Interessanti sviluppi dagli USA: il capo dipartimento di chimica e biochimica di Harvard è stato arrestato dall’FBI per collusione non dichiarate con la Cina, ossia si sospetta – in realtà – per aver divulgato informazioni e ricerche a Pechino tramite schemi di collaborazione remunerati a peso d’oro. Chiaro, la scusa per l’arresto è circa la stessa di Al Capone, consulenze non dichiarate o qualcosa del genere, insomma soldi, tanti soldi. Ma il fine era molto probabilmente giusto quello di interrompere il flusso di informazioni rilevanti dall’Occidente a Pechino, che evidentemente usa pagare gli Occidentali per far male al loro stesso Paese. Ossia rafforzando un competitor, appunto l’ex Impero Celeste, che tutto è tranne che libertario, ben ricordando come sia governato A VITA da Xi, sotto il controllo del Partito Comunista Cinese (…). Quelli che incensano la Cina da occidentali o non capiscono i rischi, o ci guadagno dal rapporto, ossia stanno rischiando di favorire un Paese che punta a far sopravvivere i suoi miliardi di abitanti prospettici mettendosi in competizione con il resto del mondo.
Che sia chiaro, non ho nulla contro i cinesi, che fanno il loro gioco. Sta infatti a chi è attaccato difendersi. E gli USA non sono l’Italia, quando li attacchi poi sanno difendersi diciamo abbastanza bene. Sebbene….. appunto, sebbene ci siano delle crepe. Ad esempio Charles Lieber, il capo del Bio-Chemistry Dept. di Harvard arrestato perchè di fatto stava a letto coi cinesi. Notando bene che i cinesi, nel caso specifico, ossia anche le aziende legate al partito comunista cinese, sanno pagare a peso d’oro gli occidentali che si asserviscono alla causa di Pechino.
Oggi abbiamo scoperto un professore USA che veniva pagato dai cinesi ed è finito in galera. Poco prima ci fu il caso di uno studente sempre di Harvard, una tra le più prestigiose università del mondo, arrestato anche lui perchè contrabbandava ricerche in Cina. Certamente ad indagare la lista sembra potrebbe diventare assai lunga.
E che dire, spostandosi al livello diciamo politico, dei rapporti della Fondazione Clinton con la Cina? Della serie, magari i cinesi pagano anche i politici stranieri per andare contro agli interessi del proprio paese? Tipo, paghi qualche decina di soggetti per fregare un intero paese? Dunque, da una rapida analisi abbiamo ricavato alcune immagini ed articoli interessanti, che vi lascio, food for thoughts.
In realtà sembrerebbe emergere una certa vicinanza tra Cina e establishment USA soprattutto Clintoniano, fatto che sembra andare avanti da molti anni. Ossia, la Cina sembrerebbe assai vicina alla Clinton Foundation (…).
Ora, andiamo a casa vostra. Sappiamo da tempo che Renzi era e probabilmente ancora è molto vicino alla Clinton Foundation. Sembrerebbe così, certamente l’ex sindaco fiorentino non ha mai fatto mistero di essere amico di Obama e vicino a Hillary Clinton in passato.
Introduco tale aspetto per cercare di capire se una eccessiva vicinanza alla Cina possa essere latente anche in Italia, magari nella persona di politici apicali che ricevono/hanno ricevuto lauti compensi dai cinesi: a parte il fatto, nel caso, che possa essere lecito o meno – non sta a me valutarlo -, la domanda che ci si deve porre è piuttosto, nel caso, se sia opportuno ricevere grande supporto economico da un Paese straniero di fatto in guerra con gran parte dell’Occidente. Lo stesso paese che sembra stia mettendo a rischio la salute mondiale con una possibile epidemia di polmonite quasi mortale veicolata per un sospetto caso di virus di biowarfare che potrebbe essere scappato dal laboratorio di Wuhan costruito guarda caso anche per la guerra batteriologica (…).
Certo, la firma della Via della Seta potrebbe darci qualche indizio, visto che l’Italia è stato l’unico paese del G7 a firmare tale accordo di fratellanza con Pechino…. Penso che qualche interrogativo bisognerà porselo nel prossimo futuro, a maggior ragione se l’epidemia di coronavirus davvero esploderà anche in occidente, per colpa nel caso cinese, vedremo.
E senza dimenticare gli accordi con Alibaba per la vendita del Made in Italy sul portale cinese inaugurati da Matteo Renzi e poi transitati alla Lega di Salvini, a fine 2018. Che ci siano delle connessioni tra tutti questi eventi? Che cosa ci potrebbe essere dietro? Ripeto, non ritengo nulla di illegale, ma certamente l’aspetto etico e di opportunità – oltre che di interesse nazionale – andrebbe attentamente valutato. Il tempo nel caso ci dirà…
Per il momento stiamo ai fatti: un capo dipartimento di una Università USA famosissima nel mondo – anche lui professore assai famoso nel mondo nelle nanotecnologie, per altro usate nelle ricerche sui virus – è stato arrestato per connessioni (strapagate) non dichiarate con la Cina. Il prossimo passo sarà certamente quello di capire se qualcosa di simile capitava/è capitato/capita anche con certi politici USA, ed a fronte di quale servizio corrisposto in cambio. Che poi lo stesso schema venga analizzato anche a livello globale dovrà essere valutato a seguire (…).
Quello su cui vi invito a meditare è se sia nell’interesse della comunità – culturale e valoriale, oltre che economica – il fatto che soggetti apicali occidentali del vostro paese di appartenenza siano così vicini, ossia così pagati, da paesi che stanno andando in rotta di collisione con gli stessi interessi della comunità a cui voi bene o male appartenete, quella Occidentale. Ben ricordando che Pechino ha la sua agenda, che non va per forza nella direzione degli interessi cinesi e non, nel vostro caso, Europei ed anche italiani.
Questo sarà argomento che sono certo diventerà di grande attualità nel prossimo futuro.
Mitt Dolcino
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