Come tutti i mesi ecco l’aggiornamento dei migranti arrivati in Italia a Novembre 2019 vs. Novembre 2018: la notizia positiva è che siamo a livelli simili a quelli che si avevano con Salvini ministro (1’232 vs. 980). Bene per l’Italia, che non ci sia stata la temuta invasione dei migranti. Come vado ripetendo da mesi, il problema italiano NON sono infatti i migranti ma l’economia, che arranca. Anzi, sta proprio implodendo, vedasi il rischio chiusura degli stabilimenti del sud di FCA dopo la vendita ai francesi, l’ILVA in forte ridimensionamento se non in chiusura e Alitalia eterna fallita ormai arrivata al capolinea…
Possiamo distillare due messaggi: il primo, è molto importante capire che – prima di tutto – resta nell’interesse dell’Italia NON fare arrivare migranti sulle coste italiane, bene dunque i flussi si siano ridotti a livelli diciamo salvinaini. Questo perchè mancando lavoro nella Penisola, causa bassa crescita, ossia basse tasse, ovvero parametri austeri imposti da Bruxelles troppo stringenti per l’Italia (causati dalla volontà di restare nell’euro a tutti i costi, da parte di tutti i partiti politici italiani ormai) un afflusso elevato di soggetti stranieri disponibili ad abbassare il “prezzo” del lavoro umano rischia di causare una rivoluzione sociale dal basso, visto che invece i costi della vita per gli italiani residenti non direttamente sussidiati sono in perenne crescita, parlo dei costi inevitabili della vita (canoni, assicurazioni, autostrade, carburanti, elettricità, istruzione, sanità, tasse fisse ecc.).
Resta la dura realtà, ossia il secondo messaggio: il problema italiano sta prima di tutto nell’economia: spero abbiate capito che se ILVA, FCA, Alitalia – solo per citarne alcune – ridurranno il loro perimetro operativo, con il tracollo dell’indotto, il sud Italia rischia di saltare per aria. Non mi tolgo dalla testa che ci sia davvero un piano in questo senso altrimenti non si spiegherebbe il silenzio tombale della Lega all’atto della vendita di FCA ai francesi, del supporto salviniano alla TAV (che è asservita agli interessi francesi) o – encore – il silenzio leghista della vendita delle seconde saline più grandi del mondo sempre ai francesi (con l’avallo di un sindaco dell’universo noipersalvini e rifiutando anche un’offerta a prezzo più più elevato da parte di una cordata locale).
Per inciso, chi vincerà in una ipotetica Italia divisa da una rinnovata Linea Gotica nei pressi di Sasso Marconi sarà il soggetto che starà lontano dall’EU euro-franco-tedesca, ossia dall’EU coloniale. Della serie, se il Sud Italia rispolvererà il piano di Salvatore Giuliano di diventare la 51. stella USA ritengo ci sarà la transumanza di gente capace e preparata verso sud, lasciando il settentrione ai francesi ed ai tedeschi, che se la spolpino con calma. Ben ricordando che il piccolo lombardo veneto durante l’Impero Austroungarico pagava quasi il30% di tutte le tasse dell’Impero di Vienna. O che Napoleone quando “scese” in Italia la inondò di imposte, a vantaggio di Parigi e dei francesi (lo stesso Napoleone dovette cambiare nome da Buonaparte in Bonaparte in quanto ai non francesi non era permesso partecipare ai corsi per diventare generale dell’esercito, meditate su questo – Dreyfus non è mai morto oltralpe… –).
In tale fortunata eventualità l’unico suggerimento che mi sentirei di dare agli stakeholders coinvolti è comunque di restituire la provincia di Roma al Vaticano,assieme ai suoi nobili troppo spesso fonte di sorte avversa, causa interessi famigliari; infatti tenere nella caput mundi i ministeri di una Repubblica temo porti sfortuna.
Mitt Dolcino
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