altro sito, avvertendo dei rischi, cercando correttivi, sperando ardentemente anche nell’avvento del partito che poi divenne “del cambiamento”, fosse esso quello Leghista e/o dei Grillini.
I tedeschi hanno accumulato argomento per dare la colpa all’Italia della stessa austerità euroimposta. Il “fine”?
Alla fine di tutto siamo tristemente qui, 5 anni dopo, nel caos più totale, anzi alla deriva. E soprattutto senza l’ombra di uno statista all’orizzonte, ossia uno che abbia una ricetta e delle idee valide, oltre che la capacità di implementare il proprio piano. Appunto, siamo in balia del caos e della profonda recsssione che ci aspetta (a maggior agione con un a manovra economica recessiva [anche se ve lo nascondono], come sarebbe stata quella dei gialloverdi per altro, paragonando il NA-DEF precedente con quello attuale), con un altro governo servile all’EU – nei fatti economici, intendo nel non voler rinnegare l’austerità euroimposta – come tutti gli quelli che si sono susseguiti da Mario Monti in avanti. Ammetto che mi ero illuso: quando vidi Paoolo Savona proporre – ed ottenere da Draghi, a certe ragionevoli condizioni – 50 mld di euro di investimenti strutturali fuori dal comouto del deficit copiando la ricetta del Portogallo mi dissi “ce la si fa“. A maggior ragione quando Savona chiariva senza mezzi termini che sarebbe andato lui a presentare una manovra col 3% di deficit. E se Bruxelles non l’avesse accettata la si sarebbe presentata uguale, fino all’accettazione.
Alla fine, lo abbiamo visto tutti, Savona è stato licenziato e mandato in pensione alla CONSOB dagli stessi che lo avevano proposto al governo. Licenziato (incredibile, nessun italiano ha indagato la genesi di tale licenziamento da parte dei gialloverdi…)
Da lì in avanti ho capito che era finita, l’Italia è alla deriva.
Ecco il “fine”: il Limes germanico attuale coincide di fatto con l’assetto italiano pre-1860. Fateci qualche pensata su cosa significhi (sappiate solo che difficilmente il nord Italia andrà a vivere meglio che nell’Italia pre 2008…)
Visto che già dal primo trimestre 2020 il Belpaese sarà in recessione, che diventerà sempre più profonda fino a terminare con i conti fuori controllo che comporteranno misure emergenziali (auguri!), tanto vale inaugurare una nuova linea ossia quella che cerchi di farvi capire cosa gli italiani hanno buttato nel cesso negli ultimi 5 anni o giù di lì. Dovrei dire cosa hanno buttato nel cesso i politici romani visto che gli italiani tutto sommato hanno davvero votato per il cambiamento – negato da un mix di interessi personali, servilismo, improvvisazione, incapacità e cadreghismo -.
https://scenarieconomici.it/sinistra-lattacco-risparmio-famigliare-sta-mettebndo-rischio-lequa-distribuzone-ricchezza-presente-initalia/
Riprendo dunque un pezzo di circa 5 anni fa che penso non abbia bisogno di ulteriori commenti.
Che ricca era l’Italia!
Era anche campione del mondo di calcio, elemento che di norma va di pari passo con un paese che cresce economicamente più degli altri. Oggi invece manca si qualifica per la fasi finali….
Ai posteri l’ardua sentenza (ma almeno con qualche dato a supporto per capire la dimensione del danno fatto).
Mitt Dolcino
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