Al 31.12.2019 (fonte: Ministero dell’Interno)
A fine anno 2019 possiamo tirare una riga sull’ultimo trimestre 2019, ossia potendo comparare su un arco temprale sufficiente (3 mesi) e dunque significativo la qualità del presidio giallorosso sui migranti rispetto a quelli dei gialloverdi. Infatti settembre 2019 fu un mese di transizione con gestione mista tra i ministri Salvini e Lamorgese, oltre ad eventuali vizi e inefficienze durante il passaggio di consegne avvenuto attorno a metà mese. Dunque dal 1.10.2019 i numeri sono diciamo “puliti” (Settembre infatti NON è computato nelle somme).
Come vedete la situazione è chiara, sebbene non allarmante: con il min. Lamorgese sono arrivati circa 1500 migranti in tre mesi in più rispetto al periodo salviniano, ma lontanissimi dai valori preoccupanti degli anni precedenti.
Nel solo dicembre 2019 i migranti con Lamorgese sono stati 589 contro 389 unità con Salvini, numeri fortunatamente risibili rispetto agli anni passati. L’unico mese problematico è stato, vista la situazione oggi, solo ottobre 2019, il mese di esordio della gestione Lamorgese, in cui lo sforamento dei giallorossi sembra eccessivo rispetto alla gestione precedente. Novembre e Dicembre 2019 sembrano invece sostanzialmente simili in termine di gestione rispetto al precedente governo, con numeri solo leggermente superiori.
Il problema italiano secondo lo scrivente è piuttosto accettare che l’ordinamento permetta a questi migranti di arrivare in Italia, senza che esista un reato di immigrazione clandestina. Parimenti chi arriva in Italia ha poi titolarità di restare solo nella Penisola, in base a quanto deciso nel trattato di Dublino III firmato da Enrico Letta, poi andato a lavorare per lo Stato francese (sarà un caso?).
Restano i numeri di cui sopra, su cui meditare, fortunatamente non sembrano allarmanti.
In teoria i migranti dall’Africa portano terroristi. In realtà l’Italia è stato l’unico paese EU-core senza attentati islamici negli ultimi anni, cosa significherà questo?
Molto allarmante è invece secondo lo scrivente la situazione economica italiana, sull’orlo del baratro. In cui i NA-DEF di ben due governi (gialloverdi e giallorossi) confermano che ogni anno da qui al 2022 gli italiano dovranno aspettarsi circa 20-35 miliardi di aumento di tasse ogni santo anno. E questo nonostante l’economia nazionale resti in stallo, con un PIL tendenziale negativo o a zero come crescita. Lo vuole l’EUropa.
Purtroppo nessuno ha il coraggio di fare quello che voleva Paolo Savona: rifiutarsi di fare un deficit inferiore al 3% ed oltre vis a vis con l’EU. Fa scuola infatti il famoso 2.04% di deficit dei gialloverdi, utile per confondere gli italiani rispetto al già denigrante 2.4% ipotizzato in seconda battuta rispetto al 3%, ossia derogando ai principi ferrei di Savona che non voleva mollare (infatti alla fine Savona fu poi allontanato dal “suo” governo, ora è “in vacanza” – rispetto a quello che avrebbe potuto fare al posto di Tria – alla Consob).
Si sa, una volta arrivati a Roma e poi a Bruxelles e Strasburgo anche le prospettive dei politici in erba cambiano, anche se sovranisti. E fu così che da voler sfondare l’EU sul deficit si fanno invece 32 mld+ di euro di tasse in più nel 2020 anche se l’Italia è in recessione, oltre ad essere passati da sfidare l’EU a volerla cambiare dal di dentro. E, nel caso della Lega, addirittura a voler aderire al PPE del “nemico” Angela Merkel (sicuri sia un nemico?).
Anche per questa ragione i migranti restano tutto sommato un problema secondario, quasi una distrazione di massa se volete.
I problemi infatti stanno altrove. Prima di tutto in una classe dirigente insipiente, incapace ed antimeritocratica, che non mi stupirei venisse fuori essere anche corrotta. Le follie apparenti dei politici romani sono infatti così smisurate – nel senso di andare contro gli interessi del Paese – che ritengo che qualcuno possa tranquillamente avere/avere avuto qualche tornaconto a seguire comportamenti tanto deleteri per il Paese. Vedremo.
Mitt Dolcino
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