Iniziamo dall’emissione di monete d’oro di 5’000, 2000 e 1000 pounds nominali da parte della zecca inglese il prossimo anno, post Brexit. Chiaramente a corso legale, per volere governativo. Anzi, per volere Regale: infatti l’elaborazione di tale progetto esecutivo è del Privy Council, ossia i consulenti della Regina, il vero anello di congiunzione tra politica e monarchia. Ricordate ad esempio che la richiesta di sospensione del Parlamento dello scorso settembre fu presentata alla Regina proprio dal presidente del Privy Council, Lord Jacob Rees-Mogg, dietro richiesta del Premier Johnson.
Alla fine la Brexit ci sarà: Johnson e la Regina hanno vinto!
Tale strategica mossa “aurea”, in realtà in modo assai poco celato, tradisce la volontà di tornare al riferimento aureo da parte dell’ultimo potere imperiale occidentale: chiaramente in periodi di stampa sfrenata di moneta viene perfettamente compreso quali saranno le dinamiche future, volte alla svalutazione delle monete cartacee vittime di svariati provvedimenti atti a risolvere i problemi di assenza crescita delle economie occidentali, avendo ormai infranto il limite dell’indebitamento privato (2008) e poi quello del capitalismo, ossia impossibilità di combattere l’eccessivo accumulo di ricchezza e la disoccupazione (elementi perfettamente previsti da J.M. Keynes). Se aggiungiamo a ciò la già definitiva decisione di stampare monete commemorative non auree per la Brexit già il 31.10.2019, capiamo che il percorso di uscita di Londra dall’EU ormai è senza ritorno.
La Regina ha parlato (Salvini anche….): visto che la Brexit si farà, Sua Maestà ha deciso, quali prospettive per l’EU e per l’Italia?
Quello che importa in realtà è sottolineare come il Privy Council, assieme ad altri gruppi di potere conservatori superiori ai Tories (…), abbiano riflesso nelle loro scelte ed indirizzi la ferrea volontà della Regina di uscita dall’EU. Or dunque, o la Regina passa a miglior vita entro un anno o la Brexit si farà, comunque.
La Regina infatti ha dato una spinta enorme alla frangia non tedesca della nobiltà britannica, mirando a rinsaldare l’asse storico con gli USA. Da qui la vittoria di Boris Johnson, cittadino americano di nascita. In più Johnson, al contrario di molti politici EUropei (lasciamo perdere quelli italiani, un caso penoso più che patologico) è preparatissimo a livello strategico, potendo per altro contare sul supporto di un partito secolare e di strutture statali ereditate dall’Impero britannico. Da qui la magia non solo di aver ottenuto il sì alla Brexit, ma soprattutto di avere il pieno avallo della Corona. In effetti il vero capolavoro è quello di ieri l’altro sera, quando Johnson ha ottenuto le elezioni anticipate, elezioni che con tutta probabilità gli daranno assieme ai suoi alleati pro-Brexit la maggioranza assoluta. Come Regina vuole….
L’impresa di Johnson finirà sui libri di storia: in minoranza al Parlamento ha saputo elaborare una strategia tanto sopraffina da coagulare attorno a lui enormi potenze sistemiche britanniche, fino a riuscire nell’intento della Brexit. Chapeau!
Come contraltare abbiamo Juncker, dall’altra parte della barricata, che probabilmente si è perso troppe puntate per colpa di un bicchierino di troppo, sembrerebbe.
Chi esce sconfitto è l’asse franco-tedesco, destinato ad andare a breve in fibrillazione a causa della recessione economica prossima ventura, con dissonanze evidenti tra Berlino sostenuta dall’export e Parigi dai consumi interni.
La meritocrazia in Italia, questa sconosciuta: l’ex ministro Valeria Fedeli,quella che mentiva sulla laurea (mentre non aveva nemmeno fatto l’esame di maturità) viene eletta nel CdA della Fondazione Agnelli al posto del geniale Sergio Marchionne
Ma il paese in assoluto che subirà maggiormente gli eventi è l’Italia, paese in indifeso ormai, in balia degli eventi in forza dell’assoluta nullità della sua classe dirigente attuale composta, nell’ordine, da allegri ottuagenari che hanno in testa principalmente il bunga bunga di “quando ancora tutto funzionava a dovere“, oltre a difendere strenuamente prima di tutto i propri interessi personali, aziendali e famigliari; un ex bibittaro attaccato con la colla alla poltrona e ormai terrorizzato dal dover tornare a vendere merendine tassate ormai con la sugar; un habitué del Papeete che si autodefinisce “omo de panza, omo de sostanza“, bravissimo a generare consensi parlando appunto alla panza degli italiani ma senza uno straccio di strategia economica e politica alle spalle (infatti, essendosi circondato da lecchè – con la mirabile eccezione di Bagnai – parla solo di migranti, del resto evidentemente non è all’altezza); un ex sindaco di sinistra i cui genitori sono indagati ed anche condannati sebbene non con sentenza definitiva, senza dimenticare il cognato sotto indagine, sospettato di essersi impossessato dei soldi dell’Unicef destinati ai bambini indigenti dell’Africa; e tanti membri dell’apparto ex comunista, dalla Valeria Fedeli senza laurea che ha mentito sul suo CV, al Poletti che incitava i giovani rompiscatole italiani ad emigrare, a “visionari” della pianura emiliana che vogliono smacchiare il gattopardo (toglietegli il Lambrusco), con il figlio di Poletti che rivolgo lavorava per un’azienda legata alle Coop rosse quando il padre era AD….
Oddio, entrambi i genitori di Matteo Renzi, l’ex segretario PD, arrestati per milioni di euro in malversazioni presunte. In attesa della sentenza definitiva
E’ ormai chiaro che dopo la Brexit l’Italia subirà la cura EU per tenerla nell’euro, con l’appoggio di tutti i centri di potere politico italiano, da Forza Italia alla Lega, dal PD a LeU, passando per i grillini in estinzione (vedasi annuncio di pre-fusione oggitra FCA+Peugeot, oltre, ndr). O in alternativa ci sarà la medicina britannica per far tornare l’Italia nell’alveo imperiale, ormai con avallo USA dopo aver constatato che i principali partiti italiani stanno diventando incredibilmente anti-USA, una ignoranza storica incredibile degli italiani che contano, memorabile, indicibile (all’uopo, vi lascio agli articoli memorabili del sempre ottimo Maurizio Blondet in riguardo). In ultimo, appunto, gli USA, che dopo aver subito tradimenti vari dai vari partners storici, ad es. con definitiva soluzione di continuità del rapporto privilegiato con Roma degli ultimi 75 anni, da qui in avanti useranno l’Italia senza preoccuparsi delle conseguenze per la Penisola, alla fine dei conti se ci pensate bene basta che lascino fare gli Italiani, senza dare alcun indirizzo, con i propri governanti stretti tra ricatti incrociati che toccato i vertici politici ed istituzionali: così facendo, fatti salvi accordi voluti da Washington della 25 ora con l’asse franco-tedesco per fare svalutare il dollaro (improbabile), alla fine l’Italia magari uscirà anche dall’euro, ma nello stesso modo in cui un kamikaze usciva dal suo Mitsubishi Zero, ossia a pezzi. Se non ci credete guardate le nostre parole – devo dire imutilmente profetiche – di qualche tempo fa, alla luce della fusione di FCA con Peugeot (dove i francesi avranno la maggioranza in CdA, ndr), stiamo percorrendo precisamente la stessa strada (mai dimenticare che Lega, Forza Italia e PD hanno votato assieme per la TAV, un’opera inutile ed anzi in perdita anche operativa nei prossimi 20 anni, che serve solo, oltre a far esportare merci francesi ad est, a costruire un laboratorio nucleare sotto il Frejus in territorio italiano a spese italiane, ndr):
Comunque vada gli italiani sono fregati, sono pronto a scommettere che i loro enormi risparmi si disintegreranno nel giro di qualche anno, così come le loro pensioni (passando per un regime di nazismo fiscale finalizzato a ripagare il debito detenuto dagli stessi che oggi impongono l’austerità, ndr). Contenti loro…
CdA post fusione FCA-Peugeot: 6 membri francesi e 5 italiani. Ossia la sovraproduzione di auto in EUropa terminerà…. chiudendo gli stabilimenti italiani (come l’Ilva per l’acciaio, non può essere solo stupidaggine!)
E’ inevitabile: anche a volerlo negare, il mondo attuale è estremamente competitivo. Ossia ognuno raccoglie quello semina. Gli italiani, infatuati dai potenti, ossia – in forza di una innata tendenza italica a “leccare” il deretano del potente sperando che caschi la mela dall’albero – incapaci di pretendere dai loro governanti oltre che decenza nemmeno il mantenimento delle promesse politiche fatte in campagna elettorale (prima di tutto abbassare le tasse, infatti sia i gialloverdi che i giallorossi le hanno aumentate), secondo voi hanno seminato bene in senso politico, coltivando grandi statisti? O male, ottenendo solo magnaccioni antimeritocratici al potere, incapaci di fare anche il loro stesso interesse di lungo termine, men che meno quello dei propri votanti?
Presto lo scopriremo, visto che il 12.12.2019 ci saranno le elezioni inglesi, punto di svolta per i prossimi 100 anni. Tanto pagheranno gli italiani!
MD
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