Io non so più cosa dire. Vediamo ogni giorno un disastro autostradale, chiaramente frutto di incuria, eppure nessuno dei grandi capi di partito si decide a fare qualcosa contro i concessionari, chissà per quali occulti interessi – con la mirabile eccezione del M5S, va detto, non a caso l’unico partito fuori dai giochi di potere all’atto della privatizzazione (speriamo che dietro a cotanta reticenza ad agire non ci sia una nuova Tangentopoli fatta di mazzette “a pedaggio”, …) -.
Infatti, si sa, trasformare un monopolio naturale pubblico che non deve necessariamente fare utili (come le autostrade), in uno privato che invece può estrarre soldi all’infinito dagli utenti (proprio perché non c’è alternativa ragionevole alle reti autostradali) è il massimo errore che si può fare in ambito di economia capitalistica. Precisamente quello che hanno fatto i governi di sinistra ex comunisti [comunisti? Da ridere per non piangere, …] della fine dello scorso secolo – ossia governi in teoria “anticapitalisti”, in pratica molta attenti “al proprio”, vedasi Primo Greganti//Compagno G, … – (con premier, su tutti, Prodi e D’Alema, supportati nella stesura del contratto definito da importanti politici attuali addirittura “capestro” nell’atto finale, dal Ministero delle Infrastrutture diretto ai tempi dal primo Magistrato di Mani Pulite, quello che azzerò la classe politica italiana: Antonio di Pietro). Vi dice qualcosa, messa “semplice” così?
Quello che mi fa impazzire è come, oggi, sia Renzi che – sigh – il leghista Salvini [congiuntamente definiti anche come “renzusconi”, ndr] oltre che il PD [almeno gli ex comunisti diventati “notabili” li capisco nel loro comportamento, sebbene per me inaccettabile] siano contrari alla revoca delle concessioni ad Autostrade S.p.A, ossia ai Benetton. Mente Fratelli d’Italia è di fatto all’opposizione interna, ossia stra-favorevole alle revoca, avendo finalmente il coraggio di essere “totally outspoken” ossia parlando espressamente di un contratto capestro per lo Stato, anzi ad esplicito danno dello Stato per la precisione.
Incredibile: il ministro che fece il contratto di privatizzazione coi Benetton difende un contratto da lui redatto oggi definito “capestro”, addirittura affermando in un’altra intervista che “…Certi ministri improvvisati diffondono fake news: la caduta del ponte non è sufficiente per chiedere la revoca della concessione con Autostrade per l’Italia”. Pazzesco!
Le enormi contraddizioni sopra esposte – alcuni le chiamerebbero anche “prese in giro”, evitando di essere volgari – sono arrivate addirittura a far litigare Giorgia Meloni con il leader leghista, contrario alla revoca e pure favorevole alla TAV come lo stesso PD (…), sempre più nervoso per il supporto USA a Fratelli d’Italia che gli sta progressivamente rosicchiando il vantaggio prospettico secondo le previsioni di voto (negli ultimi 75 anni l’Italia mai ha avuto un governo – senza che andasse in disgrazia – che non fosse benedetto da Washington, potenza dell’atomica, …).
Per Diana, ma non c’è nessuno che sappia veramente la dinamica di come è stato costruito tale contratto definito dalla leader di Fratelli d’Italia come “capestro” con Autostrade S.p.A.? Tutta Italia vorrebbe avere lumi…
E magari con un po’ di fortuna i lumi arriveranno anche, a breve giro…
Per intanto vi lascio alle peripezie dialettiche dei politici diventati romani, peripezie pazzesche per come sanno rinnegare se stessi. Ammetto candidamente che io non ne sarei capace, dunque meglio per me restare lontano dalla politica italiana.
Dovendo per altro stigmatizzare come nemmeno Portogallo e Grecia [lasciando perdere i casi super-virtuosi di Germania, UK, Spagna e Francia] hanno rappresentanti apicali dei principali partiti politici nazionali con un livello culturale così infimo come invece ha l’Italia, inevitabilmente una vergogna nazionale (confrontate i CV!). Preciso, a scanso di equivoci: senza distinzione tra destra e sinistra; infatti i risultati si vedono, bipartisan – ne parleremo in prossimi approfondimenti –.
Mitt Dolcino
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